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ICJP e WJC concludono i lavori a Roma con un convegno sulla questione iraniania, il mondo arabo e l’Occidente

martedì 15 maggio 2012 Attivita parlamentari 0 commenti
L’International Council of Jewsh Parliamentarians (ICJP) e il World Jewsh Congress (WJC), dopo gli incontri istituzionali tenuti ieri con il premier Mario Monti, il Presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini e il Ministro degli Esteri Giulio Terzi di Sant’Agata, hanno continuato oggi la due giorni romana con il convegno internazionale “Le rivoluzioni mediorientali: la questione iraniana, il mondo arabo e l’Occidente” all’Auditorium dell'Ara Pacis.

Dopo gli interventi introduttivi dell’On. Nirenstein, Presidente dell’ICJP, di Dan Diaker, Segretario Generale del WJC e di Naor Gilon, Ambasciatore d’Israele in Italia, nel corso del primo panel “L’Europa nel cambiamento mondiale” sono emerse le enormi difficoltà che l’Europa fronteggia nell'attraversare una crisi economica e sociale a fianco della quale si scorge un cambiamento epocale che riguarda il mondo intero, mentre si confermano le minacce dell’Iran e dell’Islam radicale. L’On. Nirenstein ha denunciato l’assurda insistenza delle istituzioni europee sulle supposte continue colpe dello Stato d’Israele che, secondo il suo dire “creano una sorta di corruzione ideologica che non consente di affrontare con la dovuta serenità i problemi all’orizzonte, soprattutto quello dell’antisemitismo”. Tra gli altri interventi, fra cui quello dell’On. Viviane Teitelbaum (Belgio), dell’On. Tibor Szanyi (Ungheria) e del direttore Mario Sechi, ricordiamo le parole di Maurizio Massari, inviato speciale del Ministro degli Esteri per il Mediterraneo e Medio Oriente, che ha sottolineato il contributo dell’Italia di moderazione ed equilibrio nel rapporto dell'Unione Europea con il mondo arabo e nel giudizio su Israele.

Nel secondo panel “Il regime iraniano e la questione nucleare”, presieduto da Diker, i relatori Saba Farzan, giornalista iraniana, Dore Gold, già Ambasciatore d’Israele alle Nazioni Unite, Emanuele Ottolenghi, senior fellow della Foundation for the Defense of Democracies e Michael Ledeen, saggista e autore di “Accomplice to Evil: Iran and the War Against the West”, si sono trovati concordi nel denunciare come sicura la volontà del regime iraniano di munirsi di armi nucleari e di farne un uso contro l’Occidente in primis contro lo Stato ebraico. Nel suo intervento, Fabio Sokolowich, Consigliere diplomatico del Primo Ministro, ha sottolineato il ruolo dell’Italia nel cercare un'unità d’intenti a livello europeo per un effettivo piano sanzionatorio contro il regime iraniano.
“Le rivoluzioni arabe e il ritorno dell’islam radicale”, l'ultimo panel presieduto dalla giornalista Ruthie Blum, ha visto gli interventi di Shmuel Bar, direttore dell’Institute of Policy and Strategy di Herzliya, Khaled Fouad Allam, sociologo ed editorialista de Il Sole 24 Ore, Lorenzo Cremonesi, inviato del Corriere della Sera. E’ stata sottolineata l’immensa difficoltà, anche quando esista la buona volontà, di creare dei risultati positivi nella direzione della democrazia per paesi in cui la democrazia non è mai esistita e in cui il dogma fanatico religioso è in lotta per il potere.

Roma, 15 maggio 2012 

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