Fiamma Nirenstein Blog

Fondato nel '67, non ha pubblicità . L'affare verrebbe trattato durant e la visita di Netanyahu in Italia Voci a Tel Aviv: Berlusconi si compra u na tv Il primo canale (oggi di Stato), che rivelò lo scandalo Hebrongate

venerdì 4 aprile 1997 La Stampa 0 commenti
TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Chissà se agli israeliani farebbe piacere che Silvio Berlusconi divenisse proprietario del primo canale della televisione; ovvero, di quel mitico canale che è stata tv fino a poco tempo fa; il canale che fu aperto a malincuore solo nel 1967 da Ben Gurion, che non voleva il video nelle case anticonsumiste dei suoi concittadini; il canale che ancora oggi non ha pubblicità e svolge il suo antico ruolo sociale con un sostanzioso giornalismo d'opposizione inviso ai politici, e soprattutto a quelli che fanno parte dell'attuale governo. Non è fantascienza: sembra che circa tre mesi fa, quando Netanyahu venne in Italia, fra il capo di Forza Italia e Bibi si sia svolto un incontro molto simpatetico e anche fattivo. Netanyahu era in generale interessato ad aprire canali di collaborazione con la finanza e l'industria italiana, ed è per questo che, benché stia per partire alla volta degli Stati Uniti per un fondamentale appuntamento con Clinton, non ha voluto rinunciare all'incontro italiano lungamente preparato dalle rispettive Confindustrie per venerdì prossimo in Italia sotto il patronato del . In questa occasione, si dice, Bibi incontrerebbe soprattutto Berlusconi. Il rapporto con Silvio Berlusconi è stato particolarmente focalizzato su un progetto lungamente accarezzato dal premier israeliano: la privatizzazione della tv pubblica, che ora viene mantenuta soltanto coi contributi governativi e con il canone, e che conta una schiera di giornalisti molto agguerriti e poco in sintonia con Netanyahu. Il picco della contrapposizione fra l'ufficio del primo ministro e la tv si è avuto poche settimane fa, quando la giornalista del tg del 1o, Ayala Hasson, ha portato al pubblico alcune fondamentali rivelazioni (ancora non appurate) secondo le quali il partito religioso Shas avrebbe votato alla Knesset a favore dello sgombero di Hebron in cambio della garanzia di nominare Avvocato dello Stato un certo Baron (che poi s'è dimesso in seguito a violenti attacchi precedenti lo scandalo) che era molto amico di un capo dello Shas a sua volta inquisito, Arieh Deri. I pourparler di Netanyahu con Berlusconi sono tuttavia precedenti a questo episodio e all'accendersi di un autentico conflitto fra l'ufficio del premier e il 1o canale: fanno parte di una linea economica che Bibi per la verità ha sempre prediletto, quella, appunto, delle privatizzazioni. Da voci raccolte in Israele da parte di testimoni che non vogliono essere nominati, pare che Berlusconi sia interessato ad acquistare la tv israeliana, molto seguita e fiorente; sembra che la Fininvest abbia svolto indagini preliminari e che ci siano state diverse telefonate fra le parti. In definitiva, il viaggio di venerdì prossimo di Netanyahu, in un periodo tanto teso e drammatico, se avverrà , sarebbe soprattutto una buona occasione per perseguire l'idea di cui si è parlato qualche tempo fa. Quanto all'incontro fra leader economici, certo Netanyahu lo svolgerà nel quadro della promozione di un'economia che, per quanto avanzatissima specie nel campo delle alte tecnologie (Intel e Motorola hanno investito in microprocessori cifre da capogiro), pure soffre degli ondeggiamenti del processo di pace, di cui Bibi non è il campione. Quindi, benché i motivi dei guai siano svariati, e certo giochi anche, per esempio, il tentativo della Banca d'Israele di salvare il Paese dall'inflazione aumentando i tassi, pure fa un certo effetto agli investitori che il Pil dal 7% degli anni del processo di pace sia passato al 4,5% in questi tempi duri. Fiamma Nirenstein

 Lascia il tuo commento

Per offrirti un servizio migliore fiammanirenstein.com utilizza cookies. Continuando la navigazione nel sito autorizzi l'uso dei cookies.