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E noi dovremmo fidarci di chi ci vuole morti?

sabato 10 dicembre 2016 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 10 dicembre 2016

Non si tratta di fare moralismi, di piangere sui poveri bambini iraniani, ma di capire per tempo cosa si può preparare per noi. E' dai tempi della guerra Iran-Iraq negli anni '80 che inorridivamo sapendo che gli legavano al collo una chiave di plastica, quella del Paradiso, dandogli il viatico per camminare sui campi minati su cui sarebbero poi passati i soldati. Con che cosa abbiamo a che fare quando sentiamo parlare da parte della agenzia di notizie Raja News, quella della Guardia Rivoluzionaria che è il più terribile lupo da guardia della rivoluzione islamica, tutta fiera, dell'apertura della "città dei giuochi per bambini rivoluzionari". Possono i bambini essere rivoluzionari? Eccome, e possono fare grandi danni oggi e domani quando cresceranno.

Nei campi di morte di Pol Pot impararono a ammazzare i loro genitori. A Gaza imparano a usare le armi quando ancora non hanno raggiunto i dieci anni, e poi li ritroviamo carichi di tritolo pronti a farsi saltare per aria per ammazzare gli israeliani in nome di Allah. I bambini dell'Isis crescono con lauree su come sparare in testa agli infedeli o a cercare di usare le loro piccole forze per staccargliela dal busto, un'arte che viene coltivata in Iraq e in Siria. Ma si sa, Hamas è un'organizzazione terrorista, non ci si fa tanto caso, e poi sono palestinesi, che dire di più? L'Isis? tutto ciò che fanno rientra sotto la categoria del male, e così sia.

Ma il caso dell' Iran è molto fastidioso perché ormai sono una paio d'anni che le trattative e poi l'accordo dell'estate scorsa ci hanno costretto a ignorare le sue mostruosità per mettere in primo piano i sorrisi di Mohammad Javad Zarif, il ministro degli Esteri. Adesso fra mille notizie di violenze e violazioni di diritti umani, ecco quella che i bambini vengono condotti per dodici stazioni in un "parco giochi" a combattere i nemici della rivoluzione e soprattutto vengono allenati nell'odio anti israeliano e del nemico sunnita, e possono felici sparare proiettili di plastica in faccia a Netanyahu e a membri della famiglia reale saudita.

I bambini come spiega il direttore compiono queste e altre attività per realizzare il magnifico compito della loro nazione, la guida del mondo, di schiacciare gli infedeli, di imporre la vera religione e consentire la venuta del Mahdi, il messia sciita. E' uno scopo supremo, per cui si può distruggere, uccidere, creare una guerra di distruzione. E' una fabbrica di terrorismo programmatica, che si accompagna a violazioni accertate degli accordi sul nucleare, all'incremento di sperimentazioni di missili balistici, all'uso dell'esercito in Siria, in Iraq, in Yemen, in Libano... Questo è l'Iran. Non è solo, è in buona compagnia sia dalla parte sciita che da quella sunnita. Sì, è molto vasto questo parco di divertimento religioso-militare in cui, armati fino ai denti, piccoli uomini crescono.

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