Fiamma Nirenstein Blog

Guantanamo, il carcere che ha salvato l’Occidente

martedì 10 gennaio 2012 Il Giornale 4 commenti

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Il Giornale, 10 gennaio 2012

Allestito dopo l’attacco alle Torri Gemelle, è il più criticato e odiato del mondo. Ma ha permesso di sventare attentati e salvare molte vite

È facile essere contro la tortura dopo tanti secoli di orrori, dopo che, dagli eretici alle streghe o semplicemente ai nemici, i diversi inquisitori hanno estratto così tante false ammissioni. La giurisprudenza moderna che discende dalla Convenzione di Ginevra, che regola fra l’altro la questione dei prigionieri nei conflitti, ha dunque proibito di farne uso. Ma questo è il vecchio scenario in cui i soldati catturati, deposte le armi, divengono docili prigionieri in attesa della pace. Guardiamo invece alla contemporanea guerra del terrorismo islamico, in cui alcuni uomini di Al Qaida non depongono mai l’arma principale, quella del fanatismo. Essi continuano fino alla fine la loro guerra, anche in detenzione, e sono ben allenati a affrontare la tortura e la morte. Proviamo a immaginare di avere catturato un terrorista che ha appena compiuto una strage. Egli stesso annuncia un nuovo attentato. Potrebbe essere proprio quello all’autobus che porta tuo figlio. Come estrargli la giusta informazione per fermare la strage? E come impedire che il terrorista continui nella sua guerra?

Guantanamo è stato l’epicentro di queste questioni fondamentali, un ring di lotta ideologica e politica di cui Obama decise tre anni fa di chiudere i battenti, senza poi farlo. Oggi possiamo dire che Guantanamo col suo intrinseco riconoscimento che lo scontro col terrore è una guerra, ha salvato un grande numero di vite umane, bloccando con regole militari ma dignitose terroristi che altrimenti non avrebbero avuto nessun motivo di fermarsi, e utilizzando una mosaico di informazioni. I metodi non sono stati tutti ortodossi, ma non c’è stata tortura crudele e incontrollata. Nell’ispezione ordinata da Obama gli ispettori verificarono che la Convenzione di Ginevra fosse completamente rispettata. La famosa tortura del waterboard durante l’amministrazione Bush fu applicata solo a tre dei cento «terroristi di valore» detenuti. Khalid Sheikh Mohammed comunque aveva nella cella un tapis roulant da palestra) pur essendo il cervello organizzativo dell’attacco alle Twin Towers, Abu Faraj al Libi, o Hassan Ghul, leader di Hamas godevano dell’uso di una biblioteca islamica e altre strutture di uso comune. Tutti hanno l’aria condizionata e tempo per stare insieme. Riescono anche a organizzare lancio di pipì e feci sui militari addetti all’ordine.

Obama tuttavia ha obliterato strategicamente Guantanamo: ha deciso che era preferibile un largo uso di droni e di assassinii mirati, compreso quello di Bin Laden, piuttosto che seguitare a far funzionare la struttura che aveva consentito di bloccare il terrore. Ma Obama e con lui parte dell’opinione pubblica sostiene che il terrorismo non è una guerra, ma un evento criminale. Guantanamo insomma, la prigione americana militare e extraterritoriale aperta dieci anni fa è diventata l’epicentro, travestito da questione umanitaria, della discussione sulla sicurezza e sulla guerra al terrorismo.

Ma a tre anni dalla promessa di chiudere la prigione, Obama non ha osato farlo. In fondo sa anche lui che solo questa prigione isolata, lontana, fuori del territorio americano, ha evitato che la guerra terrorista di Bin Laden facesse altre vittime dopo l’11 di settembre e la Cole. Il mosaico di informazioni raccolto anche con gli interrogatori a Guantanamo ha salvato vite e ha consentito di trovare Bin Laden. I terroristi sono stati interrogati secondo regole senz’altro molto dure, l’uso dell’isolamento ha assunto proporzioni serie, anche se come dice John Yoo, il giurista che preparò il «torture memo» per Bush, la proibizione di Ginevra di apportare sofferenza fisica o mentale ha insegnato a non sommare diversi tipi di sofferenza, per esempio il sonno con la solitudine o col cambiamento di cibo. Dall’inizio, 779 sono passati attraverso le celle di Guantanamo. Oggi ce ne sono 171 di cui 60 pronti al trasferimento in altre nazioni, se sarà possibile, e 46 sono senza data di rilascio perché ritenuti troppo pericolosi per essere rimessi in libertà. Forse le prove che li riguardano sono troppo pericolose per essere esposte in un processo o troppo utili per evitare futuri attentati. Obama ha scelto i droni e i commando con l’ordine di uccidere, ma che questa sia davvero la strada più morale, ci permettiamo di dubitarne. 


Guantanamo, the prison which saved the West

Il Giornale, January 10 2012

Set up after the attacks against the Twin Towers, it’s the most criticized and hated facility in the world. But it prevented attacks and saved many lives.

It’s easy to be against torture after many centuries of horror, after the various inquisitions extracted so many fake confessions from heretic,  witches or simply from enemies. The modern legislation prohibits its use in line with the Geneva Convention that also regulates the issue of prisoners of war during conflicts. But that’s the old scenario with soldiers surrendering, captured and ending up like tamed prisoners waiting for peace. Instead, let’s look at the current war waged by Islamic terrorism, with some Al Qaida followers who never surrender their main weapon: fanatism. They go on indefinitely with their war, even in jail and they’re well trained to endure torture and death. Let’s try to imagine capturing a terrorist who has just provoked a massacre. He’s announcing a new attack. It could be the attack against the bus your son is travelling on. How is it possible to extract the right information to stop the blood shed? And how is it possible to prevent the terrorist form going on with his war?

Guantanamo has been the center of all these fundamental issues, a ring for the ideological and political combat ,which Obama decided to shut down three years ago. But he didn’t. Today it’s possible to say that Guantanamo – with the intrinsic recognition that the fight against terror is a war – has saved a great number of human lives, by stopping terrorists with military but decent rules and with the use of a mosaic of information.  Otherwise these terrorists would have never had any reason to stop. The methods have not alI been conventional, but no cruel or uncontrolled torture had been used. During the inspection ordered by Obama, the inspectors checked the Geneva Convention to have been complied with. The rumoured waterboarding torture during the Bush Administration has been used only for three per cent of the«prominent terrorists» detained. In any case, Khalid Sheikh Mohammed had a treadmill in his cell, even though he was the mastermind of the attack against the Twin Towers, Abu Faraj al Libi, or Hassan Ghul, the leader of Hamas, had an Islamic library and other common facilities. All had air conditioning and time to be together. They also manage to throw urine and faeces against the supervising military personnel. 

However, Obama has strategically obliterated Guantanamo: he decided it was preferable to use a lot of drones and targeted killings, including Bill Laden’s, rather than going on with this facility that has allowed to halt terror. But Obama and part of the public opinion believe that terrorism is not a war, but a criminal act. Therefore, Guantanamo – the American military and extraterritorial prison opened ten years ago – has become the main alleged humanitarian issue in the discussion on security and on the fight against terrorism.

But three years after promising to close this facility, Obama has not dared honor this pledge. He too knows that only this isolated prison - far away and outside the American soil – has prevented Bin Laden’s terrorist war from claiming other victims after September 11 and Cole. The mosaic of information gathered even through the Guantanamo questionings has saved many lives and has led to finding Bin Laden. Terrorists have been interrogated according to harsh rules such as strict isolation. But as stated by John Yoo, the legal expert who prepared the «torture memo» for Bush, the Geneva Convention ban against physical or mental suffering has taught how to avoid adding different types of suffering, such as sleep deprivation with isolation or diet changes. Since the beginning,  779 people have been detained in Guantanamo. Today there are 171 inmates of whom 60 are going to be transferred to other Countries, if possible and 46 are not eligible to be released because they’re considered to be too dangerous. Maybe the evidence against them is too risky to be revealed in a trial or too useful to avert other terrorist attacks. Obama has chosen drones and commandos with the order to kill. So, must we think that this really the most ethical way forward?

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Percy D'Elia , Roma
 giovedì 12 gennaio 2012  15:51:33

Certo che ha salvato l'Occidente, comunqueil Presidente USA dovrebbe attuare una politica MOLTO più incisiva su certi paesi del M.O. Siria, Iran, etc etc.Povero Assad che non sapeva NULLA degli spari sul proprio popolo, fa ridere i polli........., e tante altre affermazioni da parte del leader iraniano.Come on Obama, fai vedere dove sta veramente la forza degli USA contro il terrorismo senza aspettare tanto a prendere seri provvedimenti nei confronti di certi paesi. Questo vale anche per la nostraComunità Europea!!!!!!Un cordialissimo saluto.Percy D'Elia



Alberto Piperno , Roma Italia
 giovedì 12 gennaio 2012  11:45:09

quando si ha a che fare con qualche cosa marrone e maleodorante più la si rigira e più puzza. fatta questa premessa poco elegante mi viene da dire che difronte all'emergenza mai finita del terrorismo islamico si possono e si devono usare tutti i mezzi di una società garantista e civile come la nostra occidentale (anche se con tutti i suoi difetti) per combattere l'altra società incivile e corrotta del terrorismo.



Anna Maria Mileti , Italia
 giovedì 12 gennaio 2012  09:05:20

A proposito di Guantanamo.Sarebbe molto bello non avere carceri ove rinchiudere terroristi, criminali, bestie che hanno per occupazione il passaggio di esseri umani (quanti figli...) per ammazzarli prelevando i loro organi, per il passaggio di traffici loschi di ogni tipo, per il passaggio delle loro sporche storie piene di sangue delle loro vittime, dei lori sudici affari, del loro denaro pieno di sofferenze, dolore e tombe.La dimensione internazione della criminalità organizzata potrebbe essere risolta con la trasformazione di Guantanamo e altre povere carceri in albeghi lussuossimi per poter noi, gente dabbene, adattarci a questi cambiamenti dei terroristi criminali e a comprenderli nei loro vari cambiamenti di volto e di amicizie.No! Invece, occorre avere tanta forza decisiva per cambiare il corso di queste presenze orride.



Dario Maggiulli , Fiumicino
 martedì 10 gennaio 2012  18:30:50

Questo spaccato della (a me) lontanissima realtà è raggelante. Essendo io di discendenza messapica, conservo ancora integra quella metafisica esistenziale che l'ellenismo ci ha riversato nei secoli d'oro. Il fenomeno del globalismo è recente. Fino a meno di un secolo fa, diciamo soltanto nell'ultimo dopoguerra avanzato, abbiamo scoperto 'l'allontanamento' dai territori aviti. Millenni di una cultura piuttosto pacifica, estranea a contrasti profondi, (così come "nell'epicentro Guantanamo" sono paurosamente individuabili), hanno connotato la mia tradizione. Questa scrupolosa telecamera sotto la tua coltissima regìa, mi fà essere uno spettatore annichilito da un qualcosa di enorme, che è problematico affrontare. Certamente raccapriccio, è ciò che provo. Impossibile per me essere un 'tecnico', ovverossìa, un posseduto da ideologìa di sorta. La vita per me è configurata in una danza trascendentale che esclude certe asprezze del sensismo più radicale. Rilevo comunque da quanto hai esposto, che le Istituzioni mobilitate sulla questione, si muovono con grande perizia. E questo almeno ci rassicura un pò. Preziosissima questa tua ultima pagina, per la quale te ne sono molto grato. Con tanto affetto un sereno 2012. A presto. Tuo Dario Maggiulli.



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