Fiamma Nirenstein Blog

Consigli di lettura

lunedì 27 ottobre 2008 Generico 4 commenti
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Vi segnalo un bel libro di Sami Michael, scrittore nato a Baghdad ed emigrato in Israele nel 1949 - RIFUGIO (Giuntina, pag. 341, euro 17, traduzione di Dalia Padoa). E’ forse l’unico libro scritto in ebraico che spieghi in modo esauriente (e avvincente) i sentimenti e le contraddizioni che si vivono nel mondo arabo-palestinese, delineando molto bene i rapporti tra arabi israeliani, palestinesi profughi e palestinesi non profughi. Un mondo poco conosciuto, non parco di sorprese...

1973: guerra del Kippur. A Haifa lontana dal fronte, prigioniera del coprifuoco, non è solo la paura che dilaga alle notizie trasmesse dalle radio sempre accese. Per coloro che, arabi ed ebrei, lottano da sempre per i diritti dell'altro con fede incrollabile nel marxismo, a deflagrare sono anche le contraddizioni.
Sami Michael, senza censure o partigianeria, ne focalizza i punti nevralgici. Attraverso i vari personaggi, israeliani e palestinesi, e le loro storie intime, offre al lettore la chiave per comprendere la realtà complessa di un mondo che i mass media troppo spesso semplificano in una visione piatta e manichea. Un romanzo intenso in cui emergono le molteplici sfaccettature delle ragioni dell'una e dell'altra parte senza che gli antagonismi oscurino l'umanità di chi vive accanto a noi.
 
Sami Michael, scrittore e Presidente dell’Associazione per i diritti umani in Israele, è nato a Baghdad nel 1926. All’età di 15 anni si è unito a un gruppo clandestino comunista che lottava contro l’oppressivo regime iracheno per l’affermazione dei diritti umani e i valori democratici. Nel 1947 ha iniziato i suoi studi in ingegneria all’Università americana di Baghdad. Nel 1948 un tribunale iracheno ha emesso un mandato d’arresto nei confronti di Michael che è stato costretto a fuggire in Iran. Da qui, nel 1949, non potendo tornare in patria, si è recato in Israele.
Per quattro anni è stato opinionista per Al Itihad e Al Jadid, i giornali in lingua araba del Partito Comunista israeliano. Nel 1955 abbandonerà il Partito.
Ha lavorato per anni come idrologo, amministrando le risorse idriche al confine con la Siria. Nel frattempo è riuscito a laurearsi in Idrologia, in Psicologia e in Letteratura araba all’Università di Haifa.
Con perseveranza e volontà, senza averlo precedentemente studiato, Michael ha imparato l’ebraico perfettamente, e nel 1974, all’età di 48 anni, ha pubblicato il suo primo romanzo, "Gli uomini sono uguali, ma alcuni lo sono di più".
A oggi, Michael ha scritto 11 romanzi, 3 saggi incentrati su aspetti culturali e politici della storia di Israele e 3 opere teatrali. Le complesse relazioni tra le diversità intessono le trame dei suoi romanzi, ebrei e musulmani, musulmani e cristiani, nazionalisti e comunisti, iracheni e israeliani, uomini e donne: romanzi che vogliono sempre essere simbolo di speranza, di pace e convivenza. La Giuntina ha pubblicato i suoi libri Una tromba nello uadi e Victoria e presto uscirà il romanzo Rifugio.
Per la sua attività di scrittore e per il suo impegno per la pace, i diritti umani e la giustizia, Michael ha ricevuto numerose onorificenze e premi tra i quali: il Premio della Presidenza del Consiglio israeliano; il Premio ONU per lo sviluppo internazionale; il Premio della società per lo sviluppo del Medio Oriente; il Premio internazionale del Rotary; il Premio del Ministero dell’educazione israeliano; il Premio WIZO francese e italiano; il Premio ACUM; Il Premio Brenner e il Premio della Presidenza della Repubblica israeliana.
Inoltre, Michael ha ricevuto tre lauree honoris causa dalle Università di Gerusalemme, Haifa e da quella di Beer Sheva nel Negev.
Sami Michael è stato tradotto in numerosi paesi, tra cui Egitto e Iraq, dove i suoi libri (pubblicati in Germania dall’editore arabo Al Jamelia) vengono venduti tramite il mercato clandestino e vanno a ruba.
Infine, Sami Michael è stato candidato al Premio Nobel per la Letteratura.

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andrea mertina , italia
 martedì 4 novembre 2008  18:03:11

ha mai sentito parlare di Roger Talbot? autore del recente i numeri della sabbia..è un inquietante interpretazione della profezia dell'apocalisse.. Non riesco a capire come un autore del genere sia venuto dal nullacordialitàa.



Ilaria Arri , Rivoli (To), Italia
 mercoledì 29 ottobre 2008  16:15:33

Sinceramente, io non l'ho letto, e non lo so se potrò mai leggerlo (chissà se in biblioteca arriverà mai..!!) cmq, mi piacciono molto i libri degli autori israeliani, scrivete davvero molto bene..Tipo, Grossman, oppure Yeoshua..



mario , genova
 mercoledì 29 ottobre 2008  12:03:48

l'ho letto dopo aver assistito al suo intervento al Festival di Roma della letteratura ebraica... una persona squisita che se ce ne fossero altre nel medioriente forse ci sarebbero meno guerre. Quello che mi ha colpito particolarmente nel libro è proprio il sentimento di disprezzo che i palestinesi nati nei territori occupati nutrono verso i palestinesi che sono arrivati là profughi da quella che è poi divenuta israele.



Mara Marantonio Bernardini , Bologna
 mercoledì 29 ottobre 2008  00:04:30

In una Haifa, lontana dal fronte della guerra di Yom Kippur del 1973, ma nella quale si respira l’atmosfera di guerra e in cui gli abitanti si sentono un tutt’uno, l’attenzione dello scrittore è posta su un gruppo di militanti del partito comunista israeliano, ebrei ed arabi. Il romanzo è giocato sull’intreccio delle vite e dei ricordi di ciascuno, sulla contrapposizione delle esperienze e delle storie, contrasto che rende difficile una vera comunicazione, una pace autentica, a prescindere dalle vicende politiche e militari che fanno da sfondo. Sami Michael sa penetrare con la caratteristica capacità di introspezione psicologica l’animo di ciascuno; ci appassionano i suoi ritratti di donna, qui Shula e Shoshana; in precedenza Huda o Victoria.La parola chiave o tema principale del romanzo è: RIFUGIO. Rifugio come luogo di riparo, ma anche occasione per iniziare una vita nuova.Il linguaggio di dell'Autore è evocativo, ricco di accenti profumati. Vi sono pagine di altissima drammaticità, come quelle in cui Shula si reca dalla famiglia dell’amato Rami dopo che, da un accenno della propria madre, intuisce che l’uomo è morto. Non si dimenticano la solitudine e la disperazione di Rami, riportate dalla testimonianza su di lui del fratello minore Ron, anch’egli sul campo di battaglia nel GolanIl romanzo, che merita di essere conosciuto ed apprezzato da un vasto pubblico, non è un consolatorio inno alla pace e alla convivenza, ma un’analisi onesta e sofferta sulle differenze e i molteplici aspetti di una realtà complessa, nella quale le storie individuali attingono ad una profondità evocativa che giunge oltre le vicende storiche più ampie.www.mara.free.bm



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