I cristiani criticano Israele ma chiudono gli occhi sulle violenze islamiche
Il Giornale, 19 ottobre 2010
I religiosi accusano Gerusalemme per la situazione in Palestina. Ma lo Stato ebraico è l’unico dell’area in cui i fedeli di Cristo aumentano.
È facile immaginarsi quante preoccupazioni la Chiesa nutra nei confronti dei suoi cristiani in Medio Oriente, ed è per questo che ha indetto una lunga sessione di lavoro del sinodo dei vescovi sui problemi dell’area. L’islam non ama i cristiani d’oriente: li ha costretti alla fuga se è vero che sono ora solo il 6% della popolazione mediorientale. C’è solo un paese dove i cristiani sono cresciuti in numero: in Israele da 34mila che erano nel ’49 sono diventati 163mila, e saranno 187mila nel 2020. Invece, nei paesi musulmani i cristiani diminuiscono, ma le 50 Chiese ospitate in Terra Santa non se ne accorgono. Preferiscono dare addosso a Israele, dove godono di piena libertà di culto e di espressione. Non importa andare al tempo della conquista islamica nel settimo secolo quando i cristiani erano il 95 per cento.
Secondo il rapporto del dipartimento di Stato americano sulla libertà religiosa, nel 2007 in Turchia c’erano due milioni di cristiani, oggi sono 85mila; in Libano si è passati dal 55 al 35%; in Egitto la cifra si è dimezzata; in Siria dalla metà della popolazione sono ridotti al 4%; in Giordania dal 18 al 2%; in Arabia Saudita si parla di «cristiani invisibili». In Iran i cristiani quasi non esistono più. A Gaza sono rimasti in 3.000 sottoposti a continue persecuzioni. Tutto questo le gerarchie cristiane lo dicono a mezza bocca, e si può capire; ma non si può ammettere che per non urtare i propri persecutori si dia addosso, in una sede importante come il sinodo, a Israele.
Questo è anche una parte della Chiesa a pensarlo: dopo un primo momento in cui un nome di grande rilievo come quello del Custode di Terra Santa Pierbattista Pizzaballa era stato utilizzato senza riguardo come firma sotto un documento dai toni di scomunica teologica verso lo Stato d’Israele, adesso con una conferenza stampa Pizzaballa avverte che nessuna chiesa di Terra Santa ha sottoscritto il documento. Fa sapere che non è più della partita. Ma se si va sul sito www.kairospalestine.ps si trovano in bella vista firme molto importanti sotto il documento, redatto sin dal dicembre 2009 e che sarà presentato oggi al Sinodo: ci sono infatti il Patriarca Latino monsignor Fouad Twal, Pizzaballa stesso (un bravo, intelligente francescano e un fine intellettuale), il patriarca greco ortodosso Teofilo III, l’armeno Torkon Manougian e il copto Anba Abraham oltre al luterano Manib Yunan e l’anglicano Suheil Dawani.
Il precedente Patriarca Latino Michel Sabbah, un apostolo senza se e senza ma della causa palestinese, presenterà il documento che parla a nome di «noi cristiani palestinesi». Vi si dice: «L’occupazione militare è un peccato contro Dio e contro l’uomo», scomunica di fatto i cristiani sostenitori di Israele, si butta contro la presenza stessa d’Israele, paragona all’apartheid la barriera di difesa che ha bloccato il terrorismo al 98%, attacca gli insediamenti invocando il nome di Dio, cancella concettualmente lo Stato ebraico immaginandolo misto, islamico, cristiano e forse anche un po’ ebraico. Si legittima persino il terrorismo quando si dice dei «migliaia di prigionieri che languono nelle carceri israeliane» e che «fanno parte della nostra realtà». Difatti «la resistenza al male dell’occupazione è un diritto e un dovere per un cristiano».
Monsignor Twal ha rilasciato svariate dichiarazioni in questi giorni: ha detto che invece di due Stati per due popoli se ne potrebbe immaginare uno solo, ignorando l’idea corrente che profughi e tasso di natalità arabi spazzino via gli ebrei. E in secondo luogo ha detto che «al cento per cento» il motivo di fuga dei palestinesi è l’occupazione israeliana. Probabilmente il suo riferimento è alla libertà di movimento negata dalla barriera e ai controlli di sicurezza, che si moltiplicano o diminuiscono a seconda delle minacce terroristiche, del tutto ignorate da Twal. Ma c’è un errore nel ragionamento del Patriarca: Israele è l’unico Paese del Medio Oriente dove la popolazione cristiana cresce e di parecchio, come abbiamo detto. Dal 97 al 2003, la popolazione cristiana è cresciuta del 14 per cento, mentre in Cisgiordania, sotto l’Autorità palestinese, è declinata del 29%. Betlemme, la città dove è nato Gesù e dove la presenza cristiana è sempre stata il segno distintivo, è stata semisvuotata dai cristiani in fuga. L’occupazione israeliana certo impedisce i movimenti, ma terrorizzano di più rapimenti, delitti, ritorsioni di Tanzim e Hamas contro i cristiani.
Non solo: anche se possono sorgere talora discussioni fra le tre religioni a Gerusalemme (unica città in Israele dove la presenza cristiana è diminuita, forse per il clima di conflitto) esse sono sempre aperte e nell’ambito di una legislazione totalmente liberale. Chiunque vada nella capitale di Israele, la vede percorsa da folle di pellegrini, processioni, fedeli, etnie e fedi. La libertà religiosa, di accesso, di culto, è totale, come non lo era mai stata sin dai tempi della conquista islamica. Le Chiese di ogni genere e grado hanno corpo giuridico, voce in capitolo, proprietà immobili e in denaro in grande abbondanza, e totale libertà di opinione. Nei paesi arabi è vero il contrario. C’è chi al Sinodo, al contrario dei rappresentati di Gerusalemme, ha denunciato la persecuzione islamista, come ha riportato Il Foglio: Gregorius III Laham patriarca di Antiochia, l’arcivescovo dei Siri in Irak Basile Georges Casmoussa e Francois Eid, vescovo egiziano e altri hanno osato parlare della situazione di costrizione in cui vivono i loro fratelli. Ma proprio dal Libano che ha appena assistito a una sorta di invasione sciita da parte di Ahmadinejad dell’Iran, si è levata una voce che invece proclama che Israele è il problema per il Libano, un corpo estraneo in Medio Oriente. E’ quella di Edmond Farhat, nunzio in Libano.
Nella bozza di appello finale che sarà votata venerdì, il Sinodo ripropone la Chiesa come garante della libertà di culto e delle libertà personali di tutte le religioni. Ma se manca una sanzione di quello che i cristiani subiscono nei paesi islamici e si seguita a prendersela con gli ebrei che non c’entrano niente, come pensa di sostenerli moralmente e praticamente?
The Christians criticize Israel, but turn a blind eye to Islamic violence
Il Giornale, October 19, 2010
by Fiamma Nirenstein
Religious leaders lay the blame for the situation in Palestine on Jerusalem. But the Jewish State is the only one where the followers of Christ are on the increase.
It’s not hard to imagine how worried the Catholic Church is about its Christians in the Middle East, and this is why it has dedicated a lengthy working session at the Synod of Bishops to problems in that area. Islam does not like Eastern Christians: it has forced them to flee and now they account for only 6% of the population in the Mideast. There is only one country where the number of Christians has grown. In Israel, from their 34,000 in '49, they have become 163,000 and will be 187,000 in 2020. In Muslim countries, on the other hand, Christians are on the wane, but the 50 churches present in the Holy Land seem not to notice. They prefer to dump on Israel, where they enjoy full freedom of worship and expression. It’s useless to hearken back to the time of Islamic conquest in the 7th century when Christians accounted for 95 percent.
According to the report by the US Department of State on religious freedom, in 2007 in Turkey, there were two million Christians, and today there are 85,000; in Lebanon they have gone from 55% to 35%; in Egypt their number has been halved; in Syria, from half the population they have been reduced to 4%; in Jordan, from 18% to 2%; while in Saudi Arabia, they speak of "invisible Christians". In Iran, Christians have become virtually non-existent. In Gaza, the 3,000 who remain are subjected to continuous persecution. All this the Christian hierarchies talk about under their breath, and this is understandable; but it is not acceptable, in such a high-level venue as the Synod, to severely criticize Israel, just to avoid offending your persecutors.
And there are even some in the Catholic Church who think this way. After an authoritative name—that of the Custodian of the Holy Land, Pierbattista Pizzaballa—was unthinkingly used as the signature of a document written in a tone of theological excommunication towards the State of Israel, Pizzaballa called a press conference to warn that no church in the Holy Land had signed the document. His way of announcing that he is no longer willing to play that game. But if you go to the www.kairospalestine.ps website, the names of top-level signers are clearly visible on the document, drawn up back in December 2009, and which will be presented today at the Synod. Among them, are, in fact, the Latin Patriarch Mons. Fouad Twal, Pizzaballa himself (a good, intelligent Franciscan and fine intellectual), Greek Orthodox Patriarch Theophilos III, Armenian Torkon Manougian and Copt Anba Abraham, as well as Lutheran Manib Yunan and Anglican Suheil Dawani.
The previous Latin Patriarch, Michel Sabbah, a die-hard apostle of the Palestinian cause, will present the document that speaks in the name of "us Christian Palestinians". In it, it says: “The military occupation is a sin against God and against man”, actually excommunicates Christian supporters of Israel, takes sides against the very presence of Israel, likens the defensive barrier that has blocked 98% of terrorism to apartheid, attacks the settlements invoking the name of God and conceptually cancels the Jewish state, imagining it to be a mixture—Islamic, Christian and also perhaps a bit Jewish. It even legitimizes terrorism when it talks about the “thousands of prisoners who languish in Israeli jails” and which are “part of the society around us”. In fact, “resistance to the evil of occupation is a Christian's right and duty".
Monsignor Twal has issued a number of statements in recent days. He has said that, instead of two states for two peoples, there should be just one, ignoring the current idea that Arab refugees and birth rates would sweep away the Jews. And, secondly, he said that "100%" of the reason why Palestinians are running away is Israeli occupation. He is probably referencing the freedom of movement denied by the barrier and safety checks which increase or decrease depending on the terrorist threat, completely ignored by Twal. But there is a flaw in the Patriarch’s reasoning: Israel is the only country in the Middle East where the Christian population is growing, and significantly so, as has already been stated. From 1997 to 2003, the Christian population has increased by 14%, while in Cisjordan, under the Palestinian authorities, it has decreased by 29%. Bethlehem, the city where Jesus was born and where the Christian presence has always been one of its distinctive characteristics, has remained semi-abandoned by fleeing Christians. Yes, the Israeli occupation does impede movement, but the kidnapping, crime and reprisals of Tanzim and Hamas against Christians are even more terrifying.
And not only. Even if disagreements do sometimes arise between the three religions in Jerusalem (the only city in Israel where the Christian presence has decreased, perhaps due to the atmosphere of conflict), they are always out in the open and within the context of completely liberal legislation. Whoever goes to the capital of Israel sees it filled with crowds of pilgrims, processions, the religious faithful, ethnic groups and faiths. Religious freedom, freedom of access and belief is total, as it has never been since the time of Islamic conquest. Churches, of whatever type or degree, have legal status, a say in what happens, real estate, large sums of money—and complete freedom of opinion. In Arab countries, the opposite is true. There are those at the Synod, unlike the representatives from Jerusalem, who have denounced Islamic persecution, as reported in Il Foglio: Gregorius III Laham, Patriarch of Antioch, the Archbishop of the Syrians in Iraq Basile Georges Casmoussa and François Eid, the Egyptian bishop, and others have dared to speak out about the constrictive situation in which their brothers live. But it is from Lebanon, which has just experienced a sort of Shi'ite invasion by Iran’s Ahmadinejad, that a voice has been heard proclaiming, on the other hand, that Israel is Lebanon’s problem, a foreign entity in the Middle East. The voice is that of Edmond Farhat, Nuncio to Lebanon.
In the final draft of the appeal which will be voted on Friday, the Synod is once again offering the Catholic Church as the guarantor of freedom of religious and personal freedom for all religions. But if there are no sanctions against what Christians suffer in Islamic countries and if they continue to blame the Jews who have nothing to do with it all, how do they think they will be able—morally and practically—to sustain this?
Cara Fiamma sono assolutamente d'accordo con te come del resto mi sono già espresso nel post di sopra, ma ti allego questo pezzo alla ricerca di un tuo commento...Le cose da replicare a questo articolo sarebbero veramente tante, ma vorrei fare solo notare che la cosa che a mio giudizio pesa di più negativamente è usare un metodo sbagliato. Faccio solo un esempio. L'affermazione per cui in Israele vi sarebbe un aumento di cristiani non è contestualizzata. Non si spiega quali sono questi cristiani. Se si intendono per esempio i cristiani delle sette evangelicals americani o i cristiani-sionisti che affermano essere la creazione dello stato di Israele predetta dalla Bibbia. Oppure si vogliono indicare i tanti lavoratori cattolici (generalmente filippini ed indiani) usati per servire gli ebrei come dei somari (tanto per riprendere la definizione del rabbino Yosef Ovadia). Questi sono i cattolici ideali per Israele in effetti. Lavorano in qualsiasi condizione senza protestare e se lo fanno li si spedisce da dove sono venuti e danno "dimostrazione" che i cattolici aumentano in Israele. Ma i cattolici arabi quelli no. Su quelli è in atto il progetto che dura ormai da decenni di pulizia etnica.Ed ora lasciatemi ringraziare Gesù e Maria per questo sinodo che è stato veramente qualcosa di grandioso e provvidenziale. Se non vi sappiamo vedere l'azione dello Spirito Santo che elargisce i suoi sette doni sacri per tutto il mondo siamo messi veramente male ed è una ulteriore dimostrazione che il cosidetto "occidente giudaico- ex cristiano" è la nuova terra di missione. Missione urgenteFrank Michael Mason
Ermanno Vernocchi , Forlì/Italia
Che dire ...... pienamente in sintonia con l'articolo e lo dico da cattolico senza se e senza ma ....... veramente incredibili certe dichiarazioni anti israeliane quando il problema delle persecuzioni anticristiane vede l'ideologia comunista lasciare il testimone ai regimi islamici....
Giorgio Cornale , Valdagno/Italia
E' vero che nel documento finale vi è una critica ad Israele ed alla sua politica riguardo i territori occupati (che non si chiamano "occupati" per caso, peraltro), ma, oltre ad esserci anche una riflessione "sulla sofferenza e l'insicurezza nelle quali vivono gli Israeliani", poche righe dopo si parla molto più ampiamente delle persecuzioni ai cristiani in Iraq.Al punto 3.4, poi, si ribadisce il dovere per i cristiani di "contribuire alla costruzione dei nostri paesi insieme con tutti i cittadini musulmani, ebrei e cristiani".Mi sembra che prima di esprimere "vergogna" un cristiano dovrebbe leggere interamente il documento, soprattutto nella parte in cui parla dei rapporti con gli Ebrei e con i Musulmani (punti 8 e 9) e non limitarsi ai soliti titoli "ad effetto" dei quotidiani.Io, letto tutto il documento, non mi vergogno affatto degli ripetuti inviti a trovare un dialogo ed a ricercare la pace e la pacifica convivenza tra i popoli e le religioni.Una cosa credo sia certa, storicamente e politicamente: dopo le Crociate (e sono passati ormai 900 anni!), in Terrasanta tra chi professa il credo in una delle tre religioni monoteiste, solo i cristiani parlano ancora di pace.....molti musulmani e molti ebrei ormai se le suonano di santa ragione tutti i giorni, chi in un modo, chi in un altro. E probabilmente forse è per questo i cristiani danno tanto fastidio quando criticano le politiche ingiuste degli uni o degli altri. Una pace ottenuta con la violenza, che sia "terroristica" o che sia di “occupazione e sopraffazione", la storia insegna che ha vita breve ed effimera.http://www.vatican.va/news_services/or/or_quo/text.html
Nicola Facciolini , Italia
Da cattolico apostolico romano, non so che dire. Chiedo perdono per tutto quello che state subendo.Mi sento Israeliano.Nicola
renzo pecchioli , firenze italia
La risoluzione approvata contro Israeledai vescovi delle chiese medio-orientali, è veramente ignobile e vergognosa, e ancorpiù incredibile in quanto a questo sinodo era presente anche il papa. L'antisemitismocristiano non avrà mai fine, perchè la chie-sa che sia cattolica , ordodossa e chi ne hapiù ne metta non rappresenta ne Dio ne gli uomini di buona volontà (ricordiamoci sempre che durante la seconda guerramondiale gli ebrei croati sono stati as-sassinati dai nazisti con la complicità diuomini che credevano di rappresentarenostro signore, oppure di monsignor Hilarion Capucci, patriarca della chiesamelchita in M.O. sorpreso più volte dagliisraeliano con la macchina piena di bom-be e mitra, destinazione i guerriglieri pa-lestinesi). E' inutile anche che il papa siprenda a volte, mi pare le difese di Israele quando poi in sua presenza ven-gono approvate simili carognate. Ma d'altra parte anche lui è un pover'uomo chea suo tempo durante la visita che fece in Siria a Damasco, si fece vomitare ad-dosso da Assad, parole antisemite di pura stampa nazista, senza aprire boc-ca. E quindi per concludere, quanto detto sopra, i preti di tutti le religioni dovrebbero parlare di pace e aiutare chisoffre e dire meno stupidaggini, sempree solo a senso unico.Saluti a tutti., in particolare alla signoraFiamma.
stefano , USA
Cari lettori, voglio sottolineare anche il carattere profondamente antisemita delle chiese Protestanti classiche. Un odio viscerale contro Israele che e` livello personale di molti pastori o ufficiale come per la chiesa Presyteriana o la United Church of Christ. Questo non avviene solo qui in USA e canada:la chiesa protestante scandinava e` all` avanguardia dell` odio antisemita in Norvegia e Svezia. Qui in Usa sono quindi le denominazioni protestanti classiche a fomentare l` odio contro Israele molto piu` della Chesa cattolica americana!
ariella adler , trieste - italia
Cara Fiamma,prima di tutto congratulazioni per i tuoi successi e grazie per le energie che spendi.Ho letto e riletto il testo di Kairos Palestina e per tre giorni sentivo il bisogno di vomitare.E' dura avere anche un Hamas cristiano entro i confini del proprio stato che gira libero, vuole visti, permessi di soggiorno, la propria parte di territorio per ripristinare chissà un nuovo Regno Cristiano e la faccia tosta di parlare di apartheid.........e da chi? proprio da chi, nello Stato Pontificio prima del 1870 rinchiudeva gli Ebrei nel ghetto. Nessuna differenza fra cristianesimo e islam : di universale c'è solo il Signore e qualunque religione o ideologia che pretende di avere caratteri di universalità è inequivocabilmente una dittatura.Ad ogni modo oggi il Cristianesimo deve fare i conti non solo coi Cristiani dell'Oriente o Medio oriente ma anche con quelli di casa propria che non sono poi tanto stupidi.Quanto a Gerusalemme hanno forse combattuto i Crisitani perriaverla?Lasciano combattere gli altri, sputano loro addosso e ppoi pretendono di Verla?: DIO è YNO e Gerusalemme UNAUn abbraccio ariella
Luca Rajna , Italia
Ciao Fiamma, sono di nuovo qua che scrivo...Vorrei spendere due righe per evidenziare la confusione che riguarda il termine "Chiesa" nel giornalismo italiano (e non solo).I giornalisti dovrebbero cessare di chiamare la denominazione Cattolica Romana "Chiesa".Questo genera confusione nei lettori.La denominazione Cattolica Romana è "una tra le chiese", né più né meno di altre: battista, pentecostale, dei Fratelli e molte altre denominazioni, variegate come quelle del mondo ebraico.La "Chiesa","Qahal" nel testo ebraico originale ed "Ecclesia" in greco e nella versione della Torah dei Settanta, è innanzitutto l'assemblea ebraica presieduta da Mosè. Il termine compare già all'epoca e non è una prerogativa cristiana."Chiesa" oggi potrebbe essere il popolo israeliano nel suo insieme (o la parte di questo che crede in D-o, dipende come la vedi...) più che la denominazione Cattolica Romana.Questo secondo la Torah.Poi... Gesù ha parlato nei Vangeli della "sua" chiesa. Questa era formata inizialmente dagli ebrei "messianici" ai quali in seguito si sono aggiunti i goyim, i non ebrei o pagani.Negli Atti degli Apostoli, libro del "Nuovo Testamento" - lo dico per evidenziare l'ebraicità della "chiesa di Gesù" - è scritto che chi entrava a far parte di questa comunità e viveva secondo i costumi greci iniziava ad osservare la Legge e a frequentare in modo "assiduo" il Tempio di Gerusalemme.La denominazione cattolica si arroga il diritto di essere l'unica "Chiesa" così come si arroga il diritto di essere il "nuovo Israele" (la cosiddetta teologia della sostituzione, che vorrebbe vedere gli ebrei eliminati dal piano di D-o) ma è in realtà una denominazione in minoranza nell'Europa attuale.L'Europa è a maggioranza "protestante" e la chiesa Cattolica Romana nel mondo arriva a perdere sino a diecimila aderenti al giorno, che entrano a far parte di una denominazione diversa.
Ing. Luigi Mancini , Roma
Il papa e' solo. Come lo erano Giovanni Paolo II e Paolo VI. E comunque ha il dovere di cercare di evitare lo scatenarsi di una carneficina. Ma Israele e' l'unico amico certo che ha in Medio Oriente. Quando taceranno le armi e parlera' solo l'amore?
Luca Rajna , Italia
Ciao Fiamma, innanzitutto ti voglio esprimere la mia approvazione per il lavoro di informazione e azione politica che svolgi: è fondamentale.Scrivo per evidenziare come i cristiani siano la componente fondamentale del sionismo non ebraico e abbiano istituito da tempo una Ambasciata a Gerusalemme proprio in contrapposizione al ricatto petrolifero mussulmano che ha obbligato le Nazioni a spostare le loro a Tel Aviv.Riguardo alla "Chiesa" (cattolica), pur avendo un certo numero di veri cristiani al suo interno, non credo personalmente si possa definire una istituzione realmente cristiana e molti la identificano come la Grande Meretrice, Babilonia del libro dell'Apocalisse.Ti ricordo che - per i cristiani e per gli ebrei messianici - nel cosiddetto "Nuovo Testamento" il Messia e Israele si identificano al punto che versetti riferiti all'uno si possono applicare all'altro (famoso, faccio un esempio, il "fuori d'Egitto trassi mio figlio" che è riferito ad Israele ma viene applicato a Gesù dall'evangelista Matteo). Quindi - sempre per i cristiani e gli ebrei messianici - chi nega Israele nega il Messia.Il fatto che la Chiesa cattolica sia così antisionista da evitare accuratamente la parola "Israele" (inteso come Stato) nei discorsi ufficali, vedi recente visita del papa al Tempio Centrale di Roma, evidenzia questa anticristianità del Vaticano a livello di istituzione.Quale cultura su Israele venga inculcata dalle autorità Vaticane ai propri seguaci, la si può dedurre dai commenti sarcastici e dalla "battutine"dei pellegrini cattolici romani durante i controlli per la sicurezza all'areoporto di Tel Aviv, li avrai sicuramente sentiti anche tu. Io li definisco "filoterroristi".Questa la mia opinione. Buon lavoro per tutto.
Daniele , Italia
Condivido il commento precedente. Ho vissuto in Israele per più di 20 anni e credo di conoscere qualcosa di quella realtà. Conosco dall'interno il cattolicesimo in Israele e posso affermare, come testimone diretto, che l'antisemitismo è viscerale, certamente non detto in pubblico, ma in privato durante i dialoghi famigliari e altri incontri senza testimoni esterni Vorrei tanto che lo Stato di Israele facesse attenzione e guardasse con più attenzione al cattolicesimo, vigilasse di più e non concedesse nulla a chi di nascosto cerca di distruggerlo. Io ricordo molto bene come dentro una della più importante istituzioni religiosi cattoliche in Terra Santa avevamo proibito imparare l'ebraico. E’ un piccolo esempio. E non parliamo dell’irruzione nella Basilica di Betlemme, anni fa e di chi aprì la porta ai terroristi concedendo loro asilo mentre all’esterno si facevano passare per vittime.Faccia attenzione, cara onorevole, con "i bravi, intelligenti e fini intellettuali", sono falsi (falso) amici d'Israele. La verità è una sola il cattolicesimo romano, e non solo, è schierato politicamente con gli arabi e lavora con tutti i suoi mezzi non per la pace e riconciliazione in quelle benedette terre ma per la divisione e annientamento dello Stato d'Israele. Con tutti i suoi mezzi mi riferisco al potere economico, alla manipolazione della religione, alle proprietà, all'influenza della propaganda.Voi ebrei siate troppo intelligenti per lasciarvi ingannare da un saio con una corda che parla di pace…
loris , Bolzano
Da Cattolico non mi stupisco dei risultati del Sinodo dei Vescovi del Medio-Oriente. Questi alti prelati sono lupi travestiti d'agnelli, così li definirebbe Gesù. Hanno sempre sostenuto il terrorismo palestinese, giustificato il fondamentalismo islamico, trasformato le Chiese in moschee ,perché in realtà le Chiese non sono più luoghi di culto ma sedi politiche dove viene propagandata una politica filo islamica e apertamente antigiudaica; così facendo però le comunità Cristiane sono quasi completamente scomparse dalla Terra Santa. Ora deve intervenire la Santa Sede ,non è più tollerabile che dei religiosi continuino a predicare un antigiudaismo preconciliare in nome di una falsa libertà dei palestinesi. Se la Chiesa Cattolica vuole essere un ponte di Pace in quella Terra deve tenere un comportamento equilibrato ed imparziale, esattamente l'opposto di quel che sta facendo ora. Il Vaticano per evitare la totale distruzione del Cristianesimo, lì dove è nato, deve agire subito e dare una regolata (meglio sarebbe cambiarli) a codesti Vescovi che ,in verità ,appaiono poco Pastori ma molto fiancheggiatori di hezbollah e del Serse antisemita di Theran. Confido in Benedetto XVI affinché non si lasci sfuggire di mano questa pericolosissima situazione religiosa e politica e al contempo rilanci fortemente la Rievangelizzazione del Medio-Oriente. Questo può avvenire solo attraverso un rapporto di sincera amicizia con l'Ebraismo e lo Stato di Israele , unica Nazione della Regione che riconosce libertà di culto ai Cristiani e protegge anche militarmente i luoghi sacri al Cristianesimo, altrimenti già devastati dagli "amici palestinesi ed islamici" di certi Vescovi.Chiedo che la Chiesa di Roma dica basta a questa vergognosa campagna antisemita propagandata dai "Vescovi" del Sinodo delle Chiese del Medio-Oriente!!!!!!!!!!!!!!!