Fiamma Nirenstein Blog

Ecco perché mi disgusta il coro anti-Bush

martedì 20 gennaio 2009 Il Giornale 14 commenti
English follows

Il Giornale
, 20 gennaio 2009

Dopo l'11 settembre ha vissuto tempi difficili e nuovi, ma ha combattuto il terrore senza essere sconfitto


Dando il benvenuto a Obama, certi delle sue qualità e della bella novità che l’America abbia un presidente nero, mi si permetta di essere un po’ disgustata delle bordate di facilonerie con cui viene accompagnato l’exit di George W. Bush. Il presidente uscente si becca la stupida scarpa del giornalista iracheno e tutti sono contenti, ma si allontana dalla scena mentre porta con sé i buoni risultati del “surge” del generale Petraeus in Irak, ormai riconosciuti persino dal suo nemico New York Times; biasimato soprattutto per la guerra in Irak, incamera un patto di reciproco aiuto strategico fra gli Washington e Bagdad. L’Afghanistan e il Pakistan atomico sono stati bloccati sulla via dell’integralismo. Uno dei peggiori dittatori della storia è stato sconfitto, i profughi iracheni sono tornati a casa, i sunniti si sono rivoltati contro la sunnita Al Qaida, gli sciiti si sono staccati nella maggior parte dall’Iran, la democrazia fa capolino nelle comunicazioni, nelle scuole, nell’economia, nelle istituzioni, negli accordi… È dura, errori ci sono stati, ma dov’è la sconfitta? Il terrore è stato lontano dall’America per sette anni, la crescita certo non imputabile, e invece imputata a Bush dell’offensiva islamista non ha impedito buoni rapporti americani con tutto il fronte musulmano moderato. Se anzi si può addebitare a Bush un errore, è quello di non aver combattuto il terrorismo in Irak con più forze militari e di non aver chiuso il confine con la Siria.

Obama ha invitato a unirsi a lui il ministro della Difesa Bob Gates, il ministro del Tesoro Timothy Geitner e molti altri uomini della gestione che finisce oggi. Ha mandato a Bagdad il suo vice John Biden, che a suo tempo aveva votato sì alla guerra (come ha fatto anche Obama nel 2004) e ora l’orientamento per lo sgombero non è per i sei mesi, ma per i tre anni; di Guantanamo per ora non si sa; e Obama ha invitato per una conversazione «molto utile» il cattivissimo Dick Cheney: sul terrorismo ha accettato il suo consiglio, ha detto, di non decidere nulla senza avere in mano tutti gli elementi.

Bush è inviso semplicemente perché ha proposto agli europei l’ineluttabilità della guerra al terrore, di cui l’Europa non vuole sentire parlare. Bush non è mai stato, come si dice oggi, né il paladino della guerra fra civiltà né quello dell’unilateralismo. Nessuna mala parola sull’Islam è mai uscita dalla sua bocca. Egli si è piuttosto servito di una categoria storica e non ideologica, quella della dittatura e del totalitarismo che alimentano il terrorismo per propri interessi: per questo, oltre che naturalmente per difendere il proprio Paese dopo l’attacco dell’11 settembre, ha promosso l’idea della democratizzazione come antidoto al terrore, e non certo quella della conquista ideologica cristiana. Se si rileggono i discorsi di Bush si vede che la sua dottrina democratica è un tentativo in parte riuscito di fermare il terrorismo.

Le armi di distruzione di massa sono un altro argomento preferito per farsi una risatina: ma i rapporti degli ispettori dell’Onu dagli anni ’90 le descrivono minutamente, Saddam stesso se ne era vantato, Clinton le dava per scontate. C’è parecchio materiale sull’argomento, chi ha voglia di sghignazzare deve cominciare dai rapporti dell’Onu.

Quanto all’unilateralismo, Bush andò alla guerra con 46 Stati, e lavorò ventre a terra per ottenere la solidarietà dell’Europa, che era e restò divisa. Disse più volte che da soli al mondo non si può fare niente di buono. La sua espressione «moral clarity» è divenuta un modo di dire, e di questo non si può che dirgli grazie. Ha vissuto un tempo difficile e nuovo, e ha combattuto. Anche Obama, mentre incrocia le dita sperando di non dovere affrontare simili prove, certo lo sa.

Here is why the Anti-Bush choir disgusts me

Il Giornale, 20 January 2009

After September 11th he lived in difficult and new times, but he fought terror without being defeated.

Giving the welcome to Obama, surely for his qualities and for the beautiful novelty that America has a black president, permit me to be a bit disgusted by the skirt of slapdash attitudes with which it comes about at the expense of George W. Bush's exit from office. The exiting president was recently hit with a stupid shoe by an Iraqi journalist and all were happy, but that incident averts from the stage all that, which we must attribute to Bush. These include the good results brought about by General Petraeus' “Surge” in Iraq, by now recognized even by his enemy the New York Times: stigmatized overall for the War in Iraq, we can appropriate to Bush a pact of reciprocal strategic help between Washington and Baghdad. Afghanistan and atomic Pakistan have been blocked on the path toward fundamentalism. In addition, one of the worst dictators of history has been defeated, the Shiite refugees have returned home, the Sunnis have revolted against the Al Qadea Sunnis, the majority of Shiites have detached themselves from Iran and democracy peeps into communications, schools and the economy, as well as in institutions and in agreements. It is hard, errors have been made, but where is the defeat? Terror has been distanced from America for seven years; the growth, surely not attributable to Bush, but still attributed to him, of the Islamist offensive have not prevented good American relations with the entire moderate Muslim front. On the contrary, if they can ascribe to Bush an error, it is that of not only having combatted terrorism in Iraq with more military force, but also of not having closed the border with Syria.

Obama has invited to unite with him the Minister of Defense Bob Gates, the Minister of Treasury Timothy Geitner and many other men of management today. He has sent to Baghdad his vice president John Biden, who at the time had voted in favor of the War in Iraq (just as Obama did as well in 2004) and now the course for the pull out is no longer six months, but three years; of Guantanamo for now he still doesn't know; and Obama has invited for a “very useful” conversation the very bad Dick Cheney: on terrorism he has accepted his advice, he has said, of not deciding anything without having in hand all the the elements.

Bush is unpopular simply because he proposed to the Europeans the unavoidability of the war on terror, of which Europe doesn't want to hear spoken about. Bush has never been, as they say today, neither the champion of the war between civilizations nor that of unilateralism. No bad word on Islam has ever come out of his mouth. Instead, he has served a historical, and not an ideological category, which is that of dictatorship and of totalitarianism that foments terrorism for its own interests: for this, beyond that of naturally defending his country after the September 11th attack, he has promoted the idea of democratization as an antidote to terror and not surely that of a Christian ideological conquest. If one rereads Bush's speeches, they see that his democratic doctrine is an attempt - in part - to successfully stop terrorism.

Arms of mass destruction are another preferred argument made in order to make us giggle: but the reports by UN inspectors during the 1990s have described them in minute details, Saddam himself had boasted of them, Clinton took them for granted. There is much material on the argument, who wants to laugh scornfully must start from those UN reports.

As for unilateralism, Bush went to war with 46 States and worked hard to obtain the solidarity of Europe, that was and remained divided. He said more than once that alone in the world, they can't do anything good. His expression “moral clarity” has become a way of speaking, and for this we can only say thanks to him. He has lived a difficult and new time, and he has fought. And also Obama, while he crosses his fingers hoping that he won't confront similar tests, surely knows it.

Translation by Amy K. Rosenthal

 Lascia il tuo commento

Leonardo , Bassano del Grappa
 venerdì 30 gennaio 2009  01:45:57

Certo anche questo punto di vista su Bush è interessante, però certe conclusioni mi permetta mi sembrano un pò stiracchiate pro domo sua (di W). Se solo consideriamo con oggettività gli effetti della presidenza Bush anche in ambiti diversi da quello specifico della guerra in Iraq (per esempio penso alle demenziali, distruttive scelte in campo di tutela dell'ambiente) gli effetti mi sembrano semplicemente disastrosi. Si è proceduti sull'idea banale, semplicistica e lineare che una guerra avrebbe portato democrazia in quei paesi, ma ciò che se ne è ottenuto, mi sembra, sono oligarchie parlamentari ad altissimo tasso di corruzione. Insomma mi sembra che gli effetti negativi e disastrosi prevalgano su quelli positivi, e questa sembra un'opinione condivisa anche in ambienti conservatori. Sono dell'idea che Obama in ogni caso riuscirà a far meglio se non altro per l'idea di una politica che cerchi il dialogo il confronto dei punti di vista e l'integrazione. A voi potrà anche legittimamente spiacere questo, però mi sembra che la politica dell'appiattimento sulla contrapposizione e sul rifiuto del dialogo abbia creato e creerà a lungo termine solo effetti disastrosi



mauro , firenze
 mercoledì 28 gennaio 2009  15:37:33

Gentile Signora Nirenstein, La prego leggere la pagina su "L'Occidentale" dedicata da Israel alla Giornata della Memoria. Vi troverà due illuminanti post uno di un certo Lucio e uno di Fabio, ai quali mi sono permesso di rispondere per le rime. Ahimé, "mala tempora currunt!", Lei ha tutta la mia solidarietà, benché studioso della Storia del Nazismo avevo sempre sperato che quei tempi fossero ormai finiti. Ma lo Scheletro del Male è sempre lì, pronto a risorgere dalla tomba. In bocca al lupo! Saluti Mauro



francescos , rep. Ceka -- Brno
 mercoledì 28 gennaio 2009  13:18:22

A me non solo mi disgusta il coro anti Bush,ma mi preoccupa ancor di piu per ilsenso di ingenuita manifestata dagli oppositori,non si rendono conto con chi hanno a che fare,con gente che per il loro obbiettivo sono disposti a qualsiasicomportamento,i diritti se li mangiano a merenda e gli ingenui per colazione.Anche il giornalista che tiro le scarpe a Bush come mai ha chiesto asilo politico in Svizzera?E poi questo presidente Obamain che situazione si e andato a cacciare ,avevo previsto la reazione del presidente iraniano,ora che fara Obama?Chiedera scusa?Paghera i danni all Iran?Voltera le spalle a Israele lasciandola sola?Lascera finire l atomica all Iran?E se la finiranno della bomba cosa ne faranno?Ci faranno giocare i figli dei pacifisti?Io penso che tutti questi buonisti fra non molto saranno responsabili di decisioni errate.Anche se non pubblichera questa letteraalmeno in qualche modo dia risposte a queste mie domande.Ho bisogno di sapere se qualcuno la pensa come me, o sono io troppo pessimista.Questo sito l ho scoperto per caso ma mi pice molto,anche per come lei riesce a dire chiaramente cose anche scomode complimenti e codiali saluti. Francesco



Silvio Ceretto Castigliano , San Mauro Torinese
 martedì 27 gennaio 2009  08:44:23

(Anche) Nel giorno della Memoria sono vicino alle famiglie che (ancora) oggi piangono i loro cari vittime dell'olocausto. Le scrivo , cara Fiamma, per significare attraverrso di Lei, il mio sentimento di fraternità a tutto il popolo ebraico.SalutiSilvio Ceretto Castigliano



Uriele Bertolami , catania
 sabato 24 gennaio 2009  16:49:55

Sono perfettamente d’accordo con il dissociarsi dal coro anti Bush, anche io lo faccio volentieri .Gli europei in genere (e gli italiani in particolare ), sono professionisti in fatto di dietrologia. Certo, come “tutti” sanno, idee come democrazia, libertà, diritti civili ecc , sono valori “inventati “in Europa , e solo da “noi” effettivamente e totalmente realizzabili !!! E’ anche ovvio che l’Europa non vi trovi assolutamente nulla di incongruo che paesi come la Libia aspirino, in sede Onu ,a rappresentare i diritti civili …!!! Certo anche che paesi come l’Iran abbiano il diritto a tutto il nucleare del mondo ( sono infatti noti a tutti gli studi avanzati in ogni possibile campo della fisica nucleare che gli scienziati iraniani hanno donato all’umanità!! ),no,non è cosa che possa interessare i paesi del vecchio continente , (avranno o no anche loro la necessità di produrre energia “ a basso costo” in qualche modo …?) E le loro scorte di greggio ..? Si ,quelle dell’Iran terzo produttore al mondo ? Che c’entra .. questa è un’altra cosa !!! Basta soltanto girarsi dall’altro lato …Le armi di distruzione di massa di Saddam .. ? No Fiamma … qui si che ti sbagli di grosso ..,non era un problema di rapporti certificati da ispettori dell’ Onu ( sai bene che gli europei di solito non leggono , guardano soltanto la tv !! ) e no , le armi non solo c’erano perché i “servizi” le avevano “viste “e gli ispettori comprovate, ma perché il rais di Bagdad le HA USATE su sciiti al sud e curdi ad nord ,all’indomani della prima guerra del golfo !!! E non si sono limitati i giornali europei a riportarne notizia, ma anche le tv hanno documentato quel dramma senza il minimo dubbio! Ma vi è un “cialtronismo” cronico negli europei a vedere le cose ,ed una predisposizione agli “affari da bottega “ che li rende ciechi,sordi e di corta memoria.Si, George Bush è stato un grande presidente ,non so se il mondo sia un posto migliore dopo i suoi 8 anni alla guida degli USA, sicu



gianfranco pellegrini , MILANO
 venerdì 23 gennaio 2009  16:25:49

Bush è stato un uomo coraggioso che ha assunto la presidenza in un momento terribile. Ha affronteto i terroristi in Afganistan ed in un anno li ha fatti a pezzi.Ha messo fuori combattimento Saddam Hussein che intendeva conquistare i paesi del golfo produttori di petrolio diventando così il detentore del 60% delle risorse mondiali con potere di ricatto su tutti i paesi occidentali.Oltre a tutto si è vista arrivare senza colpa un tremenda crisi economica mondiale.Vedremo se Barak Obamasaprà cavarselameglio



Mara Marantonio , Bologna
 venerdì 23 gennaio 2009  16:06:49

Brava Fiamma!Concordo su ogni parola e virgola.Buon lavoro!



Sorvy , Forlì
 giovedì 22 gennaio 2009  17:29:21

Bush sarà capito da oggi in avanti. Quello che lui ha fatto, la guerra al terrore, ha raggiunto solo parzialmente il suo scopo. Ci vogliono molti anni, forse (ahinoi) decenni, per sconfiggere il nazismo islamico. Ma Bush ha avuto il grande merito di iniziare la guerra al terrore. Con gli Hitler moderni non si può tergiversare. Occorre essere pronti, rapidi, duri. Le conferenze di Monaco degli Europei pavidi e ciechi ce le ricordiamo ancora.Confido in Obama. Confido nell'America. Sono convinto che poco cambierà nella politica estera degli USA. Sopratttutto credo che la guerra al terrore sarà più difficile negarla oggi dagli Europei.Ora a comando della nazione più potente della terra c'è il "messia" dei liberal e della sinistra mondiale. E l'idolo, il "messia", l'"Unto" dei Veltroni di tutta Europa farà esattamente quello che aveva fatto il "diabolico" George: combatterà il terrorismo. Fermerà l'Iran. Difenderà Israele. Si opporrà al progetto di distruzione del nuovo nazismo in salsa islamica.Grazie, per il Suo lavoro, Sig.ra Nirenstein.Sorvy(www.sorvegliato.wordpress.com)



Rosa Granese , Firenze - Italia
 mercoledì 21 gennaio 2009  21:50:24

A proposito di Obama: spero non sia solo nero e che si renda più assimilabile come governante.Cordiali saluti. Rosa Granese



Angelo , napoli
 mercoledì 21 gennaio 2009  21:06:56

essere repubblicano non vuol dire appoggiare alla cieca bush.aprirsi al nuovo presidente, non vuol dire rinunciare ai propri valori.in momenti difficili, l'america ha svolto sempre una politica di paese e non di partito.



Judy Miller , NY
 mercoledì 21 gennaio 2009  12:13:20

Well done, Fiamma! Happy new year and all best, Judy



Ely Karmon , Herzlyia
 mercoledì 21 gennaio 2009  12:11:49

Dear Fiamma,You are right.I am sure history will judge Bush more objectively, as it did for Truman, in spite of his use of the atomic bomb against Japan.



frank , milano
 martedì 20 gennaio 2009  19:47:19

Il terrore è stato lontano a lungo dagli Stati Uniti, non dall'America. Cile, Argentina, Nicaragua, per dire dei casi più eclatanti del terrorismo esercitato o finanziato dagli Stati Uniti per piegare la volontà democratica di quei popoli ai loro interessi. L'aggressione all'Irak è stata un abuso, le giustificazioni che l'hanno sorretta si sono rivelate false. Se Bush fosse un caporione balcanico sarebbe davanti ad un tribunale, processato per crimini di guerra. E con lui tutti quelli che l'hanno appoggiato.



niccolò dentesani , udine italia
 martedì 20 gennaio 2009  15:47:33

Si sta poco a sparlare di chi fa la guerra,è tanto facile,ma sarà la storia a giudicarlo e per me sarà rivalutato a pieni voti,detto questo era anche un tipo simpatico



Per offrirti un servizio migliore fiammanirenstein.com utilizza cookies. Continuando la navigazione nel sito autorizzi l'uso dei cookies.