Gaza. Ma nessuno dice che il loro obiettivo è sterminare gli ebrei
domenica 1 aprile 2018 Il Giornale 1 commento
Il Giornale, 01 aprile 2018Il rischio che la "Marcia del ritorno" di Hamas diventi terrorismo di massa e guerra sta diventando concreta; tutto il mondo sa che questo è lo scopo sociale stesso dell'Organizzazione insieme alla morte degli ebrei e la conquista dell'Occidente, sa che qui, con le marce di massa, siamo di fronte a una svolta strategica che è una scintilla terrorista nel pagliaio del Medio Oriente. Ma l'ONU di nuovo biasima Israele alleandosi nel suo sport preferito, anche se stavolta senza riuscire a raggiungere una condanna: però Antonio Guterres, il Segretario generale, non fa mancare la richiesta di un'inchiesta internazionale, si associa all'idea tradizionale e sbagliata che Israele abbia usato forza sproporzionata nel controbattere alle manifestazioni di massa sul suo confine, e passa l'idea che abbia ucciso dei palestinesi che marciavano "pacificamente" verso il suo confine.
Si qualifica subito come loro difensore il campione dei diritti umani Mohamed Javad Zarif, il Ministro degli Esteri iraniani, il cui Paese detiene il primato del terrorismo internazionale: "I sionisti hanno assassinato dei pacifici dimostranti le cui terre furono rubate mentre marciavano per sfuggire il crudele e disumano confine di apartheid". Sul proscenio anche l'altro campione dei diritti umani Tayyip Erdogan, il Primo Ministro turco, i cui soldati hanno quasi concluso la pulizia etnica dei Curdi a Afrin in Siria del Nord.
Hamas è un'organizzazione terrorista che domina dal 2007 tutta Gaza. Chi osa opporsi viene giustiziato. I marciatori, spinti verso il confine con Israele in massa, avevano guardie armate di Hamas anche in mezzo a loro, come testimonia il vanto che dice che fra i quindici morti, cinque erano suoi esponenti armati. Hamas prese il potere nel 2007 contro Fatah. Gli israeliani si ritirano fino all'ultimo uomo dalla Striscia, lasciando i cittadini padroni di strutture produttive che sono state fatte a pezzi.
Hamas si impegna solo nella guerra. La sua carta vede nel "sionismo mondiale" l'origine di ogni male citando i Protocolli dei Savi di Sion, incita ad ucciderli, dice: "Allah è il suo obiettivo, il profeta il suo modello, il Corano la sua costituzione, la jihad il suo cammino e la morte in nome di Allah il più dolce dei suoi desideri". Hamas ha investito la magna parte dei suoi milioni giunti dall'Iran, dal Qatar e contribuenti simpatizzanti in missili e tunnel.
La sua crisi umanitaria non esisterebbe se i fondi fossero andati in imprese e strutture sociali. Invece hanno finanziato la grande impresa terrorista che ha fatto migliaia di morti in Israele.
Per altro Israele pure cercava di seguitare a consentire gli aiuti e i traffici necessari alla popolazione. Ma il confine è chiuso, come anche quello con l'Egitto che sarebbe la più naturale uscita. Al Sisi si guarda bene dal liberalizzare Gaza. Hamas è più interessato all'uso terrorista della folla esasperata che al suo progresso. Dopo aver tentato invano di terrorizzare gli israeliani con l'Intifada, Hamas è passata alla strategia dei missili contro i cittadini del sud. Solo il sistema "Iron Dome" di difesa missilistica ha salvato gli israeliani dalla strage. Adesso Hamas muove le folle in un momento in cui Israele festeggia la Pasqua, Abu Mazen è debole e la concorrenza è facile, il mondo arabo si piega al nuovo corso inaugurato da Trump in cui l'Ambasciata americana viene spostata a Gerusalemme.
Non a caso le manifestazioni di Hamas devo rinnovarsi fino al 15 di maggio, giorno dell'Indipendenza di Israele e del passaggio dell'Ambasciata. Ismail Hanyie non si è peritato di ringhiare la minaccia di morte e espulsione a Israele insieme alla rottura del confine e la conquista del territorio israeliano per darlo ai "profughi" che ormai non esistono più, sostituiti da discendenti infelici perché non li si lascia uscire da un ghetto concettuale e li si consegna alla militanza terrorista.
Le folle che hanno marciato verso il confine lo hanno fatto per "il ritorno", una mossa strategica per alleare Hamas al fronte strategico più estremo, quello iraniano come quello della Fratellanza Musulmana. Mai il "ritorno" potrà essere parte di un processo di pace, salvo che si cancelli lo Stato Ebraico. La"marcia" vuole morte e distruzione, Israele non può consentire a Hamas di penetrare le sue difese specie quando viene avanti sparando, bruciando copertoni, lanciando bombe molotov. La notte Hamas ha lanciato missili. Altri ne verranno, tanto più se l'ONU e il mondo arabo non prendono le distanze subito.
lunedì 2 aprile 2018 11:09:33
Purtroppo l'occidente ascolta ma non vuol sentire, questa e' la realtà