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Dal Papa ai grandi artisti, il mistero di una dote che nasce lontano dai mass media Che fine ha fatto il carisma

martedì 4 aprile 2000 La Stampa 0 commenti
Fiamma Nirenstein PABLO Picasso quando gli chiedevano di raccontare come si era evoluta la sua arte rispondeva: « Io non mi evolvo, io sono» . Con questo spiegava uno dei misteri della storia e della natura degli uomini, ovvero quello della personalità , e, all'interno di quello della personalità , il mistero del carisma, su cui tanti, fra cui Max Weber, si sono interrogati. La cronista, nei giorni scorsi, seguendo le orme del papa Giovanni Paolo II per una settimana circa, ha avuto modo di veder il carisma all'opera nella sua forma più sofisticata. Infatti il papa, a causa dell'età e dei problemi di salute, è dal punto di vista del comportamento sociale una sorta di pietra, un monolite concentrato e compatto su se stesso per riuscire a portare a termine, nonostante le difficoltà , lo sforzo che sta compiendo. Cammina verso la sua meta senza aperture di sorta, passo dopo passo, la sua espressione è chiusa e lo sono quasi del tutto anche i suoi occhi, strappargli una parola è praticamente impossibile, salvo che tutt'a un tratto non sia lui ad aprirsi come per un miracolo, e allora, al di là delle sue affermazioni religiose o politiche, un angolo delle labbra sollevato o un corrugamento di ciglia diventa un messaggio importante, a cui tutti guardano. Non è il ruolo che crea il suo carisma personale, è semmai il suo carisma che riesce a rendere il suo ruolo qualcosa che riguarda un po' tutti, non solo i cattolici, è quel qualcosa che emana da lui che ne fa una personalità eccezionale. Uomini dotati di carisma, ce ne sono nel bene e nel male, nel mondo della politica e in quello dell'arte o dello spettacolo: Carlo Emilio Gadda ha scritto in Eros e Priapo pagine indimenticabili in cui l'ironia non copre la genuina scoperta del fascino sulla folla di Mussolini come di un quid legato alla sua forza primigenia, mascolina; molti volumi cercano di individuare i motivi del carisma di Hitler e di Stalin. Jackson Pollock, il pittore americano, aveva un misto di spocchia insopportabile e di carisma indiscutibile. Bisogna subito notare che nella nostra vita di ogni giorno, troviamo più uomini carismatici nella memoria o fra gli ottuagenari che fra i contemporanei. Perché ? Perché il carisma deriva in primis da una propria verità fondamentale, intatta, e anche incontaminata, che ci si porta dentro. Non da un convincimento politico né da una buona o cattiva intenzione, né tantomeno dal potere. L'uso per motivi narcisistici banali di questa verità , è la morte del carisma. Ed ecco il punto: i nostri politici e anche i nostri intellettuali sono di fatto troppo legati al sistema di comunicazione rapida dei loro messaggi e dei loro sentimenti in televisione, troppo abituati a recitarli perché da loro esca un messaggio di genuinità , di assoluta sincerità . Gandhi non faceva politica nel senso che diamo correntemente a questa parola, e neppure Winston Churchill, né la faceva Ben Gurion, e non la fa neppure questo Papa. Essi non si evolvono o non si evolvevano, essi erano, o sono. Gandhi era un solo grumo di determinazione chiusa su se stessa, quando faceva le marce e quando mangiava un pugno di riso, o quando decideva per la castità e anche quando faceva politica infischiandosene di ogni apparenza, solo del risultato. La comunicazione nasceva dal carisma, non viceversa. Quando succede invece che i politici cercano il carisma nella comunicazione, come accade nella maggior parte dei casi, gli può andare bene finché sono molto espressivi e furbi: il Papa non ha bisogno di esserlo affatto. Insomma, nel carisma c'è qualcosa che non ha niente a che fare con gli odierni mezzi di comunicazione di massa, anzi, ne è stato danneggiato. Jesus Christ Superstar, al contrario di quello che gli suggerisce la prima romanza di Giuda nel musical, non si sarebbe affatto trovato avvantaggiato dalla televisione. Ma sorge qui la polemica tentazione di dire che anche Clinton, e lo si vedeva benissimo durante il viaggio in India e in Pakistan, ha un suo carisma postmoderno, dove il problema della comunicazione è addirittura sorpassato: quando la telecamera è un'appendice della vita quotidiana e te la puoi dimenticare, al contrario di quello che succede da noi, allora la spontaneità riprende il sopravvento. In lui la comunicazione è built in, fa parte del suo potere e del suo più spontaneo stato d'animo ripetere: libero commercio, democrazia, libertà dalle armi di distruzione di massa. La sua spontaneità si incontra con l'importanza fattuale e l'assoluta urgenza del messaggio: il carisma deriva anche da questo. Così si spiega, per esempio quando nella memoria di famiglia una persona, una nonna, uno zio, risultano nella nostra mente al di sopra di tutti gli altri: perché avevano qualcosa d'importante da comunicarci e lo facevano con la massima genuinità .

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