Fiamma Nirenstein Blog

Due anni via da Gaza

mercoledì 25 luglio 2007 Generico 7 commenti

Ieri sera, a due anni esatti dallo sgombero da Gaza, ho guardato alla tv israeliana un film su quei terribili giorni. Come giornalista, li ho trascorsi su quella sabbia, fra la gente del Gush Katif che lasciava le proprie case, il proprio lavoro, la propria comunità, tutto quello che aveva, trascinata da una immensa ondata politica, in uno stato di sofferenza che, benchè rabbiosa in molti casi, solo il pochi si è trasformata in violenza contro i soldati. Dall’altra parte ho visto i soldati di leva e i loro ufficiali cercare per ore, di casa in casa, di spiegare che era indispensabile obbedire alle leggi dello stato anche quando non ti piacciono, e parlavano a se stessi oltre che ai cittadini che, alla fine, dopo molte lacrime, urla, abbracci, e spintoni, trascinavano fuori di casa fino agli autobus. Ho scritto un libro “La sabbia di Gaza” per raccontare la mia esperienza, per testimoniare cioè come una società democratica riesca ad andare fino in fondo sia nell’esercitare il dissenso sia nel praticare l’obbedienza anche quando lo scontro è definitivo, vitale, mortale. In quelle pagine potete trovare storie di vita, dialoghi fra la gente degli insediamenti della Striscia e l’esercito, il dramma di quei giorni in cui noi giornalisti dormivamo sulla sabbia e aspettavamo la mattina l’arrivo dell’esercito che veniva con le ruspe e i bus a sgomberare i villaggi, a distruggere le piantagioni, gli alberi, le case. Adesso, dopo due anni, contrariamente alla speranze di Sharon secondo le quali lasciare ai palestinesi il seme di una patria attrezzata per la produzione agricola avrebbe portato almeno all’inizio di un processo di pace, sappiamo che lo sgombero ha costruito il trampolino di lancio per Hamas per vincere le elezioni del dicembre vantando la cacciata degli israeliani. Sappiamo che le serre sono state distrutte insieme alle sinagoghe, con rabbia e furto, senza che il consesso internazionale trovasse la forza di un richiamo ai palestinesi, e che di là è iniziata l’escalation di violenza che ora porta non sono al bombardamento quotidiano di Sderot, ma anche alla massiccia e moderna trasformazione di Gaza in Hamastan pesantemente dotato di tritolo, RPG, di missili mai entrati prima a Gaza tramite la frontiera con l’Egitto e l’aiuto iraniano e siriano. Hezbollah è il modello di Hamas, le gallerie sotterranee sono piene di armi, l’arruolamento di 12mila uomini in divisa, il credo integralista islamico (anche se sunnita invece che sciita), il messianimo minaccioso e la negazione dell’esistenza dello Stato d’Israele, invece di indurre un atteggiamento fermo e deciso in noi europei, fa paura: in questa situazione, per esempio, la Camera dei Lord ha chiesto pubblicamente - non si sa a quale titolo - a Tony Blair, per la prima volta in visita nella sua nuova funzione di rappresentante del Quartetto in Medo Oriente, di essere “flessibile” con Hamas. L’immagine del sacrificio della gente della Striscia, delle loro serre e delle loro sinagoghe, oggi ha ai miei occhi, dopo quello che è successo, un significato diverso da quando l’ho visto di persona due anni fa. Cosa succede, i Lord sono invece cechi?

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Fraser Ottanelli , Stati Uniti
 venerdì 14 settembre 2007  04:11:49

Cara Fiamma, ho saputo solo oggi di tuo padre. Ti abbraccio, Fraser



Demostene 2 Reloaded ;-) , Masada
 lunedì 13 agosto 2007  22:56:01

Lei, se fosse il padrone del destino del medio oriente, per risolvere la situazione, cosa farebbe? Se lei avesse il potere di decidere cosa si farà domani cosa farebbe? Si, insomma, come risolverebbe il problema della convivenza in Terra Santa? Sempre che la sua soluzione preveda una convivenza?Sinceramente curioso Demostene 2, reloaded ;-)



Francesco , ROMA - ITALIA
 sabato 4 agosto 2007  13:06:56

Cara Fiamma, quanto esponi è la dimostrazione dell'atteggiamento preconcetto dell'opinione istituzionale e pubblica europea nei confronti di Israele.. Nemmeno queste evidenze riescono a far aprire gli occhi.. L'importante è essere CONTRO.. Contro Israele, contro gli USA e contro qualsivoglia logica politica e sociale.. HO ancora negli occhi le raccapriccianti ed amare immagini degli sgomberi e tutti abbiamo sotto gli occhi quello che è successo dopo.. La verità è gli arabi non sanno e non vogliono dare nessuna prospettiva alla propria gente perchè il momento più alto è il martirio ed allora perchè perdere tempo a costruire una economia ed una società quando siamo prossimi a realizzarci con la morte..??



Francesca , ITALIA
 domenica 29 luglio 2007  20:59:33

Lo sgombero da Gaza ha mostrato, se mai ce ne fosse ancora bisogno, quanto Israele desideri la pace, quanto Israele voglia fare la pace con i palestinesi e i paesi arabi suoi vicini e quanti e quali sacrifici sia pronta a fare pur di raggiungere la pace.Certo è vero che le speranze di Sharon sono state disattese ma credo che Israele non abbia avuto altra scelta, visto il problema demografico che il popolo ebraico avrebbe affrontato di qui a poco se fosse rimasto ancora nella Striscia.È un vero peccato che i palestinesi abbiano deciso di sprecare questa grande occasione donatagli su un piatto d'argento ma, in fondo, tristemente devo notare che non è nemmeno la prima volta che accade!Assistendo attraverso i giornali e le immagini alla guerra fratricida di Gaza, pensando ai missili che piovono quasi quotidianamente su Sderot e su altre cittadine israeliane di confine, mi sto convincendo sempre più che questo sgombero sia stato un errore madornale, fatto senz'altro in buona, ma pur sempre un errore.



jochanan , italia
 mercoledì 25 luglio 2007  23:24:10

niente riesce a far cambiare idee alle sinistre europee, mica solo le più estreme. Israele resta nei loro schemi inchiodato al ruolo di stato oppressore e invasore. Tutto quello che tenta di fare è male. Ma penso anche al grave preicolo che corre la forza ONU, ivi compresi i soldati italiani nel Libano meridionale. Inutili come peacekeeping, pleonastici come forza di interposizione. Cosa ci stanno a fare, oltre a sperperare risorse del paese d'origine? E quando gli Hezbollah saranno pronti e cominceranno a lanciare in Galilea missili a grappoli, cosa potranno fare, se non darsela a gambe? O sparacchieranno con armi inadatte contro Israele se reagira'?



nICK dELOITE , Elberton Georgia USA
 mercoledì 25 luglio 2007  15:32:34

Dopo tutto quello che leggo credo che "Armaggedon" sia inevitabile. Sta scritto sui Testi Sacri, che lo si voglia o no.Entro 5-6 mesi assisteremo ad una escalation di violenza in Medio Oriente, senza precedenti.E sperimao che l'Altissimo aiuti ancora una volta Israele a sopravvivere.E quello che piu' spaventa e' la paura quasi atavica dell'Europa, trasformata oramai con l'immigrazione forzata di milioni di mussulmani "ignoranti" della nostra Cultura e senza rispetto alcuno per Essa.Fosse una Europa forte come ai tempi del 1970/80 forse non si sarebbe arrivati a questa escalation.Gli USA da soli non ce la fanno e Israele deve contare solo sulle proprie forze.Ma ripeto e' l'Europa che e' codarda e in particolare l'Italia dove D'ALema ha seguito le orme del 'Gobbo Andreotti" nella politica sfacciatamente Filo Araba. Perche poi?Antisemitismo velato di Panarabismo?Noi lotteremo nel nostro piccolo affinche' Israele sia ammesso di DIRITTO nell'Europafacciamo qualche cosa prima che accada l'irreparabile, purtroppo "imbianchini" nei Paesi mussulmani ce ne sono a migliaia .......



Piero P. , Reggio E.
 mercoledì 25 luglio 2007  12:47:01

Ricordo quei giorni, Fiamma. Seguiti sui tuoi "pezzi" e approfonditi col volume. Ricordo l'angoscia, il dolore, il pianto (dei coloni e dei soldati addetti allo sgombero, quelle lacrime sulle quali in Italia troppi hanno crudelmente ironizzato). Ricordo il coraggio e la dignità di un popolo definito "oppressore" e "arrogante". Ricordo la speranza che da quelle sofferenze potesse scaturire un tempo se non di pace, almeno di tranquilla convivenza. Certo quelle serre, quel potenziale economico lasciato e non distrutto erano la "cifra" di un Israele con la mano tesa. Erano anche esse germogli di speranza. Speranza di una Gaza che potesse crescere e prosperare anche sul piano economico. Poi è crollato tutto. La violenza, quella che i "saggi organi d'informazione" attribuivano all'occupazione si è scatenata con una virulenza impressionante. Sderot è diventata, e ancora oggi è, luogo da distruggere. Mi chiedo se tutte quelle sofferenze abbiano davvero prodotto qualche cosa che non sia una maggiore disperazione a Gaza ed anche in Israele. Come sperare ancora mentre il mondo intero volta la testa dall'altra parte? Come continuare a credere mentre Hamas viene subdolamente "corteggiato" da chi non lo ha come vicino di casa? E' davvero difficile accettare tutto questo: un orrore che sembra non conoscere confini. Come non chiedersi che ne sarà di Israele e, in fondo, di tutti noi?



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