Fiamma Nirenstein Blog

Darfur: non lasciamo che la storia si ripeta

sabato 28 aprile 2007 Generico 16 commenti
Mercoledì scorso il presidente George Bush al Museo Americano dell’Olocausto ha detto una cosa apparentemente semplice ed evidente, ma di fatto al giorno d’oggi, inascoltata: “Il male non è una parte della storia” ha detto “è una realtà che alligna nel cuore umano. Dunque, questo Museo serve per ricordare cosa accade quando i buoni, la gente per bene distoglie gli occhi” e ha concluso “Il passato deve essere usato per combattere il genocidio nel presente e e prevenirlo nel futuro”. Dunque il presidente americano non si riferiva solo allo sterminio degli ebrei. Ci si potrebbe immaginare che Bush parlasse dell’Iran, come ha fatto tante volte: Ahmadinejad ripete spesso che sta preparando il genocidio degli ebrei mentre costruisce la bomba atomica. Ma nella fattispecie Bush, l’ha precisato, si riferiva anche allo streminio del Darfur, un genocidio da tempo in atto nell’indifferenza generale, che ha mietuto sino ad oggi almeno 400.000 vittime e provocato lo sfollamento di 2 milioni di persone, la maggior parte della quale rifugiatesi nel confinante Ciad, dove la crisi umanitaria sta dilagando.
Bush ringraziava il Museo della Shoah per aver costruito una sezione che proseguiva la lettura della Shoah nella mostra dedicata allo sterminio che si svolge giorno dopo giorno nella regione del Darfur, nell'ovest delSudan. E’ stato pratico e diretto: ha promesso sanzioni al governo sudanese se bloccherà i 3000 soldati dell’ONU che devono portare aiuto alle forza dell’Unione Africana; ha chiamato per nome il presidente sudanese Omar al-Bashir invitandolo ad agire; ha lodato la decisione dei gruppi ebraici come la Jewish Coalition for Sudan Relief che hanno deciso di “diventare il primo fronte di lotta per il Sudan”.
In Israele, dopo una prima reazione stupefatta all’arrivo di profughi dal Sudan, un Paese che non ha rapporti diplomatici e che odia con intensità integralista lo Stato degli ebrei, sembra aver finalmente compreso che è suo compito specifico, ancor più che per gli altri, combattere il più grande crimine contro l’umanità dei nostro tempi. Il direttore generale del ministero degli esteri, Aharon Abramovich, proprio in questi giorni ha istruito diverse divisioni del ministero a preparare un piano di azione per aiutare i sopravvissuti. E ha detto di fare in fretta, correggendo una linea esitante legata alla difficoltà a ospitare persone provenienti da una nazione decisamente ostile. La sicurezza non è certo un piccolo problema in Israele. Israele ha anche avuto paura che il mondo arabo, se lo Stato Ebraico si schiera con evidenza dalla parte dei perseguitati, si assembli per spirito di contrapposizione con il governo sudanese, il quale da canto suo ha già detto che la difesa dei perseguitati è “una cospirazione sionista-americana” per distogliere l’attenzione dai “crimini palestinesi”. Per questo, finora Israele ha preso posizioni di basso profilo sul Sudan; ma la verità dei fatti è che non esiste basso profilo quando un popolo viene sterminato.
Bisognava bombardare Auschwitz, bisogna muovere le masse. E a nessuno, più che agli ebrei, può e deve stare a cuore quando un popolo di innocenti, donne e bambini, viene perseguitato con intenti genocidi. La ministra degli esteri di Israele Tzipi Livni è intervenuta all’ONU dicendo: “Non possiamo stare a vedere mentre simili orrori hanno luogo”, e spero che a questa dichiarazioneseguano molti atti concreti.
E sono contenta che oggi in Italia ci si mobiliti veramente. Infatti, questa domenica, per la prima volta da quando si celebra nel mondo il Global Day for Darfur, anche l'Italia, grazie all'impegno di Italians Blogs for Darfur - movimento per i diritti umani di cui fanno parte giornalisti, operatori sociali ed esponenti della società civile – aderirà alla manifestazione che si terrà in contemporanea in altri 50 Paesi.
Sono contenta che insieme ai giovani ebrei (UGEI) scenderà in piazza una coalizione trasversale, dai Radicali, ai Verdi, a Forza Italia, alla Margherita e ai Giovani Cattolici delle Acli. Non vado a molte manifestazioni. Ma a questa, se fossi in Italia, sarei andata sicuramente.
L’appuntamento è per domenica 29 Aprile alle ore 10:00. Il corteo partirà da piazza Venezia, proseguirà lungo via dei Fori Imperiali per arrivare al Colosseo, dove sarà allestita una mostra di vignette disegnate per la giornata mondiale per il Darfur da firme importanti e rifugiati dal Darfur in Italia porteranno la propria testimonianza.
Tutte le informazioni le trovate su: www.italianblogsfordarfur.it

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ariela , israele
 domenica 29 aprile 2007  21:40:28

opppssss, livore, non lividore



ariela , israele
 domenica 29 aprile 2007  21:36:23

Per Dino Barberini: ti sei dato la zappa sui piedi. L'esercito israeliano non ha mai stuprato le palestinesi. La tua è una bugia bella e propria. Nell'interno dell'esercito israeliano ci sono stati e probabilmente ci saranno casi di molestie sessuali e persino di stupro. Certamente meno di quanto tu cerchi di far credere, ma esistono.Circa il sito etulsai, te l'ho già detto, è un ottimo sito di disinformazione la cui tattica è quella di trasmettere un dato numero di fatti realmente accaduti e poi infilarne uno particolarmente scioccante frutto di fantasia malaticcia. Circa le hong che soffrirebbero del cattivo rapporto da parte dei soldati israeliani, non giustifico ma capisco che in certi frangenti si perda la pazienza quando nei momenti di grande tensione si intromettono persone che ne' conoscono la lingua ne' capiscono esattamente che cosa succede. Credo che la miglior cosa che potreste fare per aiutare i poveri palestinesi è fare in modo che i mezzi che il mondo versa per aiutarli gli arrivino (nel 2006 più di un miliardo di dollari, più che nel 2005) invece di essere spesi per armamenti vari e dovreste convincerli a mandare al diavolo i loro governanti a cui la Jihad è più importante del popolo palestinese. Questo sarebbe un grande aiuto invece di riversare tanto odio e lividore sugli israeliani.www.zamparzigogola.ilcannocchiale.it



Paola , napoli
 domenica 29 aprile 2007  19:09:09

Non ho trovato proprio nulla... se non qualche articolo su forum di cui non mi fiderei troppo...E' vero che ci sono casi di stupri all'interno dell'esercito israeliano (questo lo sapevo già), ma ci sono come ci sono nella società israeliana, come ci sono dovunque nel mondo. Non sono mica dei santi gli israeliani, sono come tutti gli altri, buoni e/o cattivi...Ma dirò di più: se anche sia successo in un caso che un soldato israeliano abbia commesso violenza sessuale su una palestinese, non basterebbe a poter denunciare tutto l'esercito o Israele in generale come vorresti fare tu... piuttosto, sarebbe interessante fare un paragone con i casi di violenza sessuale nelle guerre dell'EX Jugoslavia, in Africa, in Cecenia ecc... e così capisci la differenza tra chi combatte sterminare e chi combatte per difendersi.



Dino Barberini , Civitella S. Paolo RM IT
 domenica 29 aprile 2007  19:00:59

per Paola. fai una cosa. cerca con google "IDF rape". e trovi quel che cerchi. più che i giornali. tribunali. foto. tu credi che si possa rimanere puri in un ambiente di guerra. non è possibile. io non criminalizzo gli individui. condanno la guerra e i suoi inevitabili crimini. figurarsi se non son convinto che una società resa ancor più maschilista dall'occupazione come quella palestinese non commette continuamente delitti sessuali! e delitti d'onore come controparte. è la spirale barbarica in cui palestinesi e israeliani sono sempre più sprofondati dal reciproco odio che li rende bestie.LEGGI IL TESTO DI MAIREAD CORRIGAN MAGUIRE PER SAPERE COME SE NE ESCE.http://etulsai_palestina.blog.tiscali.it/xs3269086/ Bil'in. Nobel Peace Corrigan: Nonviolence: The Way Forward for the Human FamilyThis movement of nonviolent people, united in working for justice and equality, and irrespective of nationality or religion, unarmed and willing to take risks protecting civilians in danger, is one of the most hopeful and inspiring movements of our time. These courageous people disarmed in mind and hearts, and coming armed with love to serve, in organizations, such as International Solidarity Movement, the Israeli peace movement, Christian peacemakers, Rabbis for Human Rights and against the demolitions of Palestinian homes, Doctors without Borders, and many NGOs, show us it is possible for each of us to move beyond selfishness, tribalism, nationalism, and identify with the whole human family and the earth itself.



Paola , napoli
 domenica 29 aprile 2007  18:30:19

Per Barberini: Vorrei vedere le prove degli stupri di cui parli di soldati israeliani verso palestinesi. Ma non gli articoli di qualche blog antisemita. Prove vere, mi basta anche l'articolo di un giornale serio (Corriere, Repubblica, La Stampa ecc...)... Prima di scrivere certe cose dovresti informarti... ma si sa che chi odia Israele è pronto a tutto...



Dino Barberini , Civitella S. Paolo RM IT
 domenica 29 aprile 2007  17:04:58

Ma perché i violenti considerano una violenza la denuncia del loro essere violenti? Perché i volgari strillano di candore offeso quando ci si indigna contro la loro vlgarità? La guerra può non essere violenta? può non essere volgare? Anche se sono convinto che un esercito con licenza di mano totalmente libera come quello israeliano ha inevitabilmente in sè un indice di violenza e volgarità al di sopra della soglia statistica (si vedano i casi di stupri nel suo interno - israeliani verso israeliane e, ancor più, israeliani verso donne palestinesi - gli scandali sessuali che vanno dal presidente dello Stato in giù), il personaggio di Demi Moore finisce inevitabilmente per essere la norma in una situazione di guerra, vale a dire di degenerazione umana. In quanto a David Caratelli, lo ringrazio per il tono direi cordiale con cui mi si rivolge, e rispondo: A me mi (a me mi) fa pensare quella cifra, quei 420 miliardi e quasi 500 milioni di dollari. Una sera ho sentito dire che un ospedale di Emergency costa 2 milioni di dollari. Quattrocentoventimilacinquecento milioni diviso 2 fanno... faccia lei l'operazione, a me vengono le vertigini.Cordialmente,Dino Barberini



Arturo , Cagliari
 domenica 29 aprile 2007  16:26:21

Come mai hai lasciato La Stampa per andare a Il Giornale?



David Caratelli , Firenze
 domenica 29 aprile 2007  14:03:42

Solo una cosa a Barberini, e senza entrare nel merito della "correttezza" o meno della guerra in Iraq, Perchè l'Italia, che non ha nemmeno da spendere tutti questi soldi in una guerra, non da nulla alla crisi in Darfur.E dico questo non perchè penso che i soldi USA siano meglio spesi in Iraq che in Darfur, ma perchè è a dir poco egoista e pretensioso. Non capisco questa filosofia secondo la quale dato che l'Italia non ha i soldi degli USA, o dato che non li usa in una guerra, allora è legittimata a non "fare il suo" e dare un contributo. Poi ci vuole un minimo di coerenza, si pensa che gli USA siano l'impero del male e poi si esige che siano loro a risolvere i problemi umanitari? Se proprio si è convinti della loro malvagità almeno non gli si chieda di aiutare le persone sofferenti. Credimi Barberini, dagli USA vengono molti più aiuti al Darfur di quanto qui in Italia ci si immagina.



Paola , catania
 domenica 29 aprile 2007  13:36:56

Perché quando leggo i messaggio dei pacifici pacifisti (vedi Barberini) sento sempre un vento di violenza che soffia dalla loro direzione? (oltre che di volgarità?)...



Dino Barberini , Civitella S. Paolo RM IT
 domenica 29 aprile 2007  13:24:54

Bush, certo, Mr Bush, ineffabile Fiamma Nirenstein. Basta dire questo: versante Usa, la guerra in Irak costa a tutt'oggi $420,480,871,714. Sa quanti ospedali, scuole, chili di pane, riso, patate potevano essere date al Darfur? M'interessa però tornare alla sua candida (cioè ineffabile) confessione che solo chi fa la guerra è un eroe, e meno male se, visto che i maschi si danno al pacifismo (anche un cretino dopo migliaia di anni si stufa di fare sempre la stessa cosa), ci sono le donne come lei che la fanno con grande impegno e, mi pare di dover dire in un mondo di donne macho alla Demi Moore (Ricorda? "Succhiami il cazzo!"), senza tante seghe mentali. Io vorrei proporle un'altra categoria di eroi. Quella che segue. Il testo intero del Nobel per la pace Mairead Corrigan Maguire lo trova a http://etulsai_palestina.blog.tiscali.it/xs3269086/Sinceramente,Dino BarberiniBil'in. Nobel Peace Corrigan: Nonviolence: The Way Forward for the Human FamilyGod's Politics blog - Thursday, April 26, 2007This movement of nonviolent people, united in working for justice and equality, and irrespective of nationality or religion, unarmed and willing to take risks protecting civilians in danger, is one of the most hopeful and inspiring movements of our time. These courageous people disarmed in mind and hearts, and coming armed with love to serve, in organizations, such as International Solidarity Movement, the Israeli peace movement, Christian peacemakers, Rabbis for Human Rights and against the demolitions of Palestinian homes, Doctors without Borders, and many NGOs, show us it is possible for each of us to move beyond selfishness, tribalism, nationalism, and identify with the whole human family and the earth itself. This movement of nonviolent people, united in working for justice and equality, and irrespective of nationality or religion, unarmed and willing to take risks protecting civilians in danger, is one of the most hopeful and inspiring movements of our time.



luca , Bologna
 domenica 29 aprile 2007  11:51:04

Caro Michel, ma possibile che Israele non possa fare nulla che debba subito essere messo in discussione o accusato di qualcosa.Esempio: Si parla di Darfur e Ahmedinejad e tu senti il bisogno di tirare in causa la Guerra in Libano. Ma cosa c'entra? Nessuno vuole cancellare dalla mappa geografica il Libano o sterminare i libanesi! E i due soldati rapiti non c'entrano nulla, sono solo il casus belli... Il motivo vero della guerra era respingere gli hezbollah che continuavano ad armarsi fino ai dentri sostenuti dall'Iran. Sfortunatamente la guerra è stata condotta male e non ci sono riusciti... E ti dirò di più, anch'io sono rimasto perplesso e addolorato per certe operazioni su Beirut... ma il significato non cambia. Mi pare che tu usi la guerra in Libano solo per condannare Israele, senza la guerra in Libano troveresti altre ragioni...



michel , reggio emilia
 domenica 29 aprile 2007  03:18:29

complimenti, ottima e lodevole iniziativa. :)tuttavia:è bello che Bush sensibilizzi il mondo su questioni del genere spesso dimenticate o misconosciute, soprattutto dalla sua posizione che può appunto mettere in evidenza ai più cosa accade, ma, a rischio di suonare retorico e qualunquista, com'è che per il sudan dove c'è questa situazione paurosa preferisce leggere 2 righe e minacciare qualche sanzione economica invece di risolvere tutto da solo alla sua maniera come fece nel paese del petrolio?e per rispondere al mio concittadino che ha commentato poc'anzi, stiamo parlano dello stesso israele dal cuore tanto umanitario che continua a combattere una guerra a colpi di missili targati usa contro un popolo che tira sassi e che quando sono stati sequestrati due militari da dei criminali conosciuti come hezbollah ha deciso di bombardare tutto lo stato libanese uccidendo moltissimi civili e distruggendo abitazioni? spero di no.al professore che parla di occupazione militare sinistroide a scapito dei media posso assicurare, da studioso dei media, che essi sono controllate dalle lobby sebbene ogni governo di turno influisce più o meno, ma non importa sicuramente lo schieramento politico. l'unica speranza per una vera informazione, alla base della democrazia, è appunto un'informazione libera e il meno filtrata possibile..questo si traduce in citizen-journalism ma è per certi punti di vista utopico perchè com'è ben visibile molti blog che pensano di lanciare denuncie o di giudicare oggettivamente i fatti fanno poi spesso più danno che il mainstream media. Non mi riferisco a questo blog che a dir il vero non conosco ma ho raggiunto ora tramite oknotizie.



PROF. ITALO LIANZA , ITALIA
 domenica 29 aprile 2007  01:52:41

Esimia NH. Sig. Fiamma Nirenstein, credo che Lei se ne sia ormai accorta da tempo, almeno un anno, che in Italia siamo in un "regime mediatico controllato". Tutte le reti televisive e radiofoniche ed anche molti siti internet..sono nei fatti occupati militarmente da questo tipo di sinistra, la eggiore d'Europa. Le minaccie che quel pazzoide, si, di quella specie di presidente iraniano contro Israele, vanno prese in debita considerazione...quindi giusto manifestare anche nell'assordante silenzio, degli imbavagliati e accondiscendenti media italiani.......Ha il mio pieno consenso, non solo per la manifestazione del Darfur....ma anche tutte le altre, che penserà d'organizzare in futuro per non dimenticare "l'olocausto"...e affinchè non si abbiano pericolosi rigurgiti antisemiti, in particolare dai pericolosi e vicini ed autoritari Paesi islamici radicali..... Vada avanti e "ad maiora".Con solidarietà e stima. Prof. Italo Lianza



Piero Pasquinelli , Reggio Emilia
 sabato 28 aprile 2007  23:31:23

Signora Nirenstein, davvero anche questa volta Israele parla... con i fatti. Non penso possa sfuggire a nessuno la capacità di un popolo che deve fronteggiare terrorismo, nemici esterni ed interni, e trova modo di battersi per chi soffre. Forse, in qualche modo, le "stigmate della Shoah" spingono quel piccolo Paese a essere sempre pronto ad offrire un aiuto (mi sovvengono i tanti casi in cui squadre di soccorso israeliane sono accorse un po' ovunque). Complimenti a lei che ci ricorda questa realtà.



Rosanella , Livorno
 sabato 28 aprile 2007  21:18:05

Complimenti Sig.ra Nierenstein per questa sua iniziativa. Con quasi tutti i media schierati contro Israele, lei ci fa sentire meno soli.



Marco , Roma
 sabato 28 aprile 2007  19:56:56

Grazie della news! Ci andrò sicuramente!E dove sono i centri sociali? I No global? I comunisti italiani? Parole... parole... parole...



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