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I COMMENTI DELLE OPPOSTE FAZIONI ALL'APPELLO DEL PRESIDENTE DELLA R EPUBBLICA ITALIANO Sharon manda a dire « Sia smilitarizzato»

martedì 30 ottobre 2001 La Stampa 0 commenti
GERUSALEMME AVI Pazner, portavoce di Ariel Sharon, ex ambasciatore in Italia, non si stupisce affatto delle affermazioni a favore di uno Stato palestinese del nostro presidente: « Sharon stesso poche settimane or sono ha detto che Israele darà ai palestinesi ciò che non hanno mai avuto, ovvero uno Stato. Ma ci sono tempi e modi» . Lei intende, signor ambasciatore, che Ciampi è stato poco tempestivo? « Non ho detto questo, intendo solo sottolineare che forse più importante e comunque preliminare in questo momento è riprendere il negoziato con il palestinesi. E questo certo non può avvenire mentre il terrorismo continua... Tacciano le armi, si riparli di pace, e potremo allora affrontare il tema dello Stato palestinese» . Quindi magari lei spera che la visita di Arafat che comincia in queste ore trovi un atteggiamento politico italiano diverso da quello del presidente, più pressante... « Diciamo che avrei preferito che anche nel discorso del presidente ci fosse stato un più forte accento sul problema principale per la pace: il terrorismo che colpisce ogni giorno e a cui siamo costretti a reagire. Spero che questo avverrà durante la visita in Italia...» . Ma il presidente parla della sicurezza in Israele. « Io apprezzo molto che il presidente metta in relazione la nascita di uno Stato palestinese alla sicurezza di Israele. Peraltro, le condizioni che noi poniamo alla proclamazione dello Stato sono, appunto, che non metta in questione la vita del nostro Paese» . Ovvero? « Quando i palestinesi hanno avuto da Rabin le armi per controllare, secondo l’ accordo di Oslo, il loro terrore, le hanno usate contro di noi. Quindi, occorre un Paese smilitarizzato, altrimenti ogni arma sarà volta verso Israele...» Un Paese senza esercito è molto limitato nella sua sovranità . « D’ altra parte, un Paese non può accettare una minaccia già scritta nella storia di ogni giorno e di ogni minuto: un terrorismo senza tregua. Oggi abbiamo sotterrato cinque persone. Inoltre, i confini sulla valle del Giordano dovranno essere controllati da noi, perché un nemico acerrimo come per esempio l’ Iraq non trovi un corridoio aperto. Insomma, lo Stato palestinese non deve essere una minaccia per noi» . Ma potrebbe essere anche un vantaggio come insegnava Rabin? « Certo che sì , un vantaggio grandissimo, un insieme di tutti i vantaggi che porta il buon vicinato: prosperità , gioia di vivere, libertà di movimento, fine dei lutti... Ma occorrono delle garanzie. Vede, l’ esperienza ci ha insegnato che bisogna essere più prudenti di quando ci fidammo a consegnare le armi ad Arafat» . Lei pone molte limitazioni, ma Bush, Blair, Ciampi, hanno ripetuto in queste settimane di crisi internazionale che è urgente uno Stato palestinese. « E’ un modo di dimostrare ad una fragile coalizione che comprende molti Paesi arabi la comprensione, la disponibilità dei Paesi occidentali... A volte, questa captatio benevolentiae si spinge fino a suggerire che il terrorismo che ci colpisce è diverso da quello che colpisce gli americani... Dato lo stillicidio quotidiano di vittime civili, ragazzini, bambini, donne, lo trovo un esercizio molto cinico» . E come lo spiega? « Non trovo nessuna spiegazione accettabile. Vede, in questi giorni Arafat si allontana per l’ ennesimo viaggio di propaganda, stavolta in Italia. Invece la sua presenza sarebbe necessaria qui per fermare il terrorismo, secondo gli accordi presi più volte. Spero che in Italia qualcuno glielo ricordi» .

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