Fiamma Nirenstein Blog

Gli ebrei rischiano ancora il genocidio

giovedì 27 gennaio 2011 Il Giornale 8 commenti

Il Giornale, 27 gennaio 2011

Non basta ricordare la barbarie nazista: anche oggi c’è chi minaccia Israele di distruzione di massa Se si vuole che il massacro del Ghetto di Varsavia non ritorni mai più, bisogna agire di conseguenza

Non possiamo più celebrare il Giorno della Memoria semplicemente ricordando, sia pure con tutto il cuore e la migliore buona volontà. Questo è un Giorno della Memoria di battaglia. L’illusione che la storia del mondo marci progredendo, ci ha illuso che “mai più” non fosse un auspicio, ma una constatazione. Invece, è una battaglia durissima. L’Onu, nato sulle ceneri della Shoah, è stato innanzitutto costruito per garantire che la politica o l’incitamento per il genocidio siano proibiti secondo la legge internazionale. Le convenzioni dell’Onu contro il genocidio lo prevedono. Ma nella realtà, abbiamo visto cos’è accaduto in Cambogia, in Darfur, in Rwanda, abbiamo visto i tentativi di genocidio in Tibet e in Bosnia... Quanto all’incitamento, ormai è cibo quotidiano, e basterebbe un tribunale internazionale per giudicarlo come di dovere, ma nessuno lo fa.

Due volte durante il mio lavoro di giornalista in Medio Oriente ho ritirato, come tutti, negli appositi centri la maschera antigas. Nel ’91 mi sono rifugiata in una camera di sicurezza approntata in casa, nel 2003 l’ho preparata nel ripostiglio di casa mia con teli di nailon e scotch lungo la porta. Mio marito e io ci siamo attrezzati con tute di plastica adatte a uscire resistendo a un eventuale attacco chimico o biologico, per andare a coprire le notizie. Di fatto nel 1991 Israele fu attaccata dai missili di Saddam che fecero morti e feriti; nel 2003 l’attacco americano a Saddam non gli dette il tempo di rispondere. Ma le maschere, poi distribuite di nuovo per paura di attacchi sterminatori col gas inodore e incolore che brucia la pelle e distrugge i polmoni col botulino o con l’antrace, si aggiungono all’impegno continuo nel costruire rifugi per ogni casa, ogni scuola, ogni ospedale. Israele brevetta senza sosta nuovi servizi di pronto soccorso e di evacuazione di massa, sperimenta catene mediche e paramediche veloci, dota gli ospedali di grandi sotterranei antiatomici. La popolazione compie esercitazioni per il caso, unico al mondo, come minacciato a chiare lettere in televisione, sui giornali, su Internet, all’Assemblea Generale dell’Onu che nemmeno ha pigolato una risposta, di una distruzione di massa, ovvero di un nuovo sterminio degli ebrei.

Ogni famiglia nello Stato ebraico riceve dal postino come normale posta brochure aggiornate su cui - illustrate con pacifiche immagini di papà, mamma e bambini - si descrive l’eventualità di attacchi missilistici e atomici. Il Paese degli ebrei è divorato dalle spese di difesa militare, di scudi spaziali. È orribile scriverlo nel Giorno della Memoria, dopo che già molti ne sono trascorsi da quando la minaccia all’esistenza stessa di Israele è diventata quasi un luogo comune: «Israele è un albero ammarcito da sradicare» «gli ebrei sono un popolo puzzolente»; «Come ha detto l’Imam, Israele deve essere cancellata dalla carta geografica»; «Dopo la seconda guerra mondiale gli ebrei stabilirono uno stato artificiale, falso, fittizio»; «Devono sapere che si sta avvicinando l’ultimo giorno della loro vita»; «Fra gli ebrei ci sono sempre stati coloro che hanno trucidato i profeti di Dio e che si sono opposti alla giustizia e alla rettitudine. In tutta la storia questo gruppo religioso ha inflitto i peggiori danni alla razza umana, e si è organizzato per complottare contro le altre nazioni e gli altri gruppi etnici per causare crudeltà, malizia e malvagità»; «E se un ebreo si nasconderà dietro un albero o una pietra, essi chiameranno “o figlio dell’Islam vieni e uccidi l’ebreo che si è nascosto qui dietro”».

Queste oscene esternazioni, spesso unite ad affermazioni che negano la stessa esistenza della Shoah, potete scegliere, sono uscite dalla bocca di leader, imam, militanti del terrorismo, che in Iran percorrono sicuri la strada verso la bomba atomica e si sono dotati di missili Shahab del raggio fra i 1300 e i 2000 chilometri; che, come gli Hezbollah libanesi, hanno una potenza balistica di 60mila missili di ogni gittata che gli sono stati consegnati dalla Siria e dall’Iran; che, come Hamas a Gaza, oltre a schiere di terroristi suicidi assemblano armi sempre più perfezionate capaci di raggiungere Tel Aviv.

Noi cerchiamo, tramite la sacrosanta conservazione della memoria dei sopravvissuti, di ricordare che all’origine dello sterminio degli ebrei c’è una struttura psicologica e propagandistica che delegittima la stessa esistenza degli ebrei, l’attacco a Israele è sempre più strutturato con gli stessi elementi, le stesse accuse di complottismo, di sete di sangue, di vorace passione per il potere e per il danaro che hanno consentito e promosso il genocidio degli ebrei descrivendoli come esseri subumani, indegni di vivere.

È ormai semplicemente impossibile sostenere che l’attacco a Israele sia legato alla critica alla sua politica quando si verifica, come successo nel 2009, che gli attacchi agli ebrei europei hanno superato quelli immediatamente precedenti alla Seconda guerra mondiale. L’antisemitismo non è cresciuto a causa della critica allo Stato d’Israele, è la delegittimazione dello Stato di Israele che è cresciuta a causa, e di concerto, con l’antisemitismo, sempre più nutrito dall’integralismo islamico. Anche questo ci è difficile denunciare. Ma è questo il compito di chi ha negli occhi le immagini del bambino del Ghetto di Varsavia con le mani in alto. Volete che non succeda “mai più”? Dovete guadagnarvelo.

The Jews run the risk of another genocide

Il Giornale, 27 January 2011

We can no longer celebrate Holocaust Remembrance Day simply by remembering, albeit from the depths of our hearts and with the greatest of goodwill. This Holocaust Remembrance Day must be lived in a fighting spirit. The illusion that the history of the world is marching in progress deluded us into believing that “never again” is not just a hope but a statement of fact. But it is indeed a very tough battle. The UN, born from the ashes of the Shoah, was, first and foremost, set up to guarantee that genocide policies or instigation to genocide would have been prohibited by international law. This is provided for in the UN conventions against genocide. But as a matter of fact, we have seen what has happened in Cambodia, in Darfur, in Rwanda... We have witnessed genocide attempts in Tibet and in Bosnia... As far as instigation is concerned, it has become par for the course, and all that is actually needed would be an international court prepared to pass fair sentences. But nobody lifts a finger.

Twice during my work as a journalist in the Middle East, I collected my gas mask, just like everyone else, from one of the centers designated for this purpose. In 1991, I took refuge in a safe room prepared in the house. In 2003 I converted a walk-in cupboard in my own house into a safe room by applying nylon sheeting and sticking adhesive tape around the door. My husband and I kitted ourselves out with plastic overalls able to withstand chemical or biological attacks, so that we could go out and cover the news. In fact, in 1991 Israel was attacked by Saddam’s missiles killing and injuring civilians; in 2003 the American attack on Saddam did not give him the time to respond. But the masks, then redistributed for fear of exterminating attacks with odorless, colorless gas that burns the skin and destroys the lungs with botulinum toxin or with anthrax, add to the unflagging efforts to build shelters for every house, school and hospital. Israel uninterruptedly patents new accident and emergency services, new mass evacuation systems, it sets up rapid medical and paramedical chains, it equips the hospitals with spacious anti-atomic underground bunkers. The population carries out drills in the event – unique in the world – of mass destruction, i.e. a new extermination of the Jews, as threatened in block capitals on the television, in the newspapers, on the Internet, and at the General Assembly of the UN, which failed to utter a cheep in response.

The postman delivers to each family in the Jewish State, as part of its routine mail, updated brochures that describe the possibility of missile and atomic attack, complete with photos of carefree mothers, fathers and children. The Jewish State is bled dry by the costs of military defense, of strategic defense systems. It is appalling to write this on Holocaust Remembrance Day, after so many have passed since the threat to the very existence of Israel virtually became a platitude.  «The Zionist regime is a rotten, dried tree that will be eliminated by one storm» «the Jews stink»; «As the Imam said, Israel should be erased from the map»; «After the Second World War, the Jews founded an artificial, false and sham state»; «They must know that their end is imminent»; «Among the Jews there have always been people who have slain God’s prophets and who have opposed justice and integrity. Throughout history, this religious group has inflicted unspeakable damage on the human race, and it has plotted against other nations and other ethnic groups in order to engender cruelty, malice and wickedness»; «And if a Jew hides behind a tree or a rock, the tree or rock will call out “O son of Islam come and kill the Jew who is hiding behind me”».

These obscene statements, often made along with affirmations denying the very existence of the Shoah were uttered by the leaders, imams, terrorist militants, take your pick, who in Iran are making their way relentlessly towards the atomic bomb and who have equipped themselves with Shahab missiles that have a range of between 1300 and 2000 kilometers; who, like the Lebanese Hezbollah, have the ballistic power of 60,000 missiles of all ranges, that have been delivered to them by Syria and Iran; who, like Hamas in Gaza, in addition to arrays of suicide terrorists, are amassing ever more sophisticated weapons capable of reaching Tel Aviv.

We are trying, by keeping the memory of the survivors sacrosanct, to refocus attention on the fact that at the origin of the extermination of the Jews there is a psychological and propagandistic structure that delegitimizes the very existence of the Jews. The attack directed at Israel is increasingly more well-structured with the same elements, the same accusations of conspiracy, of thirst for blood, of insatiable desire for power and for money that led to and encouraged the genocide of the Jews, describing them as sub-humans, unfit to live.

It is by now simply impossible to maintain that the attack on Israel is connected to criticism of its politics when attacks on European Jews in 2009 exceeded those perpetrated on the eve of the Second World War. Anti-Semitism has not grown due to criticism of the State of Israel. It is the delegitimization of the State of Israel that has grown due to and along with anti-Semitism, which is fomented more and more by Islamic fundamentalism. And this too is difficult for us to denounce. But this is the task of those who can still see, in their mind's eye, the image of the child in the Warsaw Ghetto with his hands raised. “Never again”! Do you want it never to happen again? You are going to have to work for it.

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Francesco , Roma
 giovedì 10 febbraio 2011  10:55:37

Il mondo é pervaso da una sorta d'abbandono della coscienza umana che rende i Governi, le nazioni, i popoli, indifferenti, disinteressati, immemori, delle strazianti sofferenze patite dagli ebrei; gente mite, lavoratrice, umile e rispettosa delle altrui culture o confessioni religiose.Quello che vediamo che accade ai confini di Israele con i popoli arabi, estremisti islamici, é solo la reazione, a volte anche scomposta ma comprensibile, di chi si trova a difendere, oltre alla propria vita e di quella dei suoi familiari, l'esistenza del proprio popolo. Esistenza che di certo gli ebrei nel mondo, per secoli, non possono dire di averla passata bene...Quello che spaventa di più in questa vicenda che il popolo d'Israele si trova nuovamente a dover superare, non é solo l'odio degli estremisti arabi, ma principalmente l'inefficienza e l'impotenza delle nazioni e dell'ONU, che stanno a guardare con indifferenza e disinteresse questa situazione esplosiva che sicuramente coinvolgerebbe anche molte altre nazioni, e non solo Israele e l'Iran.Abbiamo, ai confini di quel piccolo pezzo di terra d'Israele, gruppi, truppe, esaltati kamikaze, i quali stanno fremendo per far esplodere la miccia della "situazione finale". No! Non si può permettere un altra Shoà!! Non é possibile che possa esserci chi, da un pulpito mediatico, possa nel 2011 chiamare le folle a "giustiziare" gli ebrei. Non é possibile!Non può essere vero e possibile, che un novello Hitler possa risorgere per compiere l'ennesima strage d'innocenti.



Adriano Romaldi , FALCONARA M.MA (AN) ITALY
 sabato 29 gennaio 2011  19:25:55

Vorrei sapere di Sharon poiché non so se sia morto o ancora in vita; sono stato dispiaciuto della sua storia.L'amore di un uomo per una donna è vero nella misura in cui la donna e l'uomo si compiacciono l'uno dell'altro; in ogni cosa.L'amore di una persona, di qualsiasi sesso, per la propria identità, fede e azione si misura ogni volta che si compiace di ciò che viene fatto.Che Israele sia in Pace dipende dall'amore dei suoi Figli per la propria MadreNon esiste amore senza amore per la Madre e sappiamo anche che il Padre Eterno chiede ai figli solo questo.Lasciamo lavorare Dio perché qualsiasi cosa faccia è bene per i figli; lo dico per me, per Lei e per Israele.Dott. Adriano Romaldi



Alberto Piperno , Roma Italia
 venerdì 28 gennaio 2011  11:22:37

Sono stato ieri al congresso di Fiamma e mi sono trovato d'accordo su tutto quello che ho sentito dire nei vari interventi. Ora pero' è il momento di dare seguito concretamante alle parole. Il mio comitato Memoria Dialogo Pace, nel quale sono presenti anche Mons. Rino Fisichella e il Dott. Gaetano Sottile per gli evangelici italiani celebra da ormai dieci anni presso la Camera dei Deputati il Dies Memoriae ma come tutte le cose oggi sentiamo piu' che mai l'esigenza di dare nuovo impulso alla nostra attivita' che come ho detto si svolge una sola volta l'anno, anche se con grande successo avendo avuto negli anni ospiti di primissimo piano come Presidenti della Camera o ministri quali Frattini Fini Parisi Meloni e tanti altri. Mi piacerebbe molto quindi , oveve Fiamma fosse interessata concertare i nostri sforzi in attività durante tutto l'anno. In attesa di un vostro riscontro Vi ringrazio Alberto Piperno



Dova Cahan , Tel Aviv
 venerdì 28 gennaio 2011  05:08:35

Carissima Fiamma, mi concentro sul secondo paragrafo del tuo scritto "Gli ebrei rischianoancora il genocidio" e sopratutto sulla parte delle maschere a gas. Io pure ho passato questi due episodi da te descritti qui a Tel Aviv dove risiedo. Nei lontani anni del 90,ero ancora piu giovane e desideravo anche io una vita calma e tranquilla come tutte le persone del mondo. Certo che colta nella notte dalle sirene d'Israele che ci avvisavano di un imminente razzo dall'Iraq despota di Saddam Kussein,il Nabuccodonosor di quei giorni che mirava alla distruzione dello Stato d'Israele e del popolo ebraico non posso dire che mi sono svegliata in mezzo alla notte con grande tranquillita a mettere la maschera antigas e correre nella stanzablindata per cosi dire di naylon e teli diplastiche come illusione protettiva antigas.Passammo un mese in quelle condizioni non umane con la grande speranza che cio ci avrebbe protetto dal gas micidiale. A me ed alla mia famiglia e stata offerta anche l'alternativa da carissimi amici nostri residenti in Italia, diabbandonare provissoriamente Israele e avere rifugio in una delle loro case che mettevano a nostra disposizione.Forse io sarei stata tentata a mettere insalvo la mia vita, mentre la mia cara mamma che ha passato il periodo dellaShoa in Romania non era disposta a lasciare Israele a nessun costo. Le sue parole furono "Condivideremo anche noi il destino della gente di Israele, cio che sara con loro sara anche con noi". A queste parole non ho avuto piu nulla da ridire e nelle guerre a venire che ci sono state poi contro Israele da parte di tutti gli stati arabi confinanti nemici mi sono assunta anche io la responsabilita che la mia vita e qui e la mia sorte e da dividere con il mio popolo.Anche le minaccie del nuovo Nabuccodonosor dell'Iran di oggi,Ahmedinejad, non mi spaventano piuGuardo a questa realta con tanta fiducia che il popolo ebraico continuera ad esistere oggi e per sempre dovuto alla esiste



AGOSTINO MORELLO , ANCONA - ITALIA
 giovedì 27 gennaio 2011  18:43:32

Brava! Continua ad aver coraggio.



gianfranco pellegrini , milano
 giovedì 27 gennaio 2011  18:25:35

L'unico modo per proteggere Israele da attacchi islamici provenienti da Iran è quello di accettare che Israele venga associato alla Nato in modo che la stessa sia obbligata a coinvolgere le nazioni socie a rispettare l'impegno a intervenire



michele lascaro , matera
 giovedì 27 gennaio 2011  16:59:16

Gentile Signora, il suo articolo mette in evidenza il pericolo attuale antiebraico, e cioè la preconizzata distruzione di Israele. Penso che sia più giusto organizzare le forze dei sostenitori di Israele in questo senso. Insistere sulla Shoa fa solo il gioco degli imbecilli , che la negano. Due giorni fa ho letto sul nostro Giornale uno scritto di Giorgio Israel a questo proposito. Sono d'accordo con entrambi sulle nuove nubi, su cui è necessario concentrarsi e reagire. Cordiali saluti.



Sergio Olper , Carimate
 giovedì 27 gennaio 2011  14:03:22

Anch'io, ieri sera, ho visto su History ch. le immagini del piccolo martire. Anzi le ho riviste per la centesima volta. E ho visto le peripezie di due sorelle sopravvissute alla deportazione del Ghetto di varsavia. E, come sempre, mi vengono in mente due mie zie, deportate e mai tornate. Ho pensato, come sempre, quanto mi sarebbe piaciuto conoscerle. Ho pensato anche a mio nonno, suicida nel '48, per il rimorso di non essere fuggito, come gli suggerivano i suoi fratelli, e per le traversie terrorizzate, che subirono mio padre e mia zia. Nascosti. Braccati E, poi, quel mai più che è divenuto:"speriamo sia davvero mai più". Sono anni che non ci credo più.Vivo nel terrore per i miei fratelli israeliani. Bisogna ricordare ma bisognerebbe anche reagire. Una volta per tutte: se non ora, quando?...



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