Guerra di religione per Natale a Nazareth
mercoledì 23 dicembre 1998 La Stampa 0 commenti
GERUSALEMME
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Monsignor Michel Sabbah, il patriarca latino di Gerusalemme, è
sempre stato un grande patriota palestinese. L'ha dimostrato in
ogni circostanza, e specialmente nell'occasione del discorso di
Natale, quando, ai tempi dell'occupazione israeliana di Betlemme,
lanciava parole di fuoco. E quando Arafat giunse a Betlemme
liberata nel Natale del '93, Sabbah celebrò una Messa gloriosa.
Quest'anno, il viso rotondo di monsignor Sabbah ha ritrovato nel
suo messaggio natalizio l'espressione corrucciata di un tempo, per
una denuncia che è ben più complicata e certo per lui anche più
dolorosa. In una parola Sabbah ha dato conto ai giornalisti delle
sofferenze dei cristiani di uno dei luoghi santi basilari della
cristianità , Nazareth, la cittadina nel Nord d'Israele dove la
Madonna incontrò Giuseppe e ricevette la visita dell'angelo.
Sabbah, dunque, dopo i rituali auguri e messaggi d'amore e di pace
per Natale, ha prima denunciato il blocco del processo di pace
causato dagli israeliani, e poi ha toccato il punto dolente:
Nazareth, ha detto, che finora era una città quieta e serena, è
oggi sotto la sferza di una crisi profonda che da un anno a questa
parte seguita a crescere. Nell'ultimo mese le tensioni politiche
tra cristiani e musulmani, l'estremismo, il confessionalismo, la
mancanza di rispetto reciproci sono cresciuti fino all'aggressione
fisica. Questo non conviene né a cristiani né a musulmani, e
ormai, dice in sostanza Sabbah, da quando abbiamo cominciato a
contare i nostri feriti, la situazione è sull'orlo
dell'esplosione. E chi, se non una mano straniera (proprio così ha
detto Sabbah, nonostante Nazareth sia una cittadina israeliana) ha
interesse in un così strano fenomeno, se non Israele? In
definitiva, Sabbah pensa che nella guerra di religione dei
musulmani contro i cristiani a Nazareth gli israeliani, mai
chiamati tuttavia per nome durante il discorso del Patriarca,
abbiano messo zizzania, o si siano astenuti dall'intervenire al
momento giusto per salvare l'ordine pubblico, e che oggi,
finalmente, debbano essere con forza richiamati al loro compito.
La storia di ferro e fuoco della bella cittadina del Nord
d'Israele comincia nell'ambito di un generale restauro e
riaggiustamento che va sotto il titolo "Nazareth 2000" e che ha
ripulito il vecchio mercato, ristrutturato antiche chiese e
moschee, rifatto le antiche facciate di stile veneziano. Fu qualche
mese fa che il Comune, il cui Consiglio è oggi capitanato da un
arabo cristiano che solo a novembre ha vinto un'infuocata campagna
contro una lista islamica, decise di buttar giù una vecchia scuola
del tempo del mandato britannico e di acquisire a verde pubblico
uno spazio che, ohimè , dista pochi metri proprio dalla chiesa
dell'Annunciazione, e contiene due tombe islamiche. Alcuni scalini,
in vista del grande afflusso di pellegrini del 2000, avrebbero
dovuto collegare il nuovo piazzale alla chiesa. Ma i gruppi
musulmani più estremi hanno rivendicato il terreno alla proprietà
del Waqf, l'organizzazione che sovrintende a tutti i luoghi sacri
dell'Islam, e hanno dato il via ad un'occupazione molto radicale
cui sono seguiti assalti ai negozi dei cristiani, e in questi
giorni la distruzione delle loro merci e perfino dei loro alberi di
Natale. Ci sono stati anche feriti. La prospettiva dell'avvento di
milioni di pellegrini a Nazareth, soprattutto adesso che i
musulmani hanno perso le elezioni, certo non è una prospettiva
attraente per quel 60% della popolazione che invece appartiene alla
fede islamica, e soprattutto per quei gruppi estremisti che più
volte hanno dichiarato la loro ferma ostilità a quello che
ritengono uno strapotere cristiano. La polizia dello Stato
d'Israele avrebbe forse potuto stroncare i moti estremi religiosi
dell'inizio. Forse, dice Sabbah, avrebbe potuto impedire
l'occupazione dell'appezzamento di terra. Forse. Ma si sa che in
Medio Oriente basta una pagliuzza a far prendere fuoco al grande
pagliaio degli scontri etnico religiosi. Guai se Nazareth si
libanizzasse proprio nei giorni di Natale.
Fiamma Nirenstein