Fiamma Nirenstein Blog

« Gli Usa rifiutarono di estradare il kamikaze» Il Mossad: uno dei terroristi è palestinese, fece saltare un bus in Israele

lunedì 17 settembre 2001 La Stampa 0 commenti
Fiamma Nirenstein GERUSALEMME Alla vigilia del Capodanno ebraico, devono essere state veramente potenti le insistenze americane perché Israele aprisse in questo momento una porta a Arafat, perché Sharon alla Knesset dichiarasse persino con una certa veemenza che se Arafat manterrà un cessate il fuoco di quarantotto ore (inteso come interruzione degli attacchi terroristici, più di cento dall'attacco alle Twin Towers, con un morto ieri proprio sulle strade di Gerusalemme, un 23enne la cui moglie è incinta di otto mesi) Peres e Arafat potranno riprendere i preparativi per il loro ormai mitico incontro e Israele terrà a casa l'esercito. L'esercito ha compiuto ieri un'incursione a Ramallah in cui un palestinese è stato ucciso, sono stati distrutti vari edifici dell'Autorità Palestinese, un soldato israeliano è caduto, ma soprattutto, come spiega Fuad Ben Eliezer il ministro della Difesa, è stato raggiunto, dopo molto lavoro dei servizi segreti, lo scopo di bloccare un leader operativo di Hamas, una figura centrale già responsabile dell'organizzazione di svariati atti di terrorismo suicida, e adesso sulla strada di un grande attentato a Gerusalemme per le feste del nuovo anno. Il terrorista, secondo fonti israeliani, è stato arrestato con i suoi quattro figli di cui due di Hamas. Intanto, si cominciano a preparare le maschere antigas: gli uffici di controllo e distribuzione si mobilitano, le famiglie cominciano a controllare che le scatole che giacciono nell'armadio di ogni casa siano a posto. Ormai non c'è ombra di dubbio che Saddam Hussein sia l'indiziato numero due degli Stati Uniti, e anche se il suo arsenale non è più quello del 1991, il rais iracheno di sicuro, dicono gli esperti, prepara le sue ritorsioni a carico di Israele. La paura è che a una diminuita potenza di fuoco, corrisponda invece una maggiore determinazione a puntare sull'obiettivo più vicino e all'uso di armi chimiche e biologiche, di cui Saddam è dotato. Le ombre del ‘ 91, quando i missili piovvero su Tel Aviv, si addensano su Israele in ogni senso, con l'aggiunta di un'intensivo terrorismo suicida proprio di questa Intifada. Gli americani già mandano a dire agli Israeliani che non sono desiderati nella coalizione a cui Bush lavora in queste ore: la presenza di Israele è un eccitante e un deterrente per gli arabi. L'odio dell'Intifada è molto accesso. E d'altra parte Israele per quanto possa capire, come nel ‘ 91, che è meglio stare buona in un angolo, pure si sente male all'idea di vedere entrare la Siria e fors'anche l'Iran che sono I grandi sponsor degli hezbollah (inventori del terrorismo suicida antiamericano fin dall'83) o Arafat, dalle cui file sono usciti tanti terroristi . Tanto più che adesso cominciano a uscire notizie sui nessi fra il Medio Oriente e il disastro di Manhattan: intanto, il Mossad fa sapere che già due mesi fa aveva dato all'Fbi informazioni precise e dettagliate sul pericolo di un grande attentato. Inoltre, secondo fonti di informazione di intelligence, uno dei 19 sospetti terroristi suicidi piloti dei jet che sono stati lanciati contro le Twins e contro il Pentagono, Mohammed Atta non sarebbe né egiziano né saudita né proveniente dagli Emirati arabi, come si è detto: sarebbe invece (a meno che non si tratti di un caso di omonimia) un arabo americano proveniente da questa zona. Atta, 33 anni, si sostiene, è stato implicato negli attentati terroristi contro gli autobus di Gerusalemme (più di 200 morti) nel 1996. Entrò in clandestinità negli Stati Uniti, dove lo accolsero i suoi parenti aiutandolo a fuggire dagli israeliani. Israele chiese la sua estradizione, rifiutata a causa della cittadinanza americana di Atta. La sua famiglia sarebbe un'eminente famiglia di El Bireh, presso Ramallah, dove non pochi godono della cittadinanza americana. Atta insieme a Marwan Ashehri, un altro dei dirottatori suicidi (sospetti) e un altro dei sette piloti suicidi, Ziad Jarrah della cellula libanese della valle della Bekaa, avrebbero fondato a Amburgo la loro cellula quattro anni fa, costruendo l'organizzazione sulla base del vecchio gruppo terrorista che nell'88 fu coinvolto nella tragedia di Lockerbie. Atta organizzò una stanza di preghiera nella università locale, ed era chiamato a Amburgo Mohamed el-Amir. L'onda di giovani terroristi islamici che si inserì sulle vecchie strutture terroriste proveniendo dal Medio Oriente, risale al 1990. Le loro strade sono terribilmente intrecciate, i sostegni ricevuti molto ampi. Israele si sente ovviamente implicata fino agli occhi in questa nuova attenzione mondiale verso il terrorismo suicida, anche perché mentre tutto il mondo ne discute, qui gli eventi seguitano a succedersi senza sosta: ieri è stata fermata una coppia di studenti di Bir Zeit di provenienza giordana che sembra abbia portato sul luogo dell'attacco il terrorista suicida della pizzeria Sbarro.

 Lascia il tuo commento

Per offrirti un servizio migliore fiammanirenstein.com utilizza cookies. Continuando la navigazione nel sito autorizzi l'uso dei cookies.