I diritti umani a senso unico. Rapiti, ultimatum degli Usa ad Hamas

Il Giornale, 08 gennaio 2024
L’espressione «diritti umani» dovrebbe caratterizzare i nostri tempi, riflettere la ricostruzione faticosa della democrazia successiva alla seconda guerra mondiale: ma frana sul rovesciamento della loro percezione e del loro uso. La cultura woke che fa del mondo uno scontro fra oppressi e oppressori, mettendo in quest’ultima categoria la storia democratica occidentale, ha prodotto folle di attivisti di regimi e organizzazioni che praticano il terrorismo e discriminano fino alla morte donne e gay. Invadono, come è accaduto ieri, un ospedale di New York, chiedendo l’espulsione dei malati ebrei «sionisti». Un Paese, l’Iran, che esegue in un anno 900 condanne a morte fra cui donne per la loro libertà, giovani perché gay, dissidenti, doveva essere considerato terrorista, come l’organizzazione, Hamas, che ha decapitato la metà dei 1.200 trucidati. Adesso il mondo è rovesciato. L’Iran è accolto in Vaticano e condanna Netanyahu, insieme al Papa. Hamas ha annunciato di voler denunciare Blinken, il segretario di Stato americano, per crimini di guerra. La minaccia sembra inconsulta, la sua procedura non sembra aver futuro, ma il precedente sono i tribunali internazionali che hanno reso l’accusa, unita all’altra ancora più paradossale di genocidio, la peggiore persecuzione verso Israele: dopo aver portato alla minaccia di arresto al primo ministro e dell’ex ministro della Difesa Gallant.
I crimini di guerra, il genocidio, sono col termine «occupazione» l’altro polo dell’odio antiebraico: i media ne sono pieni, persino il Vaticano ne fa uso. I giovani israeliani, costretti a servire tre anni perché il loro Paese è sempre sotto attacco, hanno sempre guardato al momento in cui un viaggio liberatorio nel mondo li rimette nel ciclo della vita. È un inno nazionale alla libertà. Ma ora, poiché hanno partecipato alla guerra di sopravvivenza a Gaza, in cui anche in questi ultimi giorni tre ragazzi (398 in totale) hanno perso la vita Sri Lanka, Thailandia, Francia, Belgio, Olanda, Serbia, Irlanda, Cipro e Sudafrica sono alla ricerca di elementi che consentano di bloccare un israeliano in vacanza. Ebreo, discolpati, come sempre nella storia. Chi cerca le prove sui siti e nelle biografie è Diab Abu Jahjia, libanese, la sua Hind Rajab Foundation lavora a mettere in piedi azioni legali. Sua è la Arab European League, fondata nel 2003; affiliato a Hezbollah, la sua è una «fondazione araba nazionalista che vive l’Islam come fonte di ispirazione». Fra le sue esternazioni «il pensiero della morte di un soldato americano, inglese, olandese, è come una vittoria»; l’11 settembre è stato «una dolce vendetta». Il suo socio Hassoun ha scritto su Facebook che Hamas avrebbe dovuto prendere più ostaggi e che Hamas non ha invaso Israele il 7 ottobre, era solo tornato a casa reclamando le sue proprietà. Questi i difensori dei diritti umani.
Quanto a Blinken, in realtà da una sua recente intervista sul New York Times si capisce che i diritti violati sono quelli di Israele a un rapporto chiaro almeno con gli alleati americani; invece testimonia Blinken, proprio nel momento più difficile, quando si stava per concludere un patto per recuperare i rapiti, gli Usa sollevavano di nuovo la loro critica contro Netanyahu, soprattutto sulla questione degli aiuti litigando con Netanyahu su Rafah, e Hamas bloccava ogni restituzione fiduciosa nell’indebolimento israeliano causato dagli Usa. Blinken si stupisce che il mondo non abbia mai esclamato con decisione che Hamas doveva arrendersi, restituire i rapiti, come fa ora il neopresidente Trump: «Rapiti a casa entro il 20 o Gaza sarà un inferno». Ha preferito dare la colpa a Netanyahu della mancata restituzione degli ostaggi. Solo oggi Blinken dice di chi è la responsabilità. Mentre si cercano altre responsabilità da gettare addosso a Israele e Hamas seguita a sparare.
Fiamma, non avrei mai pensato che ciò che scrivi avrebbe mai potuto essere la realtà odierna di questo mondo "rovesciato" ! Eppure so bene quanto sia dolorosa per te la redazione di articoli del genere. So anche che l'impossibilità di cambiare la politica anti israeliana in corso in tutto il mondo sia difficile da accettare. Sarà quel nuovo antisemitismo delle banderuole e striscioni che dicono l'ignoranza delle folle ? Sono nato e cresciuto in Egitto, conosco un po la mentalità araba. Ho la sensazione che questo antisemitismo non sia quello solito e tradizionale dei paesi arabi, ma piuttosto quello latente da secoli nelle nostre società, una volta molto religiose, mentre oggi è proprio la perdita di valori morali nelle chiese abbandonate che lascia lo spazio all'odio anti ebreo corredato di tutti gli estremismi wokisti !! Ho l'impressione che visto che il mondo va bruciato per i wokisti, allora mettiamo nel rogo anche gli ebrei e Israele con tutto quello che rappresentiamo. Gli arabi sono i più stupiti di questo stato di cose anche se lo trovano molto comodo per trasformare i loro crimini contro l'umanità in "lotta" di emancipazione dei loro popoli completamente falliti. E poi, ai loro occhi vedere proprio gli ebrei, i "dhimmi" inferiori, poveretti di seconda classe, trasformare un oezzo di deserto infestato di paludismo diventare le campagne e le città più belle del Medio Oriente, quello, per loro è impossibile da accettare ! Mi ricordo i primi contatti con il wokismo in California e mi sembrava impossibile che contaminasse cosi tanto la società americana, e poi anche tutto il mondo, spazzando via panni interi di civiltà duramente acquisiti dalle generazioni precedenti, quelle che hanno vissuto le guerre e l'orrore della degradazione umana resa possibile dai conflitti incessanti !! Come si risolve la situazione ? Non lo so, ma forse come l'ha detto Dr. Einat Wilf, forse ci vuole un'azione talmente definitiva che venga interpretata come "volonta di Allah". Joe