Fiamma di Gerusalemme
Corriere Fiorentino, 24 marzo 2012 di Edoardo Semmola
Quando l’allora sindaco di Firenze Bogianckino andò in visita a Gerusalemme, il primo cittadino Teddy Kollek che lo accompagnò alla Tayyelet si stupì che un fiorentino potesse trovare bellissima la sua città. “Mi guardi negli occhi, lei viene da Firenze –gli disse- vuole mettere Michelangelo e Giotto a confronto con questo malaga?”, parola che si può tradurre con “confusione”.
A raccontare questo aneddoto, simbolico e rappresentativo, è Fiamma Nirenstein che ieri nella Sala dei Fiorentini al primo piano della redazione del Corriere Fiorentino ha presentato il suo libro A Gerusalemme (Rizzoli) durante l’incontro Europa/Antisemitismo insieme a Leonardo Tirabassi e Tommaso Ciufoletti introdotti dal direttore Paolo Ermini.
“Ecco, non lo capisco –prosegue la giornalista, scrittrice e deputata Pdl ebrea fiorentina- Ma mi immedesimo appieno in quella considerazione: come fiorentina, come tutti i fiorentini,anch’io ho avuto difficoltà ad amare una città altra rispetto alla mia. Per questo Gerusalemme l’ho dovuta conquistare a piccoli passi , amara poco a poco. Processo che è iniziato proprio quando mi sono accorta di quanto Gerusalemme somigliasse alla mia Firenze: per strade segrete e misteriose la città mi è esplosa dentro,sia in senso estetico che in senso etico, proprio perché il nostro incontro è avvenuto durante l’Intifada. È una storia d’amore quella raccontata nel libro della Nirenstein. L’amore di una donna che scopre la “sua seconda” città con la fatica e passione di chi s’immerge in un luogo che “ti suscita un senso di profondissimo rispetto e che ti fa domandare per tutto il tempo se veramente sta i capendo ciò che vedi”, come lei stessa racconta. Ed è un ideale ponte tra queste due città , tra aneddoti, riflessioni, romantiche notazioni familiari e drammatici racconti di guerra, quello che ieri si è manifestato nell’incontro che ha visto la sala piena fino oltre le sue capacità ricettive, intorno al tema quanto mai fortemente presente dell’antisemitismo e del rapporto tra la nostra cultura e quella ebraica. Partendo dall’immagine del “calore elettrico” con cui il docente di strategie comunicative internazionali alla Cesare Alfieri Tirabassi ha descritto il rapporto tra la giornalista fiorentina e la sua “nuova” città, e quello “forte e affettuoso” con la comunità araba, il dibattito ha preso subito la strada dell’attualità con il ritorno impetuoso del tema dell’antisemitismo nelle cronache nazionali (le liste di proscrizione via internet) e internazionali (la strage di Tolosa). Con un’amara e quasi disillusa riflessione di Fiamma Nirenstein: “ L’Europa ha gli occhi chiusi e non vuole ammettere a se stessa che al suo interno l’antisemitismo è tornato forte. La guardia si è abbassata e la comunità, assediata e sofferente, non si sente protetta”.
“I numeri non contano, non si può parlare di cifre –apre la sua riflessione Tommaso Ciufoletti, editorialista del Corriere Fiorentino- è un clima generale, che ho respirato fin dal liceo quando il pensiero “normale” o “dominante” era quello di chi indossava la kefiah. O anche adesso, dove mi rendo conto di conoscere più antisemiti che ebrei”.