Fiamma Nirenstein Blog

Eroi alla mandorla

martedì 8 maggio 2007 Generico 9 commenti

Ieri Sderot Rothschild era caldo, luminoso, pieno di promesse: il viale nel centro di Tel Aviv in cui la luce mediorentale è filtrata da enormi ficus benyamina e i ragazzi camminano nella strada pedonale che percorre per chilometri il centro del viale, orlato di caffè in cui a tutte le ore siedono cittadini di tutte le età, quello era il luogo del mio appuntamento con Tomer Bohadana. Se ve lo ricordate, Tomer è un comandante dei miluim, i soldati sempre verde di Israele, quelli che servono fino a oltre cinquant’anni (dipende dall’unità di servizio) facendo regolari esercitaizoni e che accorrono quando sono chiamati, qualsiasi cosa stiano facendo, lasciando il bambino che hanno in braccio nelle mani della nonna o tirando giù la saracinesca del proprio posto di lavoro.

Dopo la commissione Winograd, i miluim si sono organizzati in un movimento di protesta perché la loro forza non è stata organizzata come si doveva, perché si sono trovati durante la guerra buttati da una parte o sottoutilizzati o messi in pericolo scriteriatamente: una ideologica e illusoria visione del futuro di Israele come di un Paese comunque destinato alla pace ha indotto le forze politiche a non prendere abbastanza cura, dicono, di quella che è la forza più vitale della difesa di Israele, diventata sempre più importante da quando la Jihad detta le leggi della guerra e promette nuovi attacchi da nord e da sud sotto la direzione dell’Iran.

Tomer è speciale: è il soldato che, colpito alla giugulare, è apparso su tutti i giornali del mondo, intubato e attaccato all’ossigeno, fasciato fino agli occhi tanto da essere irriconoscibile, mentre un dottore gli ferma il flusso del sangue dalla gola con le mani. Ma Tomer, con la mano sinistra fa il segno della vittoria, mentre lo caricano sull’elicottero, morente sulla barella. Dall’agosto scorso è stato soggetto a cure che, dopo avergli salvato la vita, lo hanno riabilitato lentamente, anche se il suo braccio e la sua parte sinistra in generale ancora sono segnati e parzialmente paralizzati. Nel collo ha due segni, uno dell’ingresso e l’altro dell’uscita della pallottola.

A un caffè italiano a Tel Aviv finalmente ho visto la sua faccia da giovane 32enne, sposato a Roma due mesi fa alla Grande Sinagoga dopo che la promessa sposa, la mattina, aveva corso la maratona di Roma. Il suo racconto dei miluim, in cui Tomer è comandante della sua unità di cento paracadutisti, è di un ambiente domestico, minimalistico, una sorta di punto di incontro comunitario in cui il professore e il verduraio, così dice, diventano un tutt’uno, in cui su un fuoco fatto con due strepi si bolle il finjan col caffè nero, in cui “gli snob che non si sanno integrare, li mettiamo fuori in un minuto”. Tomer, laico, di origine marocchina, riparte domani per i miluim. Insieme al cappuccino degno di una caffetteria napoletana, mangiamo un croissant con le mandorle, espressione di una società sofisticata e godereccia, mentre Tomer invece racconta vidende di incredibile valore, di un suo amico che è entrato da solo con un carro armato in un villaggio in cui giacevano soldati israeliani feriti e anche uccisi, per riportarli a casa. In cui il medico della sua unità, che in teoria non ricoprire un ruolo di combattente, è sempre corso in prima fila con i soldati per essere pronto a intervenire quando venivano feriti; in cui non c’è posto per pensare che Nasrallah abbia qualsiasi ragione di irridere Israele “perché può sostenere quanto vuole di avere vinto, ma lui ha scelto di combattere da vigliacco, con i missili, e quando invece ci siamo trovati nella lotta corpo a corpo dei villaggi, gli Hezbollah venivano battuti dai nostri soldati, che sono ancora, checchè ne creda il mondo, i migliori combattenti, i più generosi, decisi, allenati. Noi, in una battaglia in cui abbiamo avuto due morti, ne abbiamo ucciso dieci dei loro nei corpo a corpo”.

Tomer, che è colto, che insieme adora leggere, viaggiare e andare ai miluim, sorride e parla di speranza mentre critica il governo e sostiene che "deve volare via di là", deve tornare a casa dopo le accuse di Winograd. Ma allo stesso tempo è consapevole ed è anche interprete della contraddizione che denuncia come la più pericolosa per Israele: Israele per lui deve restare una società moderna e democratica, una società dei croissoant con le mandorle, ma deve coltivare i valori che costruiscano nei giovani l’eroismo necessario per far fronte alla Jihad mondiale. La commissione Winograd per lui è stata una fortuna: ha portato alla luce la necessità di una nuova classe dirigente che sappia essere proprio come lui. Al contrario di quello che dice Bertolt Brecht, beata la società che ha bisogno di eroi, di questi eroi alla mandorla.

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Giuseppe , Italy
 giovedì 17 maggio 2007  13:56:10

grazie Fiamma! che bell'articolo, grazie per farci conoscere melgio la realtà di Israele. Perchè come dici tu nel tuo bellissimo libro.... ISRAELE SIAMO NOIshalom, neshikot



redazione , Redazione
 venerdì 11 maggio 2007  12:12:30

il commento che riportava per intero la lunga intervista a Fiamma Nirenstein comparsa sul Jerusalem Post di ieri è stato cancellato in quanto l'articolo è riportato su questo sito nella sessione "english".



Piero Pasquinelli , Reggio Emilia
 giovedì 10 maggio 2007  20:06:01

E' davvero un privilegio, nel grigiore di questa stampa conformista, leggere di un Israele e di un popolo d'Israele con una capacità tanto grande di esaltare il valore della vita... senza sentirsi shaid.Le dobbiamo tanto, signora Nirenstein, per questi affreschi che ci danno la sensazione di comprendere un po' di più Israele (come in fondo anche lei si augurava dalle colonne di Shalom).



roberto l. , perugia
 giovedì 10 maggio 2007  06:35:27

Cara Fiamma,ho un po' di anni per cui ho avuto la fortuna di leggerla sulle pagine dell'Europeo, all'epoca bellissimo. Poi venne Feltri che secondo me era stato mandato con il compito di chiudere il pericoloso concorrente di Panorama e dell'Espresso (mi sbaglio?) e il giornale chiuse. Ora mi dispiace di dover, per leggere le sue cose, sfogliare cose inbarazzanti come l'attuale Panorama. Ma la stampa in Italia è proprio messa male e questo ne è solo una triste conferma.Quanto ci manca l'Europeo...



gino , torino
 mercoledì 9 maggio 2007  17:14:38

Grazie Fiamma!Articolo bellissimo...



Federico Covella , Miami, Florida
 martedì 8 maggio 2007  17:03:09

Tanti anni fa, quando viaggiavo spesso in Israele, mi si parlava di questi combattenti-civili e magari ne ho pure conosciuti, ammiravo la loro forma di vita, il coraggio, le capacita' e la loro semplicita' d`essere eroi e normali cittadini, di un Paese che e' forte anche perche' genera e forma questi uomini (sentivo dire che ci son anche donne) "sempre verdi". Ora questo articolo della bravissima Fiamma mi rincuora, scoprendo che esistono sempre. Il mio spirito e' con loro.



Luigi Borlenghi , MIlano
 martedì 8 maggio 2007  16:46:20

Israele: la parte migliore dell'Occidente.



Crusader , Palermo/Italia
 martedì 8 maggio 2007  16:02:58

Beh, devo ammettere che l'intervista della nostra cara Fiamma con l'almeno per me eroico Tomer mi ha alquanto rincuorato. Nella speranza che il volitivo comandante dei miluim rappresenti il paradigma del cittadino-soldato israeliano, che anzi in realtà è sempre un militare che durante i periodi di pace gli è concessa la libertà di diventare un civile, non posso che rallegrarmi di aver fallato il mio giudizio. Non si tratta infatti di soldati scoraggiati dalla carenza di una leadership forte, ma di soldati incazzati per una dirigenza debole! Questa constatazione mi riempie il cuore di ammirazione verso questi uomini che in ogni momento possono essere chiamati a difendere la patria, e che si lamentano non perchè il loro governo li manda in guerra a morire, ma perchè gli impedisce loro di vencere una volta per tutte! Con questo spirito combattivo Israele non ha niente da temere...



giancarlo saran , castelfranco veneto
 martedì 8 maggio 2007  15:08:22

Affascinante come un racconto.E invece è la Realtà.Straordinario.



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