Erdogan travolto si rifugia in Allah
sabato 11 agosto 2018 Il Giornale 1 commento
Il Giornale, 11 agosto 2018
It's the economy stupid, è l'economia stupido! Valeva come frase chiave della campagna elettorale di Clinton contro Bush nel 1992, e adesso fa un effetto secco quando si vede l'isterismo di Tayyp Erdogan di fronte al tracollo: il suo atteggiamento di continua minacciosa interna e internazionale, la prepotenza che si trasforma in repressione senza pari, l'autoritarismo da sultano specie da quando ha vinto le elezioni il 24 giugno risultano irrilevanti o persino ridicole di fronte alla bancarotta. Si tratta di miliardi, ieri Erdogan ha capito che le sanzioni americane stanno veramente entrando in vigore, che l'inflazione è al 16 per cento e cresce ancora e la banca centrale non è capace di aumentare i tassi in risposta, che la moneta perde l'11,5 per cento ogni giorno, che Trump adesso ha deciso di alzare le tariffe sull'importazione di alluminio e di acciaio dalla Turchia... La frana si è fatta incontenibile, la mitologia del leader islamista che tuttavia può continuare a dialogare con l'Occidente approfittando della memoria storica dell'unico Paese musulmano moderato e collegato per motivi culturali e militari all'Occidente a fronte di un mondo arabo molto meno avanzato, si è infranto sulla crisi del capo. Trump lo ha stretto in un angolo: Erdogan ieri. assediato dal crollo della borsa, dalla crescita del prezzo del denaro, terrorizzato dall'abbandono del campo degli investitori internazionali ha chiesto, di fatto inerme se non di paroloni, una risposta alla sua gente: "Se avete dollari, euro, o oro sotto il cuscino, andate in banca e cambiateli in lire turche. E' una battaglia nazionale".
Se l'è presa non solo con Trump m anche con quella "lobby dei tassi di interessi" che quindi ci possiamo aspettare di vedere perseguitata. Una delle tante teorie della cospirazione di chi ha già messo in galera decine di migliaia di supposti cospiratori contro il suo potere. E occorre tenere ben presente, egli considera questo potere divino. Sempre in tv ha esclamato "Se loro hanno i dollari, noi abbiamo la nostra gente, abbiamo il nostro diritto e abbiamo Allah".
Come Ahmadinejad a suo tempo in Iran, qui Erdogan spinge molto avanti la sua immagine religiosa, peraltro legata alla Fratellanza Musulmana, fino a far dire e scrivere frasi in cui ,lo si è disegnato sfolgorante di un carisma che lo rende simile a Dio, o forse Dio stesso. Molte citazioni descrivono una'era mistica e un'emanazione di potere sacrosanto dalla sua persona. La tradizione secolare della Turchia Erdogan l'ha spezzata aumentando il budget del "direttorato" religioso (di fatto un Ministero con poteri potenziati) è arrivato a 2 miliardi e mezzo di dollari mentre, ad esempio il Ministero degli Esteri ne ha 636 milioni e mezzo. Il direttorato ha la funzione di gestire l'allargarsi a macchia d'olio del giogo religioso, dall'abbigliamento allo stile di vita, alla libertà di espressione. La gestione dei soldi la decide il capo, e in queste ore quello che promette al popolo una svolta economica risolutiva è il ministro delle finanze che è anche il genero di Erdogan, Berat Albayrak, destinato a un esplicita espansione del potere del Ministero.
La crisi con gli americani è nata sull'onda della detenzione del pastore americano Andrew Brunson, detenuto oramai da due anni, accusato dal regime turco di aver cospirato contro il governo e vista invece in America come una forma di persecuzione religiosa. Le richieste di liberazione dell'americano sono state definite da Erdogan di "evangeliste e sioniste". Trump ha reagito con le sanzioni. Lo scontro con la Turchia è la caduta di un tabù per cui gli eredi dell'impero Ottomano sono comunque interlocutori privilegiati dell'Occidente, qualsiasi cosa facciano o dicano. Può portare gravi danni al favoleggiato rapporto con l'Islam? In realtà no, perché quello l'ha già distrutto Erdogan col suo comportamento.
sabato 11 agosto 2018 23:25:21
Brava, lucida e coraggiosa come sempre, Fiamma!!!