Fiamma Nirenstein Blog

Durban, show anticapitalista di Castro Secondo giorno di processo a Israele

domenica 2 settembre 2001 La Stampa 0 commenti
Fiamma Nirenstein inviata a DURBAN Ci sono tre mondi nell’ inverosimile miscuglio (bellissimo a vedersi, con tanti colori, fogge di abiti, cappelli) della Conferenza Mondiale contro il Razzismo, la Discriminazione Razziale, la Xenofobia e l’ Intolleranza, che ieri ha avuto la seconda giornata di grande sfilata di leader con manifestazioni collaterali. Tre mondi: quello delle esclamazioni gridate e decisamente sopra le righe contro il capitalismo, l’ imperialismo, il colonialismo e soprattutto contro Israele; quello dei leader africani neri che, chiamati ieri a discutere delle eventuali ricompense per lo schiavismo, cercano una linea possibilista pur tra numerosi sfoghi e ironie antioccidentali; quella degli uomini di governo europei che fanno di tutto per ripristinare l’ onore antirazzista del Vecchio Continente, dopotutto inventore dei diritti umani, e di arrivare a una conclusione pacifica codificata da un buon documento finale programmatico. Dunque, prima parte della Sessione Plenaria sulle Misure di Indennizzo. Fidel Castro ha pronunciato una spettacolare concione carica di pathos anticapitalista, con una premessa nei canoni del marxismo classico: « Il razzismo non è una reazione istintiva dell’ uomo, ma un fenomeno che nasce da guerre, conquiste militari, schiavitù , sfruttamento del più debole per mano del più forte nella storia della società umana» . Bisogna, dice Castro, che i popoli prendano dunque in mano la storia senza evitare di attribuire le responsabilità , si chiedano « giuste ricompense» ; secondo Fidel è anche necessario lottare contro « il terribile genocidio perpetrato oggi contro i nostri fratelli palestinesi dal leader di estrema destra che, in alleanza con superpotenze egemoniche, pretende di agire a favore di un altro popolo che per duemila anni è stato vittima delle più orrende persecuzioni, di crimini e ingiustizie» . Così Fidel. Cuba, precisa il lí der maximo, è dunque a favore delle riparazioni ma non ai diretti discendenti degli schiavi, ma a un intero continente, una restituzione di massa ai 4500 milioni di abitanti del Terzo Mondo. Infatti dopo l’ abolizione della schiavitù , dice Fidel, hanno seguitato fino ad oggi a soffrire a causa del colonialismo e dei suoi postumi. Il seguito del discorso è stato una sfilza di accuse specifiche, punteggiata di disprezzo, delle società occidentali, ritenute sciocche, consumiste e crudeli. Arafat, invece, ha ripetuto lo schema totale di delegittimazione di Israele, uno Stato ormai per lui sionista-razzista in quanto tale, sin dalle origini: « Speriamo che questa Conferenza denunci il male, il complotto coloniale razzista, il complotto di sradicamento di conquista della nostra terra, complotto guidato da una discriminazione razziale supermachista» . I leader neri non hanno ripreso questa musica, tralasciando la questione mediorientale. Abdoulay Wade del Senegal, parlando di riparazioni, ha detto di considerarle moralmente necessarie, ma vuole che si affronti il problema caso per caso, e non in generale, pensando magari ai « fratelli che soffrono nella diaspora» in grande miseria; l’ Africa nel suo insieme invece « deve semmai avviarsi a un piano collettivo di ricostruzione, si consenta di crescere senza chiedere l’ elemosina a nessuno» . Olusegun Obasanjo della Nigeria, uno dei leader più stimati, ha indicato la strada delle scuse e del rimorso degli sfruttatori per dare giusto valore al terribile fenomeno dello schiavismo. Mentre Abdelaziz Bouteflika ha puntato sull’ esigenza dell’ Africa di creare una propria memoria storica. Ed ecco Joschka Fischer e Renato Ruggiero. Tutt’ e due hanno ricordato l’ Olocausto come il peggiore peso di razzismo sulla coscienza europea e mondiale; tutt’ e due hanno però avvisato della persistenza di sofferenze dovute a pregiudizio, del rischio del razzismo e di antisemitismo nel Mondo. Ruggiero si è concentrato sulla necessità della Conferenza di superare, di mediare, di progettare. Fischer ha parlatro del Medio Oriente dicendo che il diritto degli ebrei al loro Stato è assolutamente indiscutibile, e che anche il progetto di uno Stato palestinese non può in nessun caso essere tolto dall’ agenda. Per ora, mentre la questione delle compensazioni - a parte Fidel Castro - sembra passare in cavalleria, il tema « Israele-razzismo» nonostante tutti gli sforzi italiani e tedeschi non è per ora affatto tramontato. Oltrettutto, alla fine del grande meeting delle Organizzazioni Non Governative parallela alla Conferenza, è uscito ieri sera un documento in cui Israele viene accusato di tutti i crimini possibili e immaginabili. E’ uno strano destino della lotta al razzismo dover finire in pasto, durante questo convegno, a una questione che ha certo a che fare con la Terra, ma che con la razza non ha proprio niente da spartire.

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