Eitan, il nonno e i tanti motivi di uno sbaglio
mercoledì 27 ottobre 2021 Il Giornale 4 commenti
Il Giornale, 27 ottobre 2021
Non ho nessuna intenzione di sostenere che Shmuel Peleg abbia ragione, e nemmeno la moglie Esther, anche se il loro strazio è così sincero e evidente. Le loro ragioni di genitori, figli e nonni deprivati di tre generazioni di affetti, cui ora viene strappato anche l'ultimo virgulto, spezzano il cuore ma non giustificano il rapimento. La legge è chiara e giusta: non si può ottenere la custodia di un bambino rapendolo e esportandolo a forza, e il tribunale israeliano ha fatto bene a agire secondo la legge. Così del resto fa abitualmente: Israele è un Paese ubbidiente alla legge internazionale, al contrario di quello che si vocifera. Spiegare però non vuol dire giustificare; è giusto comunque cercare di capire perché Peleg abbia violato le norme in modo, alla fine, masochistico. Per farlo si può avventurarsi cautamente senza conosce il soggetto, fra le possibili colonne psicologiche di una persona come lui, sempre tenendo ferma l'idea che il suo gesto forzoso è frutto di un tratto particolare.
E tuttavia, pensiamo. Israele non è un Paese qualunque; non è come se Eitan fosse stato trasportato che so, dalla Danimarca all'Olanda. Ci sono voluti secoli, decine di migliaia di morti, guerre senza fine, fame incommensurabile, lavoro miracoloso, rischi e audace inimmaginabili per farne un Paese dove il popolo ebraico finalmente "torna". Questa è la parola chiave. Ci si torna anche quando non ci è mai stati, è il Paese del ritorno del popolo ebraico, non importa se religioso o laico, dall'esilio.
Per Peleg è del tutto logico, anche contro il senso comune, che Eitan "torni" a casa; e "casa" è per lui in Israele, qui è la sua naturale radice secondo la logica di un uomo della sua generazione, la sua vita. Esther, la moglie, ha anche spiegato che qui il bimbo ha una famiglia molto vasta e adorante con cui è stato sempre in contatto, dove la figlia voleva tornare, e che, secondo lei, nel suo abbraccio di Shabbat, di ogni festa comandata, è l'indispensabile cemento per guarigione di Eitan dal dolore. "Famiglia" è una parola chiave in Israele. La terza parola chiave per capire (non per giustificare) è "conversione": non necessariamente e non soltanto conversione religiosa, ma ogni cancellazione forzosa, ambientale, dovuta a assimilazione o a educazione, o a forzatura, dell' identità di un ebreo. Questo è insopportabile per chi appartiene a un popolo che si è tentato di cancellare tante volte, di convertire, di assimilare, di considerare superato, archeologico, destinato a sparire. Magari in Italia Eitan riceverà un'educazione ebraica nel senso del popolo ebraico.
Ma è ovvio, per il nonno, che il suo nido naturale sia Israele, che esiste per questo: gli ebrei sono stati minacciati di scomparsa totale molte volte, in molti esili, e restare un popolo unito è stata la grande sfida fino nella Shoah. Cristiani, musulmani e anche Napoleone hanno immaginato che fosse indispensabile per gli ebrei, cambiare strada. Ma un ebreo anche se non è religioso resta fedele al suo popolo. E' un istinto indispensabile alla sopravvivenza.
Infine il gesto pazzoide dell'aereo privato: per carità, nessuna giustificazione. Ma si chiama sfida estrema. Israele a fronte di avventure fatali si è avventurato spesso in gesti in cui l'audacia sfida il senso di realtà. Tipo Entebbe. Niente in comune, sia chiaro, ma spero così di spiegare una mentalità di sopravvivenza. Peleg ha sbagliato, ma non è stato solo: i giudici italiani, la zia, tutti hanno tirato la corda sin dall'inizio nell'affidare, nel pretendere, nello strapparsi una creatura che ha bisogno solo di un amore che metta tutti d'accordo. La storia biblica di re Salomone insegna. Le due famiglie si devono avvicinare, per Eitan.
mercoledì 27 ottobre 2021 23:56:20
Cara Fiamma' Bellissimo iltuo pezzo.Pero` aggiungerei che La Giustizzia Italiana a Sbagliato in Grande, come poteva la giudice italiana ignorare l'altra famiglia alla quale il bimbo era legato.La Giudice avrebbe dovuto chiamare in causa anche prima di dare un verdetto definitivo, il bimbo e` ebreo e deve essere allevato ebraicamente! puo` la Zia che ha fatto matrimonio misto, che manda il bimbo a essere educato dalle suore dargli l'educazione che i suoi genitori avrebbero desiderato per lui? alla Giudice Italiana tutto questo problema non e` stato posto, e lei non l'ha capitoDirei che oggi la Giustizia italiana deve fare un ripensamento e non,all'italiana tirare per le lunghe ma immediatamenteil nonno ha sbagliato in grande ma lui voleva salvare il nipote dall'assimilzione che nel pensiero ebraico e` ritenuta peggiore della Morte
Alex961 , Torino Italia
mercoledì 27 ottobre 2021 17:31:13
La vicenda di Eitan è da un lato complessa ma dall’altro misera. Due famiglie che si contendono l’affetto di un bambino. Neanche fossero due cani rognosi che si contendono un osso spolpato.Confesso che nel mio cervello sono passati pensieri assai cattivi. Confesso di aver pensato che “siccome questi sono Ebrei, hanno un modo di porsi di fronte al mondo e alla realtà del tutto particolare, tutto loro”.Con il trascorrere del tempo mi sono reso conto che stavo scivolando verso un pericoloso quanto triste atteggiamento antisemita che, in fondo, non fa parte della mia mentalità.Mi sono indignato pensando che Eitan, dopo aver subito la perdita totale della sua famiglia di origine, lo ribadisco, a causa di gravi negligenze umane, è costretto a subire ancora l’oltraggio di essere usato come strumento di lotta tra due gruppi familiari. Questo sarebbe successo anche se Eitan fosse stato danese, greco, tedesco, americano, etc. Tutto il mondo è paese.D’accordo. Da un certo punto di vista, Eitan dovrebbe “tornare a casa”. Ma, a questo punto ci si deve chiedere quale sia la vera “casa” di Eitan.Il Paese dove sono nati i suoi genitori, i suoi nonni, etc. oppure il paese dove sta formando la sua personalità e sta intessendo relazioni umane?Quali segni lascerà questa triste vicenda, che, mi pare, non sia ancora finita, nel fisico, ma soprattutto nell’animo di Eitan?Che tipo di adulto diventerà Eitan?
Enrico Bet , Genova
mercoledì 27 ottobre 2021 15:28:07
Tutto giusto se non fosse che la zia è ebrea, sposata con un ebreo e che il bambino sia stato iscritto alla scuola cattolica, la migliore della città, proprio dai suoi genitori ebrei.Eitan vivrà in una famiglia ebrea.Il nonno è inescusabile perché è arrogante, ritiene di essere lui l'unico a poter decidere del bene del minore, e il voler tutelare l'ebraicità del bambino sembra solo una scusa...Buona sera.
Federico , MERANO
mercoledì 27 ottobre 2021 12:14:45
Bravissima come sempre, spieghi ed approfondisci, anche se a qualcuno può dispiacere il paragone che fai fra la tragedia di Eitan e della sua famiglia e la storia unica e radicata del legame del popolo ebraico con Israele.Un abbraccioFederico