Dall’Onu un bel regalo al terrorismo
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Il Giornale, 18 ottobre 2009
Una volta qualcuno ha detto che prima o poi l’Onu voterà a maggioranza che il mondo è quadrato, e che questa diventerà una inviolabile risoluzione. Il rovesciamento della realtà all’Onu succede continuamente, in realtà, dato che questa organizzazione e tutte le strutture che ne derivano come il Consiglio dei Diritti umani hanno una maggioranza automatica formata da Paesi islamici e Paesi cosiddetti non allineati antiamericani e antisraeliani che votano qualsiasi cosa venga deciso a priori dai loro interessi, ovvero dagli interessi di fatiscenti e nuove dittature, senza nessun riguardo per la verità e con una perversa interpretazione del tema dei diritti umani. Ed essi sono tanto più diritti e tanto più umani quanto più fanno comodo ai loro interessi.
Ma adesso siamo tutti a rischio. Il voto che due giorni fa ha promosso il rapporto del giudice Goldstone che descrive a modo suo la guerra di Gaza per 575 pagine è, anche se siamo abituati al peggio quando si tratta di Israele, un amaro pasto che ci rimangeremo per i prossimi anni a tutte le latitudini in cui si presenti un conflitto non convenzionale; una guerra, cioè, in cui non siano due eserciti a fronteggiarsi, ma un esercito da una parte e dall’altra milizie fanatizzate e terroriste che ritengono loro diritto e, anzi, loro dovere fare uso della popolazione civile per condurre la loro guerra. Immaginiamo per esempio che in queste ore l’esercito pakistano nella sua offensiva anti-Al Qaida e anti-talebana, indispensabile per evitare che le bombe atomiche (90) di quel Paese finiscano all’estremismo islamico, sia regolato da norme che proibiscono categoricamente di affrontare il nemico se per caso si nasconde dentro strutture a uso civile, case, moschee, scuole.
Immaginiamo che in Afghanistan sia impossibile, pena la condanna morale e anche penale, per gli Usa, l’Inghilterra, la Francia, l’Italia, creare dei posti di blocco, magari fitti, e circondare un territorio così da impedire che ne escano terroristi carichi di esplosivo. Immaginiamo che tutto questo sia definito una patente violazione dei diritti umani, una persecuzione «volontaria» della popolazione civile, proibita secondo la legge internazionale e quindi un reato da essere giudicato prima al Consiglio di Sicurezza e poi dal Tribunale internazionale dell’Aia, perché è questo l’iter che adesso dovrebbe compiere l’adozione della risoluzione di Goldstone, finendo per allineare sul banco degli imputati i militari israeliani.
Figuriamoci anche che queste decisioni debbano basarsi sulle bugie preferite delle organizzazioni che professionalmente sono impegnate a distruggere Israele e a farne il nemico pubblico numero uno: questi sono i testimoni scelti da Goldstone per costruire il suo rapporto. E quindi le realtà che vi sono descritte sono semplicemente balle: per esempio, i testimoni negano sempre la presenza di combattenti di Hamas in certe zone, per spiegare che Israele ha sparato sulla gente. Ma proprio là, il sito stesso di Hamas si vanta della bella battaglia ingaggiata dai suoi. Il rapporto nega l’uso delle ambulanze per trasportare armi, l’uso come trincee degli edifici dell’Onu e di case private, come riferito da molti testimoni, nega che tutto lo stato maggiore di Hamas si fosse acquartierato sotto un ospedale, ignora l’uso delle moschee come depositi d’armi... e ignora soprattutto, e questo interessa particolarmente al mondo libero, che la guerra sia stata una reazione a anni di persecuzioni terroristiche, a una decina di migliaia di missili.
Israele si sa, è il boccone più prelibato dell’Onu, quello cui è dedicato un terzo delle risoluzioni di condanna del consiglio di sicurezza mentre emeriti violatori seriali di diritti umani come Yemen, Libia, Iran, Cuba, Sudan, quasi tutti i Paesi arabi, la Cina, tutti quelli che costruiscono eserciti di bambini soldato (300mila), quelli che buttano i loro nemici giù dai tetti, come Hamas, se ne vanno in giro indisturbati.
Infine: nessuno venga più a dire che vuole la pace. Per stringere un accordo che cede territorio, Israele deve prendere rischi enormi in nome della sua gente, che, come hanno dimostrato i ritiri da Gaza e dal Libano, resta alla mercé dei missili del nemico. Se le si toglie il diritto a difendersi, come potrà farsi ancora più piccola a favore del nemico?
A gift to terrorism from the UN
Il Giornale, October 18, 2009
Once someone said that, sooner or later, the U.N would cast a majority vote to state that the world is square and that this resolution would be unassailable.
The U.N. is consistently turning the tables on reality. In fact, this organization and all its agencies and bodies, such as the Human Rights Council, have an automatic majority of Islamic countries and of so-called non aligned anti-American and anti-Israeli countries that vote any decision based on their interests. That is the interests of obsolete and new dictatorships without any concern for truth and with a perverse interpretation of human rights. And these rights are the more righteous and human the more they meet their agenda.
But now we are all in danger. Two days ago, the U.N. approved the report by judge Goldstone who provides his personal description of the war in Gaza in 575 pages. And even if we are used to the worst when it comes to Israel, this is a bitter pill that we will have to take wherever in the world there is a non conventional war; that is a war where there are not two armies fighting each other, but, on one side there is an army and, on the other, there are fanatic and terrorist militias who believe they have the right, indeed the duty, to use civilian populations to conduct their war. Let us imagine, for example, that, in its anti-Al Qaeda and anti-Taliban offensive – which is indispensable to prevent Islamic extremists from getting hold of (90) atomic bombs – the Pakistani army is governed by rules under which they must not face their enemies hidden in civilian facilities, houses, mosques and schools. Let us imagine that in Afghanistan, the USA, the UK, France and Italy are morally and criminally liable for setting up check points - possibly one close to the other – to surround an area to prevent terrorists full of explosives from leaving. Let us imagine that all this is considered as a clear violation of human rights, as a «voluntary» persecution of the civilian population; that this is prohibited under international law and therefore it is a crime to be judged first by the Security Council and then by the International Court in the Hague. In fact, this is the procedure envisaged in the Goldstone report, which ultimately will put Israeli soldiers on the defendants’ bench.
Let us suppose that even these decisions are based on the favorite lies spread by the organizations professionally committed to destroying Israel and making it the number one enemy. These are the witnesses chosen by Goldstone to draft his report. And so the realities depicted in this text are simply lies: for example, the witnesses always deny the presence of Hamas fighters in certain areas to explain that Israel has fired against civilians. But it is the Hamas website itself that boasts about the nice fight conducted by its militias. The report denies the use of ambulances to transport weapons, the use of the U.N. offices and private homes as trenches, as reported by many witnesses. It denies that the whole Hamas leadership was based under a hospital. It ignores the use of mosques like stores for weapons... and, above all, it does not acknowledge that the war was a reaction to years of terrorist persecutions and to tens of thousand of missiles. And this should be of concern for the free world.
It is well known that Israel is the most tasteful meal for the U.N.
One third of the U.N. security council resolutions have been passed to condemn it, while infamous serial violators of human rights such as Yemen, Libya, Iran, Cuba, Sudan, almost all Arab countries, China, all the Countries that create armies with child soldiers (300 thousand), those who throw their enemies from rooftops, like Hamas, go around undisturbed.
Finally: no one should please say that it wants peace. In order to arrive at an agreement to give up land, Israel has to take enormous risks for its people. As shown by the withdrawal from Gaza and Lebanon, Israel remains at the mercy of the enemy’s missiles. If Israel is denied the right to defend itself, how can it become even smaller in favor of its enemy?
C'è forse da sorprendersi delle risoluzioni dell'onu? L'onu già da parecchio tempo è una organizzazione manipolata dai regimi dittatoriali, il problema è che i paesi democratici stanno al gioco. Dove è l'onu mentre i cristiani vengono crocifissi nel Sudan dagli integralisi islamici, ma soprattutto a riguardo, quali sono le posizioni prese contro il Sudan dai paesi democratici, paladini dei diritti umani? Silenzio assordante. L'onu sempre più è pronto ad agire come braccio armato delle dittature , spalleggiato in questo dalla corte di giustizia(????) internazionale dell'Aja ,contro la libertà e le democrazie occidentali ; sta a queste ora la responsabilità di sottrarsi a tale perverso disegno. Israele deve essere sostenuto da tutti i paesi democratici ,in pericolo non è l'esistenza di Israele ma la libertà di tutti. I cristiani oggi non possono vivere liberamente in molti paesi islamici è questo il futuro che vogliamo? Infine non vanno dimenticate le posizioni apertamente antiebraiche e nazistoidi di molti esponenti dell'onu.
Uri Lubriani , Israel
Liked your "Gift to terrorism" very much. I do not know anybody who could have tackled this thorny problem better. Kol Hakavod,Uri.
Walter Rothschild. , Berlin
Well said... it is all so sad, sucha come-down for this organisation
Leonardo Tirabassi , firenze
La decisione ONU ha dell'incredibile. ma ancor più assurde suonano molte reazioni occiedntali. E' possibile che non ci simo ancora acccorti delle capacità di manipolazione delle notizie da parte dei "più deboli" per il solo fatto di essere appunto dalla parte opposta dei più forti? E' stato così in Vietnam, in Algeria, in Iraq, Afghanistan, da sempre in Palestina e noi occidentali continuiamo a cascarci. Questi sono conflitti dove ciò che conta è la conquista della pubblica opinione, poco quello che si ottiene sul campo. I violenti e i terroristi usano i mass media meglio di noi.Leonardo Tirabassi
Daniele Coppin , Napoli
Il rapporto Goldstone e la sua accettazione da parte dell'ONU oltre ad essere gravi per il messaggio lanciato ai terroristi risulta odioso per aver recuperato, in chiave "nuova", le accuse rituali che hanno provocato nei secoli tante soffereneze al popolo ebraico. In passato si accusavano gli Ebrei di omicidi ritali ed altre nefandezze. Oggi si accusa Israele di "rituali" attacchi proditorio ai civili. E nessuno, tra coloro he hanno la possibilità di cambiare le cose, fa o dice alcunchè: quali reazioni dai rappresentanti di USA, GB, Italia, Francia (la Spagna no, giacchè lì sembra essere rinato l'antisemitismo)? Proprio in questi giorni sto leggendo il bel libro di Giulio Meotti "Non smetteremo di danzare" in cui si evidenzia proprio il fatto che il terrorismo stia di fatto "proseguendo" l'opera avviata dai nazisti: uccidere gli Ebrei in quanto tali. Il mondo dovrebbe comprendere ciò, ma la stori sembra ripetersi: tutti preferiscono voltarsi dall'altra parte. Si prospettano tempi difficili per Israele. Ecco perchè spero che, almeno qui in Italia, si possano attivare iniziative per far conoscere i fatti veri.
jochanan , Italia
L'orizzonte sembra farsi più cupo giorno dopo giorno. Ma certamente anche il delirio espansionistico fanatico e sanguinoso dei terroristi islamici finirà, e l'islam, al più tardi quando il petrolio perderà di importanza ricadrà nel sonno letargico che caratterizza larga parte della sua storia. Il problema è però: quante risorse sprecate, quanto sangue, quanti lutti dovranno trovar luogo prima che ciò accada?