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Elezioni Israele. Ha perso l'odio per Benjamin ma il governo resta un rebus

martedì 3 marzo 2020 Il Giornale 2 commenti
Il Giornale, 03 marzo 2020


(Gerusalemme) Cresce il Likud a 36 seggi da 32, Gantz resta a 33. La coalizione di destra arriva a 60 seggi, Gantz arriva allo stesso numero per un eventuale coalizione, molto spuria, con Lieberman e il partito arabo, in maniera quindi molto più contraddittoria e difficile, Lui, sempre lui, solo lui, nonostante un guerra  che lo ha fatto sanguinare, che lo ha inseguito sul terreno giudiziario, politico, familiare, personale.

Un attacco spietato che ha danneggiato anche i suoi nemici: a forza di puntare i riflettori sul PM dalla voce bassa, il passato nella migliore unità antiterrorista, l'economista che ha riportato il Paese alla crescita, lo stratega che l'ha mantenuto in pace nonostante i missili di Hamas e ha fatto crescere il consenso internazionale, Gantz ha dimenticato di disegnare un'alternativa politica. Può darsi che questo risultato liberi il Paese  dall'incubo "quarte elezioni". Gantz non è fiorito come leader, l'odio per Netanyahu è stato protagonista e ha perso, ha preso in una rete Gantz e i suoi uomini.

Bibi, duro, rabbioso, forse bugiardo e certo molto interessato alla sua immunità parlamentare di fronte alle incriminazioni, è rimasto tuttavia un protagonista churchilliano, diritto in mezzo della tempesta, fedele a se stesso e alla sua ideologia.

I mandati del Likud in più nonostante l'incriminazione sono un risultato doppio. Semmai Gantz decidesse di legarsi al partito arabo che ha ottenuto grandi risultati con 15 seggi, dovrà cercare di arrampicarsi sugli specchi di una contraddizione profonda, magari persino tirando dentro l'ambiguo ma ultradestro Yvette Lieberman, che con gli arabi ha un rapporto ben peggiore di Netanyahu.

Il Primo Ministro è stato esposto alla gogna dell'opinione pubblica per tre campagne elettorali consecutive, a aprile, a settembre, adesso. Il sole non si è levato su Gerusalemme e Tel Aviv  senza che i giornali radio, le tv, i titoli non gridassero contro di lui dandolo per morto politicamente. E per contro, la sua furiosa,aggressiva, offensiva contro Gantz e i suoi non ha fatto prigionieri.
Gantz non ha usato le armi ideologiche di sinistra, come:ripristinare il pacifismo, appellarsi alla popolazione più povera. Niente. Ha puntato su "tutto fuorchè Bibi", sul supporto oggettivo e soggettivo della magistratura, sui sigari e lo champagne. Adesso  comincia la drammatica danza del governo.

Netanyahu certamente sta già cercando nelle file di "Blu e Bianco" chi voglia defezionare e dargli quel voto in più. Gantz a sua volta può cercare di creare un governo se Lieberman rinuncia al suo giuramento di non formare un governo col partito arabo.  Anche gli arabi sono galvanizzati dall'idea di poter far fuori Bibi.

Gantz per altro potrebbe anche tentare di portarsi dietro un partito di estrema destra, promettendo il suo impegno nel piano Trump e nelle annessioni. Contradditorio con le sue dichiarazioni precedenti? Sì, ma ognuno qui farà qualsiasi cosa per formare un governo.
Nel Likud qualcuno disegna un ammutinamento per disegnare un governo di coalizione con Gantz. Estremo? Confuso? Nella notte di Gerusalemme, una cosa è certa: Bibi è sempre il primo leader.



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daniela abravanel , cozumel/messico
 venerdì 6 marzo 2020  15:07:06

Grandi rabbini (non al servizio dei politici) hanno evidenziato alcune cause metafisiche al dramma dell'insolubile situazione politica israeliana:1-arabi e palestinesi oggi ci vivono come la punta di diamante dell'occidente/Usa, e non come discendenti di Abramo, portatori degli ideali di comunione tra Uomo/Terra/Dio. Con poco meno focus su tecnologia, modernismo e permissivita', la futura maggioranza araba potrebbe viverci come fratelli e non come nemici da espellere da Israele. Questo sostengono i pochi leader religiosi israeliani dediti al ritrovamento di comuni radici di ebrei/palestinesi/arabi-invece che al recupero di voti e di improbabili alleanze politiche. 2. secondo Oded Kitov l'antsemitismo/anti-sionismo in parte cesserebbe se gli ebrei accettassero di "condividere il dono affidato loro da Dio per i Goym: la Torà". Il Maestro hassidico sostiene che i popoli gentili nutrono un risentimento inconscio verso i fratelli maggiori per l' eredità mai condivisa. In altre parole se ci fossero stati piu "Rav Laras", ci sarebbero stati anche piu' Cardinal Martini -e il mondo cristiano sarebbe assai più protettivo nei confronti del popolo di Gesù.3-dopo i miracoli della guerra del 67 i rabbini del mondo (ma soprattutto dell'Europa) avrebbero dovuto spingere gli ebrei a fare alia. Secondo Andre Neher non l'hanno fatto per non perdere i loro impieghi prestigiosi nella diaspora. Quindi è mancata l' Aliya di massa degli ebrei europei -più colti, eticamente e religiosamente più equilibrati che non quelli russi ad esempio. Israele ha perso tra l'alya americana e quella russa sia la realizzazione della Giustizia sociale (l' ideale piu alto della Bibbia) che la diffusione di una religiosita' universale autentica, che non può mescolarsi a giochi politici (se non per ammonire re e governi- non per farsi corrompere da loro). Tra un'elezione e un'altra, la danza tra la goffa "coppia" Laici/Ortodossi sta precludendo la possibilità di incontri tra partners assai più af



daniela abravanel , cozumel/messico
 giovedì 5 marzo 2020  21:42:21

Grandi rabbini (non al servizio dei politici) hanno evidenziato alcune cause metafisiche al dramma dell'insolubile situazione politica israeliana:1-arabi e palestinesi oggi ci vivono come la punta di diamante dell'occidente/Usa, e non come discendenti di Abramo, portatori degli ideali di comunione tra Uomo/Terra/Dio. Con poco meno focus su tecnologia, modernismo e permissivita', la futura maggioranza araba potrebbe viverci come fratelli e non come nemici da espellere da Israele. Questo sostengono i pochi leader religiosi israeliani dediti al ritrovamento di comuni radici di ebrei/palestinesi/arabi-invece che al recupero di voti e di improbabili alleanze politiche. 2. secondo Oded Kitov l'antsemitismo/anti-sionismo in parte cesserebbe se gli ebrei accettassero di "condividere il dono affidato loro da Dio per i Goym: la Torà". Il Maestro hassidico sostiene che i popoli gentili nutrono un risentimento inconscio verso i fratelli maggiori per l' eredità mai condivisa. In altre parole se ci fossero stati piu "Rav Laras", ci sarebbero stati anche piu' Cardinal Martini -e il mondo cristiano sarebbe assai più protettivo nei confronti del popolo di Gesù.3-dopo i miracoli della guerra del 67 i rabbini del mondo (ma soprattutto dell'Europa) avrebbero dovuto spingere gli ebrei a fare alia. Secondo Andre Neher non l'hanno fatto per non perdere i loro impieghi prestigiosi nella diaspora. Quindi è mancata l' Aliya di massa degli ebrei europei -più colti, eticamente e religiosamente più equilibrati che non quelli russi ad esempio. Israele ha perso tra l'alya americana e quella russa sia la realizzazione della Giustizia sociale (l' ideale piu alto della Bibbia) che la diffusione di una religiosita' universale autentica, che non può mescolarsi a giochi politici (se non per ammonire re e governi- non per farsi corrompere da loro). Tra un'elezione e un'altra, la danza tra la goffa "coppia" Laici/Ortodossi sta precludendo la possibilità di incontri tra partners assai più af



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