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Gli stand israeliani oscurati. Riflesso antisemita di Parigi

martedì 17 giugno 2025 Il Giornale 1 commento
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Il Giornale, 17 giugno 2025

Le Bourget, mostra internazionale di armi: e quando mai Parigi può perdere un’occasione per segnalare quanto Israele gli sta sull’anima, quanto cerca tutte le occasioni internazionali che fanno dello Stato Ebraico oggi un criminale ricercato per crimini di guerra e magari per genocidio. E così, poiché la fantasia va dove la conduce il subconscio, nonostante il permesso delle autorità, alla mostra si è preparato un catafalco nero per circondare lo stand israeliano, e sono rimaste come sospese nell’aria le scritte delle grandi imprese israeliane, senza gambe, senza braccia, pudicamente occultati in quanto appartenenti allo Stato ebraico. È un ghetto, una muraglia dedicata agli ebrei fra centinaia di espositori (tutti santi certo! venditori e acquirenti di armi): si vedono solo le scritte, Elbit, Rafael, Curtiss, IAI, segnalano dall’alto la loro scandalosa esistenza. Sui teli neri qualcuno ha scritto in fretta a mano, prima di una rapida cancellazione, un pensiero di buon senso: “Dietro questo muro uno dei migliori sistemi di difesa, usato da molti Paesi; (poiché) questo sistema protegge lo Stato d’Israele, il governo francese con scelta discriminatoria cerca di occultarlo”.

È vero: da due anni i missili che si levano a inseguire e eliminano in aria quelli lanciati del terrorismo internazionale, Hamas, Hezbollah, ora a centinaia al giorno quelli terribili dell’Iran, sono la meraviglia della difesa mondiale. Milioni devono a “Iron Dome” la vita. Israele sarebbe un campo di morte se non avesse investito tanta intelligenza e tanto denaro nella sua difesa, che include “Muro d’acciaio”, “Fionda di David” e altre armi di risposta all’attacco continuo. E ne è stato così ricompensato che anche nel momento più difficile tutto il mondo, anche i Paesi Arabi (Marocco, UAE, Bahrain) li comprano a picce. La Francia però non sembra tanto contenta, e con lei altri amici suoi, del fatto che il budget della vendita ammonti a 148 miliardi di dollari, 13 per cento in più rispetto al 2023, il doppio negli ultimi cinque anni. Israele ne ha inventata un’altra che serve a tutto il mondo: sa proteggere se stessa, vende solo al mondo delle democrazie e dei volenterosi, la sua esclusione mentre combatte contro il potere che ha riempito il mondo delle dittature di armi per aggredire l’Occidente è più che ridicolo. È colpevole.

Ieri notte, uscendo fuori nei dieci minuti prima della sirena definitiva (abbiamo tre fasi di avvertimento qui) guardavamo nel cielo nero i volteggianti proiettili che letteralmente inseguivano i missili iraniani. Il più grande, raggiunto, ha esploso nell’area una impressionante aura bianca di morte. Tonnellate di esplosivo. Meglio certo vedere questa scena in diretta della mostra di Le Bourget. Ma peccato che quando si parla di Israele tanta parte di mondo sia destinato, come in questo caso, a sbattere in un muro nero di pregiudizio. A non vedere.

 

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Piero , Italia
 venerdì 25 luglio 2025  10:32:37

Gentile Fiamma, la ascolto spesso in Radio (Radicale) e credo che lei sia mossa da una certa onestà intellettuale, ma che questo non basti per essere una persona obiettiva. Ascolto spesso la sua versione dei recenti fatti (guerra tra Israele e Hamas) ossia di come il mondo occidentale, quasi 1 miliardo di persone, abbia subito una sorta di lavaggio del cervello da parte di una stampa antisemita e stia enormemente travisando la realtà, facendo il gioco di Hamas. Io non credo che quel mondo che lei contesta sia pro Hamas, nè tantomeno anti Israele, è solo per una Palestina libera, sia da Hamas che da Israele, e per una Palestina riconosciuta come Stato e come sovranità territoriale. In poche parole penso (io che appartengono a quel mondo che lei crede plagiato e ottuso) che la reazione di Israele ai fatti di Ottobre 2023 sia spropositata e che una cosa sia la Palestina, un'altra sia Hamas. E che il modo di "fare giustizia" di Israele stia semplicemente rinsaldando questo rapporto, di fatto rafforzando Hamas. La prima (ed unica) volta che sono andato in Israele, nel 2018 sono stato bloccato in aeroporto per 8 ore dalla polizia che non avendo nulla di me ne suoi archivi, mi ha sottoposto ad interrogatori infiniti in cui volevano sapere tutto su di me (con tanto di sequestro del cellulare) e sulla mia famiglia, solo perché ho una fisionomia vagamente arabeggiante, sono meridionale. In quelle 8 ore di snervante attesa mi chiedevo se fosse accettabile vivere in quello stato disumano di scetticismo e se un tale stato, ripeto disumano, possa essere solo provocato da un vicino malevolo e non anche da un comportamento scorretto, sproporzionato, radicato in anni e anni di convivenza indesiderata. E quello che sta succedendo oggi mi fa propendere per la seconda versione.La saluto con rispetto e con lo stesso rispetto ho il sentore che questo commento non sarà pubblicato sul suo blog.



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