DIFFONDERE VAIOLO O CARBONCHIO VIOLA TUTTE LE CONVENZIONI INTERNAZ IONALI Mors tua, mors mea
martedì 23 ottobre 2001 La Stampa 0 commenti
Fiamma Nirenstein
FRA i pochi documenti al mondo firmati insieme dall'Iran, per
esempio, e
Israele, c'è l'atto di fondazione dell'Organizzazione internazionale
per la
Sanità e i successivi impegni fino al giorno d'oggi a combattere le
malattie. Essa ha un primo momento di fondazione nel 1946 e una
risistemazione definitiva nel 1949, in seno all'Onu. Il criterio che
la
ispira è molto semplice è attinente al senso comune prima ancora che
alla
politica: bisogna combattere per la salute. Le malattie hanno
decimato
l'umanità e soprattutto i poveri.
Se nel Decamerone di Boccaccio alcuni membri di un'é lite possono
trovare
nobile rifugio in una villa nei dintorni di Firenze per isolarsi dal
contagio durante la peste nera, la gente in città e nel contado non
ha
invece scampo. Le epidemie e anche le piaghe non epidemiche - il
vaiolo, la
lebbra, la peste, la pellagra, il glaucoma, il carbonchio - hanno
come loro
vittima base i deboli, i vecchi, i bambini, i poveri. Battere la
malattia è
interesse di tutti. Diffonderla, dunque, come fa oggi l'estremismo
arabo, è
una violazione della convenzione internazionale più basilare, quella
per cui
puoi essere in guerra con chi ti pare, puoi persino distruggere
l'esistenza
e la libertà dei civili compiendo atti di terrorismo indicibili, come
quello
dei grattacieli o quello di far saltare per aria delle discoteche e
delle
pizzerie, però non tocchi il cuore stesso della convenzione basilare.
Mors tua sarà pure vita mea, ma quando mors tua è anche mors mea,
ovvero
quando hai diffuso il carbonchio o il vaiolo, allora ogni tuo diritto
a una
sia pur evidente richiesta di atteggiamento umanitario diventa del
tutto
illegitima. Per esempio, quando Saddam Hussein (di cui soprattutto in
Italia
si seguita a perpetuare la bugia secondo cui non il suo uso criminale
e
insensato dei fondi che pur gli hanno permesso armamenti segreti e
ricchissimi fortini di potere, ma l'embargo americano uccide i
bambini)
seguita a lamentare che il suo popolo soffre per motivi politici non
fattuali, o quando i talebani indicano al mondo le loro folle in
marcia
verso i confini; bene, i loro rimproveri sono destituiti di ogni
credibilità . Saddam ha usato il gas mostarda contro gli iraniani, il
gas
nervino contro i curdi e forse oggi sue sono le fabbriche di antrace;
Bin
Laden ospite dei talebani diffonde veleni per reintrodurre il
carbonchio e
il vaiolo; purtroppo i servizi segreti israeliani hanno in questo
periodo e
dopo molte reticenze rivelato che gruppi palestinesi estremisti hanno
tentato di fare uso a loro volta di armi chimiche e che era in
preparazione
un attentato chimico molto ampio a Gerusalemme... Ecco: chi è pronto
a
rompere l'assunto più basilare ovvero che le malattie (come il vaiolo
o il
carbonchio) e le infezioni (come quella indotta dal gas nervino)
vanno
combattute, si pone fuori del consesso umano.
Si è parlato di civiltà superiori o inferiori: non c'è alcun dubbio,
e su
questo c'è sempre stato un consenso che sembra curioso vedersi
rompere
proprio adesso poiché esiste compatto dalla fine della seconda guerra
mondiale, che le democrazie sono superiori alle dittature, quali che
siano
le culture di base e le religioni che le sottendano. Non ha nessuna
rilevanza che la Turchia sia un paese musulmano, se è , com'è ,
democratica.
Guai però a immaginare che la mancanza di libertà possa diventare un
comma
consentito alle civiltà non giudaico-cristiane, in nome di un
policentrismo
culturale ignobilmente giustificatorio di mille sofferenze. In
secondo
luogo, guai a pensare che qualsiasi causa possa giustificare il
terrorismo,
che il tuo terrorista possa essere il mio combattente per la libertà .
Un
terrorista è colui che attacca deliberatamente obiettivi civili con
lo scopo
di uccidere per gettare il terrore. Questo è un nemico comune, poiché
il
terrore è la violazione ultimativa di qualsiasi forma di vita civile,
di
possibile libertà , di movimento, di istruzione, di lavoro, di vivere.
Su questi due punti di fondo, libertà e terrorismo, si svolge oggi
una
legittima discussione. Ma oltre a tutto questo, al di là di ogni
possibile
tollerabilità , c'è la violazione della concordia internazionale nel
combattere le malattie. Di fronte a questo pericolo, ogni pietà deve
morire.
Ha il dovere di morire. Perché non c'è guerra che non debba essere
compiuta
quando l'infezione rischia di contagiare il mondo, non c'è
esclamazione di
carattere sociale e morale più alta di quella che dice di salvare un
bambino
non dal pericolo contingente che egli corre nel momento in cui
malauguratamente si compie un bombardamento, ma in quello in cui si
ipoteca
la sua vita e quella dei suoi figli e dei suoi nipoti. Per esempio,
essi
dovranno tutti di nuovo vaccinarsi contro il vaiolo, una malattia che
era
scomparsa e che aveva segnato una vittoria di tutto il mondo. L'Iran
insieme
a Israele, per una volta. E ora, non più .