Civili come scudi umani. Così si arriva alla strage
Il Giornale, 21 luglio 2014
Di nuovo e ancora di nuovo, quando Israele è costretta a combattere, la BBC, la CNN, Al Jazeera si affrettano a denunciare orribili stragi perpetrate contro cittadini innocenti dai pessimi soldati israeliani, per poi dovere, nel tempo, ammettere che invece si è trattato di una durissima battaglia su un terreno fitto di combattenti mescolati a cittadini nelle cui case sono state stipate le armi, le rampe di lancio, nelle cui cantine si trovano le imboccature delle gallerie che sono l'autostrada degli attentati terroristi. Proprio come a Jenin, nell'West Bank, nell'aprile 2002 (dal posto testimoniammo la battaglia) dopo lo scontro i palestinesi con l'aiuto dell'ONU gridarono a una strage di 500 persone, per poi arrivare alla conclusione che erano stati uccisi 52 palestinesi e 23 soldati israeliani.
Si era nel pieno della Seconda Intifada, quando gli autobus e i caffè saltavano per aria, Ariel Sharon lanciò "Scudo di Difesa" e fermò i terroristi suicidi. Ieri a Sajaia, un'enorme quartiere di Gaza, circa 80mila abitanti, si è verificata una situazione analoga in una battaglia per liberare Israele dall'assedio dei missili. Durante la notte, dopo avere ripetutamente chiesto alla popolazione di sgomberare la zona (e molti se ne sono andati), l'esercito israeliano ha attaccato. Gli obiettivi sono molto precisi: si devono trovare i depositi di armi, distruggere le rampe di lancio dei missili e i missili stessi, verificare se sono nascosti nelle case, nelle cantine, nelle scuole, negli ospedali. Sajayie è una delle principali fortezze di Hamas, con almeno dieci imbocchi di grandi gallerie, nascondigli di armi, manifatture di missili, centri organizzativi del terrorismo. I soldati sono dentro Gaza anche, e forse soprattutto, per scovare gli imbocchi delle gallerie (centinaia) che servono da rifugio e da passaggio per l' organizzazione integralista islamica che dall'interno di Gaza prepara attentati e rapimenti.
Anche ieri ne è stata trovata una enorme sotto il kibbutz di Netiv Assarà. Anche nelle ultime ore i terroristi in Israele spuntano dalla terra presso il confine, anche se già una trentina di gallerie siano state eliminate. Se ieri il tentativo di prendere il kibbutz Ein ha Shlosha dalle gallerie fosse riuscito, ci sarebbe ora centinaia di morti e forse, questo valutano gli esperti, un rapimento di massa di bambini. Ieri a Sajayie è successo di nuovo quello che accade nelle guerre asimmetriche, dove i terroristi si mescolano con i cittadini, le case sono minate e saltano per aria se solo ci si entra, la gente diventa scudo umano. Dopo la battaglia si danno ora numeri fra i 60 e gli 80 morti palestinesi, purtroppo sembra siano numerosi, lo si vede nelle immagini TV, anche donne e bambini feriti.
Ma Israele non ha compiuto una strage, come ieri tutto il mondo arabo ha ripetuto: ha combattuto una durissima battaglia di sopravvivenza, in una casbah di viuzze minate e agguati. Oltre aicinque morti militari e ai 55 feriti (tutti soldati) di venerdì, con variagguati Hamas riusciva a uccidere ieri, nella notte fra sabato e domenica,13 soldati dell'unità dei Golani, la più popolare d'Israele, e a ferirne 15 fra cui 8 molto gravi. Sette soldati sono stati colpiti dentro il loro mezzo corazzato, gli altri presso una galleria, altri dentro una casa e in altre situazioni. Il comandante sul campo reagisce alle accuse di avere ucciso civili innocenti spiegando che i soldati hanno fatto di tutto per evitare di colpire persone non implicate nella battaglia, mentre Hamas fa di tutto per colpire i cittadini, e usa i suoi come scudo. Mentre le televisioni nel mondo trasmettevano invocazioni e immagini terribili denunciando una strage "come quella di Sabra e Chatila" la tv di Hamas si vantava di aver ucciso i soldati israeliani. Ma va notato che a Sajayie si è notato un esercito di guerriglieri disordinati mescolati cinicamente alla gente, fonti locali raccontano che alcuni correvano carichi di armi fra i civili.
La richiesta che Hamas accetti il cessate il fuoco si sente, secondo fonti, fra la sua gente. John Kerry come Ban Ki-moon che è già in zona, è in arrivo. Alla tv ha dichiarato che Israele, dato che bombardano le sue città, ha il diritto e il dovere di fermarli. Peccato, che nel suo stile da ragazzone disinvolto, si sia lasciato andare a microfono aperto a un commentoche diceva: "Altro che operazione di precisione, l'escalation è significativa, dobbiamo andare lì stasera stessa". Poi però ha precisato di nuovo che Israele ha diritto a difendersi. Anche Laurent Fabius, qui nei giorni scorsi, ha detto lo stesso, come Angela Merkel, e gli inglesi sono d'accordo. Aspettiamo che il nostro governo prenda posizione: non basta dire "cessate il fuoco". Ciò che è in giuoco è la guerra contro il terrorismo, e ci riguarda tutti.
Cara Fiamma, nel Giornale di ieri, 21 Luglio, Magdi Cristiano Allam ci ha ricordato, molto opportunamente, alcune storiche battaglie (Poitiers, Lepanto, Vienna, e, aggiungo, Tolosa, Belgrado e la "reconquista" in Spagna) che hanno fermato provvidenzialmente l'espansione islamica in Europa.Ora, Gaza fa parte di queste battaglie per impedire l'asservimento ai fanatici terroristi, e, se non si capisce molto in fretta, lasciando solo Israele a DIFENDERE tutti noi, potrebbe costarci molto caro.
gianni scaglione , roma, italia
Gentile signora Nirenstein, mi scuso per la scarsa dimestichezza con l'etichetta della comunicazione web e per intrattenerla con un argomento leggero in un momento per lei e per noi tragico. Nei giorni scorsi ho ritrovato in un vecchio armadio la mia collezione del "Corriere dei Piccoli" risalente ai primi anni '50. Sfogliandola mi sono imbattuto in una lettera al Direttore di una bambina che segnalava un problema che l'affliggeva, la logorrea. Credo che quella bambina fosse proprio lei e non solo per l'improbabile omonimia. Volevo dirle che qualora non fosse più in possesso di quella copia del corrierino e le interessasse averla, sarò felice di mandargliela. La saluto cordialmente.
Claudia , Bruxelles
Spero che Israele questa volta porti a termine il lavoro senza farsi condizionare dalle promesse di negoziati della solita comunità internazionale e dalla solita stampa filo-araba. Israele è purtroppo solo nella battaglia per la sua sopravvivenza e deve andare avanti onorando la memoria di coloro che sono morti per la propria terra.
Antonio Fanone , Roma - Italia
Quanta ipocrisia in questo mondo occidentale forse dovuto alla non conoscenza non rendendosi conto che Israele é l'unico baluardo che puó frenare l'avanzata barbarica in nome di quale Dio non si sá, gradirei un vs pensiero sul silenzio stampa e tv nostrane sú un altro misfatto di questi delinquenti perpretato la scorsa settima in Tunisia nella regione di Kesserine dove integralisti islamici hanno trucidato 14 soldati Tunisini, silenzio molto strano...a chi serve???