DAI KASSAM AI GRAD IL BOMBARDAMENTO DELLA SCUOLA DI ASHKELON È STATO RIVENDICATO DAL PARTITO AL GOVERNO NELL’ ANP I razzi, strategia fatal e nella guerra in cielo di Hamas
giovedì 6 luglio 2006 La Stampa 0 commenti
Fiamma Nirenstein
GERUSALEMME
E’ stato il missile Grad con due motori piovuto su una scuola di Ashkelon
martedì che ha provocato ieri quella che sarà probabilmente ricordata come
una svolta strategica molto seria, simile all’ operazione Scudo di Difesa che
Sharon lanciò a un anno e mezzo dall’ inizio dell’ intifada, nell’ aprile del
2002, quando gli attacchi dei terroristi suicidi non avevano più un
carattere episodico, ma si configuravano come una strategia di distruzione.
L’ attacco ad Ashkelon, città industriale di circa 110 mila abitanti, è stato
rivendicato da Hamas; intanto venivano bloccati due terroisti suicidi con la
cintura, uno nello Sharon e l’ altro a Betlemme. E ieri un altro Kassam è
precipitato sulla città , provocando il panico.
Gerusalemme ha letto l’ insieme, naturalmente connesso al rapimento di Ghilad
Shalit, come una dichiarazione di guerra aperta, oltretutto eterodiretta
dalla Siria e dall’ Iran. Il missile Grad non è grande nè letale come i
missili nordcoreani lanciati dal governo comunista di Pyongyang per sfidare
gli Usa e ferire il Giappone, ma ha lo stesso valore di sfida. E la sfida è
stata raccolta. Stavolta Israele, che all’ alba ha bombardato il ministero
degli Interni palestinese a Gaza ferendo due persone, sembra intenzionato a
aprire un confronto diretto, a distruggere le infrastrutture terroriste, e a
imprigionare o uccidere tutti i responsabili. Hamas è ormai un nemico che in
sei mesi di governo con i missili non ha fatto che riaffermare la sua scelta
strategica.
Il missile è un’ arma fatale e simbolica, che cade con un preavviso di 10
secondi, nel mezzo della popolazione civile; viene lanciato con lo scopo di
uccidere e terrorizzare la gente, e preserva dallo scontro fisico diretto.
Nel caso di Hamas usarlo proprio mentre tutti gli occhi sono puntati sul
ritrovamento del soldato Gilad, e dimostrare di potere colpire anche
Ashkelon dopo aver sparato circa 700 missili dallo sgombero di Gaza, può
indicare a Israele che uscire dai Territori crea solo più spazio per le
rampe di lancio. Un missile, oltre ad avere la caratteristica
dell’ imprevedibilità , può essere dotato di una testata con materiale chimico
o biologico. Gli israeliani, che usano missili sparati dagli aerei per le
eliminazioni mirate, ripetono sempre, come ha fatto il comandante
dell’ aviazione generale Shkedi, che « quando un pilota israeliano vede
qualcuno che sta per sparare un Kassam verso Sderot, se tiene per mano il
suo bambino ferma tutto» .
I palestinesi rispondono amaramente che di fatto i civili, fra cui i
bambini, vengono colpiti. Tzahal, l’ esercito ribatte che i palestinesi usano
i civili come scudi umani e che quando sparano i loro missili, i terroristi
puntano proprio ai civili. I missili sono al centro della svolta attuale:
fermarli, spiega l’ esperto balistico Uzi Rubin, è possibile ma dispendioso.
Esistono cannoni antimissile Falanx; i missili antimissile; il sistema laser
Nautilus, su cui un ingente investimento iniziale è poi stato bloccato. Dice
Rubin: « E’ una questione di scelte prioritarie nella spesa militare» . Ora
forse il governo israliano riprenderà in considerazione una specie di scudo
stellare, visto che ha puntato tutto su un progetto politico, quello dello
sgombero della Cisgiordania che certo i cittadini cominciano a veder con
sospetto dal momento che Gaza è diventata una rampa di lancio per i missili
di Hamas.
Dice il generale Yaacov Amidror che puoi controllare il territorio ed
evitare i missili soltanto se sei dentro le zone da cui vengono lanciati;
quasi tutto il governo invece sostiene che Israele fermerà Hamas, ma non
rioccuperà Gaza. Ashkelon intanto, con Sderot e tutti i villaggi a nord di
Gaza, passa il tempo con gli occhi al cielo.