Fiamma Nirenstein Blog

DONNE TORNA LA PAURA

domenica 24 agosto 1997 La Stampa 0 commenti
QUELLA strada lunga, fuori della paura, dentro la notte, nella gioia della solitudine. Dagli Anni Sessanta in avanti, quale donna non l'ha percorsa? Paura di uscire da sola? Di notte? Chi, io? Un viaggio di sole donne in un Paese del Terzo Mondo? Preoccupata? E perché ? Vivi sola vicino alla stazione, o in una viuzza del centro storico, e torni alle due di notte? Ma scusa, e che c'è di strano? Come eravamo. E oggi, come siamo cambiate. No, vieni tu da me, io preferisco non farlo quel pezzo di giardino al buio... Da sola, non mi piace più vivere... Sento dei rumori alla porta, alle finestre. Aspettami qui finché pensi che io sia entrata in casa... Correrò veloce dal portone all'ascensore. Tante amiche, coraggiose, libere, ormai mi dicono così : la sicurezza, segno femminile così lieto della società democratica sta evaporando come risucchiata in un antro di arcaismo, un pezzo di scenario postmoderno, postatomico, mutante. Non c'è niente di estremo né di nevrotico nell'odierna paura femminile; se ci dobbiamo chiedere quanto sia giusto preoccuparsi per la sicurezza sessuale, la risposta è purtroppo, che è piuttosto sensato. I dati del ministero dell'Interno ci dicono che dal gennaio al maggio di quest'anno ci sono stati 565 casi di violenza sessuale, contro i 422 dello stesso periodo dell'anno scorso, cioè il 31,7 per cento in più . E non c'è nessuna latitudine che definisca il fenomeno in termini socio-geografici: la Lombardia è la prima fra le regioni incriminate, con 161 casi, ma seguono a ruota Campania, Sici-lia, Emilia Romagna, e Piemonte. Giuliana Dal Pozzo, presidente di , la linea aperta che quotidianamente riceve decine di telefonate di denuncia, supplicando le donne di stare attente ha suggerito come spiegazione del fenomeno che la parte maschile della società non è pronta ancora ad apprezzare e a capire i nuovi comportamenti femminili. Ma non ci sembra che sia così : per quel che si vede dal progresso nel lavoro, nell'educazione, nelle leggi, nel costume familiare tutto sommato non ci si può lamentare. E i problemi specifici della sicurezza femminile, da quelli dell'aggressione sessuale, a quelli della protezione professional-culturale, sono parte dinamica sia della vita femminile che di quella maschile del nostro tempo. Mi sembrerebbe più onesto dedicare la nostra attenzione, per capire le ragioni di questa nuova paura, a due temi scomodi: uno è senz'altro quello della mescolanza di culture e comportamenti spesso assolutamente incomunicabili fra di loro. Se, le mille volte che ho intervistato leader musulmani religiosi avessi rifiutato di indossare il lungo camicione prescritto; se incontrando un rabbino ultraortodosso, oppure anche un vescovo, avessi portato pantaloni e magliette scollate, sarei stata certo fraintesa. Il gran confricare della deriva delle etnie e delle religioni, in questi anni di immigrazioni forzate, suscita equivoci oltremodo eccitanti; da una parte le fanciulle come Silvia Olivetti ritengono le parole del pastore Alì al primo momento dell'incontro; e da parte sua, il pastore, quando vede tre ragazze sole, non accompagnate da maschi, che si avventurano nel bosco, le ritiene senza ombra di dubbio disponibili. La parte patologica che segue, ovvero gli spari, lo stupro, sono evidenti, e quindi guai a pensare che dall'incomprensione etnica debba nascere per forza il delitto. Ma è innegabile che lo strusciarsi di più culture è un fenomeno esplosivo: in tutto il mondo la prossemica dei rapporti etnici crea problemi, e l'unico modo per porre un limite è darsi cognizione della cognizione di vita di tutti questi uomini soli, senza famiglia, senza sesso praticabile, che hanno della donna una visione completamente diversa dalla nostra. La loro ammissibilità nella società dell'emancipazione femminile, perché questo è , passa soltanto per un comportamento giuridicamente ineccepibile, segno di equilibrio e di accettazione delle nostre norme. Come altro valutare, altrimenti? Il secondo punto scomodo, è il solito tema della mercificazione del sesso. Il corpo ha vinto, il corpo impera, lo si espone ormai non solo sulla carta patinata ma anche nella vita quotidiana: stomaco, seni, gambe, con una generosità illimitata, opulenta e variegata come un supermarket. L'allusione fisica, l'uso della parola e anche del suono musicale (il rap] ) sono ormai diretti, assolutamente desublimati. Nonostante questo, ogni donna oggi gode i vantaggi della conquistata libertà femminile. Essi sono stati enormi, nessuno rimpiange di aver percorso questo magnifico sentiero verso un panorama ideale, che come ogni conquista ha poi mostrato una sua realtà più complessa. Si potrebbe dire con una metafora, che la fuga della donna dalle antiche prigioni è stata così veloce che essa si è ritrovata sola in un grande paesaggio misterioso e inesplorato. Sola, laddove prima la tribù , la famiglia, il padre o il marito la proteggevano anche di fronte al suo eventuale stupratore. Fiamma Nirenstein

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