Ha sempre considerato gli italiani una meridionale Uno sh ow inguardabile
domenica 27 agosto 1995 La Stampa 0 commenti
CHE Eric Priebke e il suo avvocato Pedro Bianchi, amicone di Licio
Gelli e di Wielfried Von Oven, segretario del ministro nazista
Goebbels, avessero vinto la loro battaglia giudiziaria usando l'arma
della prescrizione e quindi suggerendo implicitamente che è troppo
tardi per ricordare e per giudicare, era già abbastanza triste.
Priebke, dunque, non era stato estradato in Italia. Che l'ex nazista
e Bianchi avessero previsto la loro vittoria, è ancora più triste.
Quando Priebke è stato sotto processo, Bianchi aveva dichiarato che
la richiesta di estradizione non sarebbe andata da nessuna parte:
l'Italia, ironizzò allora, presenta sempre pratiche incomplete.
Adesso, il finale con la vicenda, con il plauso dell'imputato stesso
e del solito Pedro all'estradizione in Germania, e il pubblico,
gratuito, insolente vituperio contro i giudici italiani, da loro
definiti corrotti e politicizzati, ha un tratto macabro e perfino un
po' folle; come se la storia si fosse d'improvviso ubriacata e non
sapesse più quel che si dice. E il mondo è costretto ad assistere
allo spettacolo inguardabile di un assassino nazista che giudica il
sistema giudiziario italiano. Già inguardabile era quell'aria di
innocente oblio nel vecchio sportivo ripescato da un giornalista
americano nel paesino di Bariloche. Ammise senza problemi di aver
partecipato alla strage delle Fosse Ardeatine in veste di delfino di
Kappler, e di avere ammazzato almeno una delle vittime con le sue
mani. Del resto, lo sapevano tutti, lassù a Bariloche. Poi,
ritrattò tutto. Un campione del buon senso, quello delle sciocchezze
e degli stereotipi, Priebke si dimostrò subito. Gli ordini sono
ordini, disse a sua unica giustificazione durante le interviste; e
oggi ripete col suo amico Pedro altre sciocchezze. Che gli italiani
sono pasticcioni e inaffidabili, mentre i tedeschi invece come sono?
Giusti, precisi, capaci, efficienti. Sono sempre i suoi tedeschi, e
noi sempre quegli italiani traditori, che alla fine furono degni di
esser messi al muro. Chissà quante volte deve aver espresso questi
giudizi ai suoi amici: gli italiani, un popolo in fondo appartenente
a una subrazza meridionale. Priebke ormai è vecchio, stanco e
certamente spaventato; e tuttavia questa sua uscita è così
straordinariamente arrogante da far pensare ancora una volta che ci
sia qualcosa di ben forte e vivo alla base di questi suoi vitalissimi
attacchi. Qualcosa che ancora striscia e si agita per il mondo, che
mette fuori la testa laddove può . Se la figura di un uomo anziano
come Priebke può suggerire la pietà , ciò che è accaduto rinforza
invece l'idea che l'ufficiale nazista avrebbe dovuto essere
processato qui, da noi, non dai tedeschi ma dagli italiani. Noi
avremmo potuto e dovuto condurre fino in fondo un processo giusto e
pulito. A noi spettava. Non ai tedeschi. Ci è stato impedito. Fiamma
Nirenstein