Fiamma Nirenstein Blog

Dieci morti per una verità capovolta

martedì 1 giugno 2010 Il Giornale 41 commenti

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Il Giornale, 1 giugno 2010

L’episodio di ieri notte, con i suoi morti e feriti sulla nave turca, ha qualcosa di diabolico. Perché diabolico è il rovesciamento, la bugia che si sta disegnando nell’opinione pubblica internazionale, come per la battaglia di Jenin, come per la morte di Mohamed Al Dura: la verità, salvo quella tragica e che dispiace assai, dei morti e dei feriti, ne esce capovolta, capovolte le responsabilità. Le condanne volano, e hanno tutte un carattere nominalista: chi era sulle navi si chiama «pacifista» o «civile», i soldati israeliani coloro che ne hanno sanguinosamente interrotto la strada verso una «missione di soccorso». Nessuno parla di organizzazioni filo Hamas, nessuno di provocazione: ed è quello che davvero veniva trasportato da quelle navi. Oltre naturalmente, all’essenza umana di chi ci spiace comunque di veder sparire.

Ma non basta dichiararsi pacifista per esserlo. L’organizzazione turca IHH, protagonista della vicenda, è sempre stata filo terrorista, attivamente amica degli jihadisti e di Hamas, essa stessa legata ai Fratelli Musulmani, i suoi membri ricercati e arrestati e la sua sede chiusa dai turchi stessi per possesso di armi automatiche, esplosivo, azioni violente. Ma ora poiché era sulla nave Marmara, è diventata «pacifista», come le altre varie Ong molto militanti in viaggio sulle onde del Mediterraneo. Non basta più nemmeno dichiararsi «civile»: nelle guerre odierne, anzi, l’uso dei civili come scudi umani, e anche come guerrieri di prima fila è la novità più difficile in una quantità di scenari. La divisa non separa i buoni dai cattivi: abbiamo visto l’uso delle case e delle moschee come trincee dei «civili» militarizzati; al mare non eravamo abituati, ma è un’invenzione interessante per la jihad.

Prima di partire una donna ha dichiarato: «Otterremo uno di due magnifici scopi, o il martirio o Gaza». Ma chi ascolta una dichiarazione così rivelatrice e scomoda quando canta la sirena delle imprese umanitarie? Il capo flottiglia ha dichiarato che il suo scopo era portare aiuti umanitari e non è importato, anzi è garbato alle anime belle dei diritti umani che andasse verso Gaza, striscia dominata da Hamas, organizzazione terroristica che perseguita i cristiani e ha condannato a morte tutti gli ebrei, che usa bambini, oggetti, edifici, tutto, nello scopo di combattere Israele e l’Occidente intero. Ma le navi viaggiavano verso Gaza per aiutarla, incuranti dei missili e degli attentati che ne escono.

Israele aveva più volte offerto agli organizzatori della flotta di ispezionare i beni nel porto di Ashdod, e quindi di recapitarlo ai destinatari. Essi avevano rifiutato, e questa sembra una prova abbastanza buona della loro scarsa vocazione umanitaria, come quando hanno detto che di occuparsi anche di Gilad Shalit, come chiedeva loro suo padre, non gli importava nulla. Un’altra volta.

La flottiglia si era dunque diretta verso Gaza e lo scopo degli israeliani era dunque quello di evitare che un carico sconosciuto si riversasse nella mani di Hamas, organizzazione terrorista, armata. La popolazione di Gaza aveva bisogno di aiuto urgente? Israele afferma che si tratta di scuse: nella settimana dal 2 all’8 maggio, per limitarsi a pochi beni di un lunghissimo elenco, dai valichi di Israele sono passati alla gente di Gaza 1.535.787 litri di gasolio, 91 camion di farina, 76 di frutta e verdura, 39 di latte e formaggio, 33 di carne, 48 di abbigliamento, 30 di zucchero, 7 di medicine, 112 di cibo animale, 26 di prodotti igienici. 370 ammalati sono passati agli ospedali israeliani etc etc... Non era la fame dunque che metteva vento nelle vele delle navi provenienti da Cipro con l’aiuto turco; sin dall’inizio è stata la pressione politica a legittimare Hamas, e la delegittimazione morale di Israele che non colpisce mai i cinesi per la persecuzione degli uiguri, o i turchi per la persecuzione dei curdi... E così l’aspirazione antisraeliana che caratterizzava la Marmara è saltata come un tappo di champagne quando i soldati, nel tentativo di controllare la nave per portarla ad Ashdod, sono scesi con l’elicottero.

Alle quattro di mattina, secondo la testimonianza di prima mano di Carmela Menashe, cronista militare che ha scoperto senza pietà molti scandali nell’esercito, quando i soldati della marina hanno tentato di scendere sulla nave Marmara, sono stati accolti da spari, ovvero: «C’erano armi da fuoco sulla nave» dei pacifisti; i soldati che hanno toccato il ponte hanno affrontato un linciaggio «come quello di Ramallah» in cui membra umane furono gettate alla folla: sono state usate con foga enorme, dicono i testi, sbarre di ferro, coltelli, gas... i soldati sono stati buttati nella stiva nel tentativo di rapirli, o in mare. Questo per spiegare perché i loro compagni hanno sparato. Di certo i naviganti non erano militari, erano dunque civili: ma ormai nella guerra asimmetrica i civili sono scudo umano e combattenti.

Israele doveva cercare di fermare la Marmara; se l’ha fatto con poca accortezza, non sappiamo. Ma di certo i soldati non hanno sparato per primi, è proibito dal codice militare israeliano, non è uso di quei soldati. Adesso se il mondo vuole semplicemente bearsi delle solite condanne a Israele faccia, ma proprio con il suo sostegno alle forze che hanno provocato il carnaio dell’alba di domenica prepara la prossima guerra.

E la Turchia, della cui amicizia Israele andava fiera e che ha sostenuto in omaggio alla sua alleanza con l’Iran e alla sua novella militanza islamica questo disastro, adesso potrebbe almeno ritirarsi dalla sua linea oltranzista, che porta solo guai anche per il Paese di Ataturk. Certo esso non merita applausi per questo show in cui solo Hamas vince, e il conformismo che anima l’ordalia di condanne contro Israele non placa gli animi estremisti, ma li esalta.


Ten deaths for an inverted truth

Il Giornale, 1 June 2010

With its deaths and wounded, last night’s episode on the Turkish ship, has diabolical elements. What is diabolical is the reversal, the lie that is being designed by International public opinion, as in the battle in Jenin and like the death of Mohamad Al Dura: the truth, apart from being tragic and regretful, has been inverted, flipping responsibility. Condemnations fly, and they all have a nominal character: who was on the ship is called “pacifist” or “civil” while the Israeli soldiers are depicted as having bloodily interrupted their path of a “rescue mission.” No one speaks about organizations that are pro-Hamas, none about provocations, which is really what was being transported by those ships. Besides of course the human essence that we are sad to see disappearing.

But it’s not enough to declare oneself a pacifist in order to be one. The Turkish organization IHH, the protagonist of the story, has always been pro-terrorist, an active friend of jihadists and of Hamas, itself linked to the Muslim Brotherhood. Its members have been pursued and arrested, and its headquarters were closed by the Turks themselves for possessing automatic weapons, explosives and other violent acts. But now, because IHH was on the ship called Marmara, it became “pacifist”, like the other various NGOs who are militants travelling on the waves of the Mediterranean. It is no longer enough to declare oneself “civil.” In today’s wars, in fact, the use of civilians as human shields and as warriors at the frontline, is the most difficult novelty in a variety of scenarios. The uniform does not separate the good from the bad: we have seen the use of houses and Mosques as trenches of the “civil” militarized; at sea we were not accustomed, but it is an interesting new invention on behalf of jihad. 

Before leaving, a woman on the ship declared: “We are waiting now for one of two good things: either to achieve martyrdom or to reach Gaza". But who listens to a statement so revealing and uncomfortable when the siren of humanitarian enterprise sings? The flotilla leader said that his aim was to bring humanitarian aid. And it didn’t matter, on the contrary it pleased the warm souls of those who believe in human rights, that they were headed towards Gaza, a strip dominated by Hamas – a terrorist organization that not only persecutes Christians, but also has condemned all Jews to death:  using children, objects, buildings, everything in order to fight Israel and the entire West. Regardless of the missiles and attacks, the ships continued to travel towards Gaza.

Israel has repeatedly made offers to the organizers of the fleet to inspect its goods at the port of Ashdod with the purpose of delivering them to its recipients. They refused, and this seems like a decisive proof of their scarce humanitarian vocation – just like when they said that they don't care of dealing with Gilad Shalit, as his father asked them. Once again...

Therefore, the flotilla was directed towards Gaza. And Israel’s goal was that of avoiding unidentified cargo from falling into the hands of Hamas, an armed terrorist organization. Was Gaza’s population in need of urgent help? Israel states that this was an unjustified excuse. For example, in the week of 2-8 May, limiting itself to only a few goods from a long list, the following passed from the borders of Israel to the people of Gaza: 1.535.787 liters of gasoline, 91 trucks of flour, 76 of fruits and vegetables, 39 of milk and cheese, 33 of meat, 48 of clothes, 30 of sugar, 7 of medicine, 112 of animal food, and 26 of hygiene products. In addition, 370 sick people went to Israeli hospitals, etc., etc.

Therefore, it was not the hunger that put wind in the sails of the ships that came from Cyprus with the help of the Turks. From the start, it was the political pressure in order to legitimate Hamas and to morally delegitimize Israel, a pressure that surely never affects the Chinese for their persecution of the Uyghurs or the Turks for their persecution of the Kurds. And so the anti-Israeli aspiration of the Marmara ship has popped like a cork from a champagne bottle when the soldiers came down by helicopter in an attempt to control the ship so as to bring it to Ashdod.

At four in the morning, a firsthand witness Carmela Menashe, a military reporter who mercilessly uncovered many scandals in the Israeli army, declared that when soldiers from the Israeli Navy tried to get off the ship they were welcomed with gunfire. “There were firearms on the ship” of the pacifists; the soldiers that touched the bridge faced a lynching “like that of Ramallah” in which human limbs were thrown into the crowd. They used, with enormous impetuosity according to recounts, iron bars, knives and gas. The Israeli soldiers were thrown into the hold of the ship by the “pacifists” in an attempt to either kidnap or throw them into the sea. This explains why their mates fired. Of course, the sailors were not part of a military, they were civilians: but, by now, in asymmetric warfare civilians are used as human shields and combatants.

Israel should have tried to stop the Marmara ship; whether it did with little foresight, we do not know. But surely the soldiers were not the first to shoot, it is forbidden by Israeli military code, it’s not proper use of those soldiers. Now if the world wants to simply delight in its usual condemnations of Israel let them, but they must be aware that by lending their support to the forces that have provoked the carnage, it is preparing the next war.

And Turkey, of whose friendship Israel was proud and that supported this disaster as an homage to its alliance with Iran and recent Islamic militancy, it could now at least retreat from its extremist line, which brings nothing but trouble also to Ataturk’s country. Of course, it does not deserve applause for this show in which only Hamas wins. The conformism that animates the ordeal of condemnations against Israel now, does not temper the souls of extremists, but simply enhances them. 

Translated by Amy K. Rosenthal

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Giorgio , Bologna / Italia
 giovedì 3 giugno 2010  22:42:20

Ennesima provocazione arabo-islamica, ennesima stupida risposta. A farne le spese è ancora Israele. La tecnica è sempre quella: gli arabo-islamici organizzano una provocazione per attirare il nemico a combattere. Quindi si fanno scudo di civili. Poi utilizzano i civili morti a livello mediatico. Risultato: Israele (o l'Occidente) ci fa una pessima figura, mentre i terroristi passano per delle povere vittime perseguitate e ottengono la solidarietà dell'opinione pubblica mondiale. Questo è stato fatto con l'attacco agli USA dell'11 settembre, quando Al Qaida riuscì ad ottenere l'apertura dei fronti iracheno e afgano. Nei combattimenti, un ruolo centrale l'hanno giocato le vittime civili che poi sono state utilizzate ampiamente a livello mediatico. Risultato: gli USA e le truppe della coalizione nonostante le migliaia di vittime e le ingenti spese hanno fatto la solita brutta figura, mentre l'opinione pubblica occidentale si orienta sempre di più verso i terroristi. Sono anni che si combatte in questo modo. La stessa recita è andata in onda con la recente operazione militare Piombo Fuso: lancio di missili su Israele (provocazione), risposta militare, vittime civili, stessi ruoli, stessi risultati. L'altra notte, un convoglio di navi diretto a Gaza, comandato da fanatici appartenenti a note organizzazioni terroristiche sfida il blocco navale israeliano: una messa in scena, una chiara provocazione. Israele dà il suo contibuto recitando la parte voluta dai suoi avversari. Risultato: Israele viene isolato e condannato a livello internazionale. Non poteva invece fermare le navi in un altro modo? Lo schema è sempre lo stesso: provocazione - risposta militare - vittime civili - piagnistei in TV - masse di fanatici mobilitati contro Israele e l'occidente? Qualcuno ha capito che occorre evitare di abboccare a queste provocazioni? Si è capita anche l’importanza di una adeguata comunicazione all’opinione pubblica o si continuerà a utilizzar



Thomas Joseph Dolan, RN , US
 giovedì 3 giugno 2010  21:36:45

It is not alwayss easy to see what is actually happening when the information we receive is transmitted by news organizations which have their own agendas beyond merely informing the public about what is happening. Many news organizations have a bias against Israel which affects how the news they report is reported. Many have other biases, including some organizations which have a pro-Israel bias. I suggest that to expect Israel to tolerate missile attacks against its civilian population is unfair and unrealistic. Now, if a way could be found to eliminate these attacks without a blockade, well that would be a good thing. Are any third parties interested enough in peace to work on brokering such a process? Long time enemies can, amazingly, sometimes find common ground. As Violetts Chamaro said on her election, Reconciliation is more beautiful than victory.



Mitzouko , Berlino
 giovedì 3 giugno 2010  21:17:27

Good, clear arguments. Unfortunately, theoutlook is depressing. Which nation willstand by Israel and denounce publiclythe other side, the Hamas and its sympathisers? And that it is a crime to call for murder of any other nation or people? They are all over, and as usual, against the Jews and Israel. And Israel has no oil. But it has brainpower, and enviousneighbours.



vivanti , roma
 giovedì 3 giugno 2010  02:09:10

vox clamantis in deserto



Rosalba Mezzorani , Piacenza
 mercoledì 2 giugno 2010  22:50:15

Cara Fiamma,la tua coraggiosa difesa di Israele contro tanta malafede e faziosità merita tutto l'appoggio possibile.Tu sai cosa bisogna dire e le sedi dove dirle. Importante è farti sapere che tanta gente condivide e apprezza il tuo impegno.Rosalba Mezzorani



Michele Cavallotto , Caltanissetta
 mercoledì 2 giugno 2010  19:02:47

Gentile Fiamma Nirenstein, Condivido quello che Lei ha scritto e mi chiedo: dove erano quelle nazioni, che adesso giudicano Israele, quando le navi si dirigevano verso Gaza per forzare il blocco e perchè non hanno speso una parola per cercare di fermarli?CordialmenteMichele Cavallotto



andrea storace , La Spezia Italia
 mercoledì 2 giugno 2010  17:25:48

É, purtroppo, sempre la solita frittata , che gira e rigira viene presentata alla opinione pubblica, celando la realtá, cambiando l'ordine dei fattori: tempi, fatti, mistificando e giocando su parole il cui significato, giá delinea una posizione ben precisa, mentendo spudoratamente consci di farlo per il bene della: lotta armata, il popolo, la rivoluzione, il successo della guerriglia. É l' ABC della guerra rivoluzionaria oramai impresso nel genoma ed in tutti quelli che si sentono Palesitinesi, cosi come i nostri "amici" di sinistra.



mario brescia , torino
 mercoledì 2 giugno 2010  17:19:27

ciao a tutti do la mia piena solidarietà allo stato di israele. sappiamo tutti chi sono gli islamici: una minaccia per la nostra civiltà che stanno attaccando in tutti i modi. israele è l'avamposto del mondo giudaico cristiano in medio oriente, dobbiamo difenderlo ad ogni costo. l'islam manda i suoi figli al massacro e li festeggia, pertanto non stupisce che abbia creato questa provocazione, con finti pacifisti armati sulla nave, un po di morti per sedersi al tavolo della pace, passare per vittime e preparare l'attacco finale contro israele abbandonato dagli usa e dall'europa. ricordiamoci delle due bombe al mercato di sarajevo, due stragi organizzate dagli islamici per uccidere decine di islamici e provocare l'intervento onu contro la serbia con la conseguenza della nascita di uno stato islamico in europa e della seconda e più drammatica guerra per il kosovo, da cui nacque una nuova nuova repubblica e la distruzione della serbia, baluardo contro l'islam. rileggiamo oriana fallaci fatevi promotori di manifestazioni di appoggio ad israelemario bresciacapogruppo lega nord comune averara



ben , Torino
 mercoledì 2 giugno 2010  17:07:58

sono pacificti. con coltelli e braba lunga. amanti dell'umanita. che bel idea dI pace.viva israele, VIVA PER SEMPRE



flavio gori , firenze
 mercoledì 2 giugno 2010  16:50:40

penso che i soldati israeliani siano stati attirati in una trappola. peccato che non l'abbiano potuta/saputa evitare.



Zvi Menachem , Miami, Florida USA
 mercoledì 2 giugno 2010  15:27:08

Perhaps a better choice for the Israeli Defense Forces would have been to send frogmen in a speed boat to disable the rudder or the propellers of the ship. This would have accomplished a number of goals without armed confrontation: The ship would not have reached Gaza but left floundering in international waters, Turkey would have had to rescue the ship and tow it back to its home port, the blockade would be intact, and there probably would have been no loss of life.



Daniele Coppin , Napoli
 mercoledì 2 giugno 2010  14:20:50

I tragici fatti degli ultimi giorni hanno dato la stura all'odio antiisraeliano e, in qualche caso, antiebraico. On. Nirenstein, il suo infaticabile impegno per far comprendere le ragioni di Israele, unito a quello di tanti siti e singoli cittadini, sta ottenendo più risultati di quanto alcuni media vorrebbero far credere. Gli Italiani non sono stupidi, ascoltano i fatti, capiscono che c'è stata una provocazione da parte dei cosiddetti "pacifisti", che i reparti della marina israeliana hanno peccato d'ingenuità e, forse, impreparazione, dovendo poi ricorrere alle armi, che la verità sta in quelle immagini violente dei linciaggi scongiurati, diversamente da quanto accadde ai due poveri riservisti israeliani massacrati a Ramallah dieci anni fa. Vorrei che in Israele e tra gli Ebrei si sapesse che ci sono tante persone che sono dalla loro parte, che distinguono tra la violenza deliberata e la legittima difesa. Che tengono ad Israele. Perciò le chiedo: a quando una manifestazione in favore dello Stato ebraico? Per ristabilire la verità e le giuste proporzioni nei giudizi, affinché la disinformazione non faccia breccia tra coloro che hanno voglia di capire, senza pregiudizi di sorta.



carlo 1951 , Italy
 mercoledì 2 giugno 2010  14:15:16

Fiamma, apri gli occhi.Lasciamo pure stare l'errore (probabile) dei Servizi israeliani e ammettiamo pure che tra i pacifisti ci fossero agenti filoHamas.Ma la nave era in acque internazionali: quale diritto?E se la nave era un covo di terroristi il governo israeliano doveva comunicarlo al mondo e poi (forse) agire.Altrimenti è un crimine e basta.Che lascia spazio ai veri terroristi arabi e indebolisce Israele.



Gian Paolo , Roma
 mercoledì 2 giugno 2010  12:44:06

Nel 1986 a causa del tentativo di Gheddafi, di portare le sue acque territoriali al limite del Golfo della Sirte, Reagan, allora presidente degli Stati Uniti d'America, ordinò il bombardamento di Tripoli, sottolineando a modo suo la "sacralità" delle acque internazionali in quanto mare di tutti e di libera circolazione. Da qualunque parte la si guardi, l'episodio della Marmara è stato un atto di pirateria fin dai suoi prodromi. Nessun Paese ha il diritto in acque internazionali, se non su mandato ONU, di esigere controlli su navi in mare aperto. Israele ha abbordato in armi una nave battente regolare bandiera turca, e alla reazione legittima (la nave è territorio del paese di cui batte bandiera) del suo equipaggio ha aperto il fuoco uccidendo una decina di persone. Se un ladro entrasse in una casa e ne uccidesse il proprietario a colpi d'arma da fuoco, nessuna giuria gli darebbe attenuanti, se anche sostenesse di essere stato aggredito con un coltello o un bastone dal padrone di casa.Ci vuole molto, on. Nierenstein, a dire che Israele ha sbagliato punto e basta? Si può addossare una colpa, di inefficienza o di inettitudine o di incapacità a gestire una situazione critica, alle forze armate di un paese senza dover cercare sempre giustificazioni? Due soldati feriti contro nove/dieci civili morti evidenziano la disparità delle forze in campo. E poi che "i soldati non hanno sparato per primi, è proibito dal codice militare israeliano, non è uso di quei soldati", può solo voler dire che il codice deve essere cambiato da poco, visto che al tempo dell'intifada dei sassi ci furono parecchi morti anche tra i ragazzini.



Tarek Heggy , Egypt
 mercoledì 2 giugno 2010  12:00:01

Thank you very much for forwarding this great article to me ... Tarek Heggy



Aviva Ron , Israel
 mercoledì 2 giugno 2010  11:52:06

Thank you Fiamma for trying to tell the world the truth, even when the world does not want the truth. Aviva



luca , bologna
 mercoledì 2 giugno 2010  10:49:56

Provocazione della Turchia unita al fronte islamico terzomondista. Va bene, e allora? niente giustifica l'azione di un paese democratico come Israele. Democrazia è anche responsabilità. I pacifisti non saranno stati pacifisti, ma nemmeno terroristi, sicuramente civili. Dunque, è stato commesso un crimine a prescindere dalle circostanze. In una democrazia la responsabilità è politica. I politici di Israele hanno preso una decisione sbagliata e si sono così macchiati di un crimine. Non sono antiisraeliano, anzi. Tutti possono sbagliare. L'importante è capirlo e assumersene la responsabilità Vorrei vedere almeno un politico che dicesse è colpa mia, mi dimetto. Ora come ora, agli occhi del mondo, la colpa è di tutta Israele, e non può essere altrimenti...



1972 , Barcellona
 mercoledì 2 giugno 2010  10:45:34

Buongiorno. Nel link allegato il documento sonoro (in lingua catalana) in cui Manuel Espinar, padre di uno dei "pacifisti" a bordo della Flotilla, dichiara che i militanti sapevano benissimo che Israele non li avrebbe fatti passare e che da tempo avevano richiesto "protezione ufficiale" alle autorità turche e alle organizzazioni internazionali. Insomma, erano coscienti di andare allo scontro e hanno fatto di tutto per provocarlo. Solo per interpretare i fatti nel loro giusto contesto:http://rac1.org/blog/noticies/programes/el-mon-a-rac1/israel-repatriara-els-cooperants-espanyols/Saluti.Enzo Reale1972.splinder.com



Rosa Granese , Firenze
 mercoledì 2 giugno 2010  08:53:25

Se non fosse successo, sarebbe accaduto.C'è un pregiudizio verso Israele e c'era una trappola sulla Marmara.Mi dispiace per i morti e per i soldati feriti.Rosa Granese



Ilaria Arri , Rivoli (To), Italy
 mercoledì 2 giugno 2010  08:35:33

cmq, tutta la mia solidarietà al popolo israeliano..Un bacione, Ilaria.



Ilaria Arri , Rivoli (To), Italy
 mercoledì 2 giugno 2010  08:34:19

Cara Fiamma, mi spiace molto per tutti quegli attivisti morti. Penso che non sia stata loro intenzione difendere Hamas, ma i palestinesi, poi se questa terribile organizzazione li abbia voluto utilizzare, questo mi angoscia moltissimo!!Un grosso bacione, e un forte abbraccio, Ilaria.



david , italia
 mercoledì 2 giugno 2010  02:14:15

Salve, per dovere di cronaca, sento la necessità di darvi una ricostruzione che è balenata ad alcuni ed è arrivata alle mie orecchie. Il capitano della nave assaltata aveva assistito alla scena dell'assalto di un'altra delle navi della flotta, 10 min. prima, notando spari. A quel punto ha avvertito l'equipaggio, che ha accolto i militari israeliani in quella maniera.solidarietà ad israele e dispiacere per le morti che forse si potevano evitare con una più accurata pianificazione dell'abbordaggio.david.h.a.



Lodovico Zanetti , Forlì
 mercoledì 2 giugno 2010  01:28:34

Quella che lei propone mi sembra una verità capovolta. Secondo lei si può assalire una nave in acque internazionali ? Israele non dispone di una delle più efficienti flotte del mediterraneo e non poteva intercettare e fermare 6 navi disarmate quando entravano nelle acque territoriali? E mi sta dicendo che le truppe speciali israeliane, probabilmente le migliori del mondo, avrebbero problemi a neutralizzare dei marinai con spranghe e coltelli senza fare una strage? Il fratello di Netanyahu, che comandò l'operazione Entebbe , si rivolterebbe nella tomba,E, mi scusi, se atterro nel suo terrazzo, vestito di nero, con un mitra in mano, lei non ha diritto di difendersi? O le regole, specie quelle del diritto internazionale , valgono solo per qualcuno? E se cercasse di ributtarmi in mare non avrebbe ragione?E' inutile arrampicarsi sugli specchi, neanche il miglior marinaio della Shayetet 13 ci riuscirebbe. Quello che è successo è stato un episodio di pirateria, e come tale andrebbe perseguita.



steven baum , Albuquerque USA
 martedì 1 giugno 2010  22:55:14

Keep up the important work Fiamma!--Steven Baum EditorJournal for the Study of Antisemitism



Andrea Bongioanni , Cuneo
 martedì 1 giugno 2010  21:32:40

Credo, per quanto poco possa valere la mia opinione, che chi abbia a cuore il futuro di Israele dovrebbe chiedersi se l'approccio della classe dirigente di Israele, sia ancora adeguato ai tempi. La questione non è morale, ma pratica. Ovvero sono idonei a fronteggiare la minaccia attuale i metodi utilizzati nel passato? I commandos sono perfetti per salvare ostaggi, ma forse non sono l’ideale per fermare la marcia del sale. Il vero quesito da porsi, forse, è se i ragazzi, che un tempo stavano assieme sull’ala di un aereo sequestrato, rappresentino ancora la miglior dirigenza possibile. Ancora, non per un giudizio morale. Ma forse perché le loro reazioni sono condizionate dal passato (loro, di Israele e della minaccia passata) e sono sorpassate. La Turchia (con tutti i limiti del suo governo, per certi, anzi molti, versi populista e reazionario) rimane, al momento, una democrazia e fra simili ci si dovrebbe poter intendere. Purtroppo questi tratti sono, al momento comuni a quasi tutte le democrazie (Israele, Italia, anche USA, per tacere di altri). Gli errori possono d’altra parte essere utili per un riesame critico. Rimandare i commandos sulla prossima nave (cioè concludere perseverare), equivarrebbe solo a porli nuovamente in una situazione impossibile. Realismo vuole che ad un certo punto, gli assedi terminino (resa degli assediati/levata dell’assedio) oppure soluzione di compromesso. Israele Gaza l’ha lasciata già una volta, quindi sarebbe, opportuno stabilire i termini per levare l’assedio e porre chiaramente i palestinesi di fronte alla scelta. Checchè si pensi della classe dirigente di Palestina, la scelta di quest’ultima non spetta a Israele, o almeno non più di quanto spettasse al governo USA la scelta dei dirigenti dell’URSS (ad esso spettava la difesa della sicurezza e degli interessi nazionali, evitando possibilmente un Armageddon. Magari la situazione di Israele è più complessa, ma esso a fronte a sfide straordinarie, merita una leadership adeguata.



Giovanna Cairella , Benevento - Italia
 martedì 1 giugno 2010  19:34:32

Esprimo tutta la mia solidarietà al popolo d'Israele ed ai suoi valorosi soldati. I pacifisti con le spranghe di ferro non m'incantano. E' tutta una ipocrita chiassata per distogliere i diseredati dai problemi veri che i loro governanti non sanno risolvere. Prendano esempio dallo Stato di Israele che ha trasformato il deserto in terre fertili e produttive. Lunga vita ad Israele ed agli israeliani tutti.



fernando loffredi , parma/ italia
 martedì 1 giugno 2010  18:16:27

Gentile On. Nirenstein, sono completamente d'accordo sul suo articolo ma la mia preoccupazione più grande viene dalla riflessione del cambiamento della Turchia nei vostri confronti da quando stanno prendendo piede, purtroppo, gli islamici. E' un dato di fatto che stanno provando ad accerchiarvi e la cosa non mi piace per niente. Un saluto Viva Israele. NANDO



Stefano Isidori , Roma
 martedì 1 giugno 2010  18:16:14

Timeo Danaos et dona ferentes, disse Laocoonte ai Troiani per convincerli a non fare entrare il famoso cavallo di Troia nella città.Cos'è questo sito per me? Mi rifugio qui quando fuori imperversa la tempesta anti Israele. Uno spazio dove si respira un po' di logica, al di fuori delle facili critiche di chi critica Israele senza un perché argomentato, perché non si può argomentare l'odio antiisraeliano, quell'odio che hamas ha eretto a propria ragione sociale, postulando la distruzione della piccola oasi di democrazia medioorientale.



Agostino Marron Mattoli , Santiago del Chile
 martedì 1 giugno 2010  17:24:23

Purtroppo questa e' stata una trappola inevitabile tesa contro Israeleche non poteva che aver successo.non mi meraviglia la reazione della Turchia che con questi nuovi governi pro islamicicercava di spezzare in un qualche modo gli accordi con Israele di molti anni fa' che tra le altre cose da anni hanno avuto legami stretti con l'esercito Turco.Gli islamici del governo Turco ci guadagnano doppiamente poiche' l'unico credibile deterrente laico in Turchia e' proprio l'esercito Turco; e se non ci fosse il paese gia' sarebbe diventato totalmente islamico e non aggiungiamo il dispetto fatto di recente all'Occidente stringendo accordi con l'Iran per la questione atomica in barba all'alleanza con la Nato e gli USA.Questa e' la ragione del tutto . Non mi sorprende quindi che la trappola sia partita dalla Turchia con chiaro assenso dei politici islamici Turchi e asociazioni varie a cui accenni.Ma il vero gol che hanno fatto gli islamici e' contro l'occidente nel contesto dei problemi esistenti da anni e delle guerre in corso creando addirittura divisionidalle incalcolabili conseguenze.Non dimentichiamo che gli unici veri alleati dell'occidente da quelle parti per decenni erano proprio la Turchia e Israele.In ogni modo adesso ,secondo me, anche l'ingresso della Turchia nel mercato comune e' piu' lontano che mai!



marco , genova
 martedì 1 giugno 2010  16:49:41

Apprezzo l'articolo e condivido appieno la tematica espressa, ben lieto che ancora qualcuno riesca ad esaminare asetticamente ed imparzialmente i fatti. Le estendo i miei sinceri complimenti



Giorgio Prinzi , Roma
 martedì 1 giugno 2010  16:48:24

Questa mattina sono stato tra i primi a commentare su "il Giornale" con questi due inserti:Ho commentato l'articolo "Dieci morti per una verità capovolta" nel seguente modo:"Non sono un giurista, quindi questo mio intervento va inteso come interlocutorio nei confronti di chi ha queste competenze. Se, come credo, irregolari in armi, peraltro non riconoscibili per l'uso di uniformi od altro chiaro segno, aprono il fuoco o comunque si rendono protagonisti di violenze contro forze regolari di uno Stato sovrano, incorrono in gravi reati che ritengo (ripeto, non sono un giurista) previsti dalla Convenzione di Ginevra, allora Israele si attenga ad essa e li giudichi severamente in base a quanto da essa previsto. Di fronte alla tempesta che si è scatenata l'unica via praticabile mi sembra quello di un fermo e possibilmente duro arroccamento legalitario. Cedere sarebbe disastroso"; l'articolo omologo "Si definiscono pacifisti ma sono seminatori d’odio" con il seguente commento: "L'unica via d'uscita praticabile mi sembra quella di un arroccamento legalitario, ricercando nella legislazione internazionale tutte le norme che consentano di processare questi combattenti irregolari come tali. Può sembrare strano, ma di fronte alla montante strumentalizzazione anti israeliana potrebbero risultare pìù funzionali alcune condanne a morte giuridicamente ineccepibili, che un generalizzato buonismo, che renderebbe spavaldi i promotori dell'iniziativa e contribuirebbe a espandere le fila di queste organizzazione per effetto imitativo".Forse non ha scelto un appoggio così drastico, comunque sembra che non si sia lasciato intimidire dall'Onu, definito ipocrita, e dai sostenitori degli irregolari assalitori imbarcati.Richiamo a "il Giornale" online.



sandra cerbolini , pistoia
 martedì 1 giugno 2010  15:39:17

Tutto il mondo sta chiedendo ad Israele il perchè.Scusi ma non è proprio come dice lei.Sandra Cerbolini



Giulio , Roma
 martedì 1 giugno 2010  14:50:28

Credo sia andata proprio così



vanni , italia
 martedì 1 giugno 2010  14:41:52

Egregia Signora Nirenstein, una preghiera pietosa sempre e subito per le anime delle vittime sul Mavi Marmara. Incredulità e sgomento invece dalle immagini dei marines che – grottescamente appesi a una ridicola cordicella – uno a uno scendevano da un poderoso formidabile elicottero per dare l'avvio allo scempio cruento predisposto, quasi annunciato, e uscito dal controllo (di tutti o solo di alcuni?). L' “operazione” è stata coordinata da entrambe le parti; da parte di Israele le responsabilità del tragicamente goffo coordinamento dovranno essere individuate e duramente sanzionate. E l'intelligence... avrà fatto con cura la sua parte? Motivi per riflettere tanti, anche per riflessioni che a caldo potrebbero sembrare ciniche, ma che potrebbero evitare sciagure di ogni tipo in futuro, a fronte di nuove interpretazioni della guerra contro Israele.



annalisa rossi , milano-italia
 martedì 1 giugno 2010  13:20:16

La verità manipolata ,come sempre.E.U scandalizzata , come sempre.ONU emetterà reprimenda e chiederà "di sapere la verità", come sempre.Io sto con Israele, come sempre, e , siccome è cattivo SEMPRE, perchè non esserlo davvero?Tanto più che il terrorismo è stato bandito dal vocabolario USA e ciò è molto grave.



ilaria paoletti , roma
 martedì 1 giugno 2010  13:12:40

La grandezza di Israele verrà riconosciuta quando questo stato avrà la capacità di ammettere di poter sbagliare. Io sono legata per vari motivi a quella terra, ma non tollero che tali episodi accadano, macchiando inesorabilmente ogni tentativo di essere in pace col mondo. Bisogna ammettere di essere stati vergognosi, perchè in tutte le belle parole che lei ha scritto manca sempre un concetto chiave: il valore delle vita umana. Difendersi non è uccidere. Saluti.



renata magarini , legnano italia
 martedì 1 giugno 2010  13:03:35

anche se non faccio parte del suo popolo, io amo moltissimo Israele ed è proprio per questo che considero quello che è successo alla flottiglia diretta verso gaza una "trappola" in cui, comunque il governo isreliano c'è caduto con tutti e due i piedi. consideri quello che scrivo non una critica, ma una preoccupazione, proprio per quello che lei ha scritto, quello che rimane nell'opinione pubblica è l'azione "piratesca" dei soldati israeliani. mi pare che a volta bisognerebbe avere una visione piu' polita, senza esssere ciechi o ipocriti delle situazioni. in questo caso israele è ancora piu' isolato ed io sono molto preoccupata, glielo ripeto, proprio perchè tengo a Israele.con tutta la mia solidarietà - renata magarini



mario , eropa
 martedì 1 giugno 2010  11:42:51

La tesi della trappola ad uso dei media mi sembra avvalorata dal fatto che a bordo della Marmara c'erano i giornalisti di al-Jazeerah English, che hanno dato la notizia in diretta omettendo di mostrare le scene dell'aggressione operata contro i soldati.http://www.youtube.com/watch?v=xFEBbDkyrqQAl Jazeerah English anzi dice che la nave ha issato bandiera bianca e si è arresa, ma i soldati sparano. Probabilmente gli organizzatori speravano in una reazione molto violenta dell'esercito (e l'hanno provocata) per poi poter conseguire ampio risalto mediatico grazie alla collaborazione della notissima stazione satellitare. I soldati israeliani certo autodifendendosi non hanno però dato quell'attacco che i filopalestinesi attendevano, e tutte le altre navi sono state abbordate pacificamente.Se posso muovere una critica, credo che un errore risieda nell'avere abbordato le navi in acque internazionali, cosa questa non smentita. In tal modo si lascia agli organizzatori dell'azione un margine di manovra per la polemica.



Ester , Morbio Superiore
 martedì 1 giugno 2010  11:19:23

Necessita un'informazione dettagliata e corretta su larga scala Internazionale come pure un intervento a favore di Israele ed il suo diritto di difendersi.Necessita anche sobrietà e determianzione a non lasciarsi destabilizzare dal nemico che userà tutto questo per intrappolare Israele. Che sia stato questo lo scopo perfido della Marmara?Uniti siamo forti e ce la faremo... Shalom Shalom Ester.



margherita , italia
 martedì 1 giugno 2010  10:03:08

possibile che qui in italia si continui a parlare di pacifisti e non si faccia vedere la quantità di spranghe e coltelli con cui viaggiavano? perché non si racconta mai la verità o almeno un minimo di cronaca dei fatti, tipo che gli israeliani sono stati colpiti e rischiavano un linciaggio. ?no vai coi titoloni: "navi di pacifisti attaccata", tutti in piazza con i cartelli abbasso israele, ma cosa si può pretendere da un continente che fino a 50 anni fa bruciava gli ebrei ? che ipocrisia!!!!



Alberto Levy , Israele
 martedì 1 giugno 2010  09:21:43

Ho controllato i siti web dei principali giornali e media italiani. Alle ore 10.00 del giorno dopo ancora nessun sito italiano (a parte quello del coriere.it ) ha ancor messo il link al video trasmesso ieri sera dalla TV israeliana in cui si vede come appena sbarcati sul ponte dagli elicotteri i militari israeiani sono stati linciati, presi a sprangate e buttati giu' dal ponte. ecco il link del video http://www.haaretz.co.il/hasite/spages/1171434.html



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