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Gerusalemme, vietata l'esposizione della statua di Michelangelo

sabato 22 luglio 1995 La Stampa 0 commenti
CI volevano quei 4 metri di sfolgorante nudità michelangiolesca per mettere insieme gli arabi e gli ebrei religiosi di Gerusalemme come il processo di pace non riuscirà mai a fare. Firenze voleva fare alla città troppo santa questo bel regalo di compleanno per la sua trimillesima candelina: una copia perfetta del David di Michelangelo. Dopo tutto il festeggiato era proprio re David, che tremila anni fa saliva al trono. E il vicesindaco di Gerusalemme David Cassuto l'aveva accettata con gioia: è vero che è un ebreo osservante ma è un fiorentino un artista e un architetto. L'idea era gentile e solare: non a caso era nata da una visita piena di allegria da parte del Comune di Firenze di fronte a un bicchiere di vino in un ristorante dello shuk gerusalemitano e certamente non avrebbe fatto male a una città tanto presa dai suoi guai, tanto bella e tragica. Ora, si sa, ai musulmani e agli ebrei è proibita la raffigurazione dell'Onnipotente; e mal volentieri l'uomo creato a immagine e somiglianza di Dio è stato effigiato dagli artisti appartenenti alle due religioni. Così la loro arte si è dovuta accontentare di fregi e di arabeschi astratti, che, per quanto belli, giustamente hanno indotto ebrei e musulmani illuminati a lamentare un'assenza di capolavori nell'arte figurativa delle rispettive culture. E nonostante gli artisti moderni si siano sforzati di colmare questo vuoto riconoscendo l'infinita potenza dell'espressione, in pittura e scultura, del volto e del corpo umano, pure di nuovo l'oscurantismo si accanisce laddove uno meno se l'aspetta. Michelangelo, il David, la sua nudità così classica da essere sublime, sembravano al di là di ogni discussione. E invece la bellezza, l'arte, il corpo dell'uomo, e in definitiva l'uomo stesso sono ancora per la religione terribili nemici da eliminare. In questi giorni di conclusione dei colloqui di pace, come non mai gli ebrei ortodossi di Gerusalemme sono ideologicamente in difesa contro i palestinesi, che a loro volta montano la guardia alla loro parte di santità gerusalemitana. Ne nascono scontri quanto mai violenti e sanguinosi. Eppure le due parti non esitano a mettersi insieme contro quel gran Davide nudo, improvvisamente inerme, come spesso lo sono le idee audaci e belle di fronte al buio della ragione. Sarebbe magnifico che trovandosi in campo si guardassero gli uni e gli altri, scoprendosi vicini, con i loro riccioli laterali e le loro kefiah, scoppiassero insieme in una gran risata che liberasse anche noi dall'incubo di un mondo senz'arte. Fiamma Nirenstein SERVIZI A PAG. 8

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