GERUSALEMME MANDA PIÙ UOMINI CONTRO HEZBOLLAH E AFFIANCA UN NUOVOGE NERALE AL COMANDANTE DELLE OPERAZIONI Israele accelera: via alla nuova offensiva Nasrallah in tv: « Accettiamo solo il piano di Beirut» e co nsiglia agliarabi: « Fuggite da Haifa»
giovedì 10 agosto 2006 La Stampa 0 commenti
Fiamma Nirenstein
GERUSALEMME
Salvaguardare innanzitutto la vita dei soldati seguitando a usare
l’ aviazione, o cercare di vincere la guerra di terra e salvare così la vita
dei cittadini di Israele? Questa è stata la domanda che dire drammatica è
dir poco quella che Israele si è posta ieri. E quindi, è stata una decisione
molto difficile per Israele quella presa dal Gabinetto di Sicurezza:
allargare le operazioni di terra. Dopo sei ore di discussione nove su dodici
ministri hanno votato a favore, mentre altri tre, Shimon Peres , Ofir Pines,
Eli Ishai si sono astenuti. La decisione stabilisce che l’ esercito avrà il
permesso di addentrasi in Libano per trenta chilometri circa, fino al fiume
Litani, in modo da liberare il terreno dalla presenza delle katiushe e dei
missili che colpiscono Israele per quanto possibile spazzando via le basi
degli hezbollah. Le prime due colonne blindate sono entrate ieri notte in
territorio libanese con la copertura dell’ aviazione.
Ma ieri Hassan Nasrallah, il leader di Hezbollah, è tornato a parlare dagli
schermi della tv « Al Manar» : ha detto che la forza del Partito di Dio è
intatta e ha invitato la popolazione araba di Haifa a lasciare la città . Ha
minacciato: « Il Sud del Libano diventerà il cimitero degli invasori» . Il
leder sciita ha dato ironicamente il « benvenuto» agli israeliani, dicendo
« vedrete, se Dio vuole, tutto il nostro coraggio» . Sul dipiegamento
dell’ esercito di Beirut al Sud Nasrlallah è stato possibilista: « In passato
ci siamo opposti al dispiegamento dell'esercito alle frontiere perché
temevamo per la sua sicurezza; oggi siamo d'accordo, ma non nascondiamo la
nostra preoccupazione perché l'esercito potrebbe essere distrutto in pochi
giorni» . Il leader sciita ha poi suggerito al governo di Beirut di insistere
nella richiesta di un ritiro immediato di Israele dal Libano. Le milizie, ha
assicurato il leader sciita, « continueranno a combattere a nome dei libanesi
fino all'ultima granata nella zona del Libano che non può essere protetta
dall'esercito nazionale di Beirut» .
Mentre si svolgeva il voto alla Knesset, seguitavano a cadere su tutta la
zona nord di Israele missili e katiushe. Ecco il perchè della decisione del
governo israeliano: le incursioni aeree che sono state il nerbo delle prime
settimane non hanno portato tanto lontano; i missili seguitano a costringere
la popolazione del Nord nei rifugi, con distruzioni morti e feriti. Il
governo ha risposto con la sua decisione al sentimento della gente, che è da
una parte stanca e esasperate dalle perdite umane ed economiche e dalla
distruzione della propria vita, ma dall’ altra determinata nel chiedere una
situazione in cui non si riproduca il disastro. « Non abbiamo nessuna
possibilità di fermare gli Hezbollah altro che entrando sul territorio,
scovando i lanciamissili e le altre armi che possiedono, impedendo loro di
ristabilire continuamente le basi e le armi. Non abbiamo tuttavia nessuna
intenzione di entrare in conflitto» , dice il ministro Haim Ramon.
« La guerra contro i guerriglieri, non la si può vincere con gli aerei se non
con stragi di cui noi abbiamo nessuna intenzione di compiere» , spiega il
generale delle riserve e stratega Jaacov Amidror « e io ho una critica severa
a questa decisione: avrebbe già dovuto essere presa quattro settimane fa» .
La rimostranza è stata evidentemente condivisa in segreto anche dal Capo di
Stato Maggiore Dan Halutz, se ieri il generale che comanda il fronte nord,
Udi Adam, si è visto affiancare dal generale Moshe Kaplinsky nel compito
inventato di « rappresentante del Capo di Stato maggiore» .
Ci sono critiche anche da sinistra: Yossy Beilin sostiene che entrare è un
errore, che una volta entrato nel « fango libanese» non si saprà più come
uscirne, e Israele dovrà occupare per settimane un territorio straniero, ciò
che gli creerà anche il problema del rapporto col consesso internazionale,
che fino ad ora è stato abbastanza quieto.
E’ per questo che ieri era circolata l’ idea che Olmert non avesse annunciato
l’ inizio dell’ operazione, da una parte per proteggerla con la nebbia dovuta
per le azioni militari, ma soprattutto per vedere che aria tirerà dopo la
risoluzione dell’ Onu. La verità profonda è che i soldati, che anche ieri
hanno combattuto duramente in tutta la striscia a Nord del confine, a Ayata
al Saab e a Dibel, sono la vera preoccupazione del governo: i giovani che
lasciano ogni giorno la vita in Libano, figli di una così piccola
popolazione, educati all’ amore della vita, figli di famiglie appassionate,
sono il pensiero fisso di questo governo. Anche ieri si sa che ne sono stati
uccisi diversi dai missili Matisse, i missili antitank che gli Hezbollah
sparano fino a un chilometro e mezzo di distanza e che seguitano a essere la
loro migliore arma.
E sempre di più sarà difficile per i soldati dal momento che l’ esercito si
addentra in Libano: tuttavia, fin’ ora, per esempio nel famoso villaggio in
cui ancora si combatte, Bint Jbeil, la tattica era quella di entrare e
uscire, e questo ha fatto sì che gli Hezbollah se ne approfittassero. Adesso
non sarà più così : rimarrà per tutta la durate dell’ operazione fino al
Litani che potrebbe prolungarsi per qualche settimana. R resterà finchè una
forza internazionale non venga a dargli il cambio. Inshallah.