CHI E’ IL MALATISSIMO ASCETA DA SEMPRE NEL MIRINO DI GERUSALEMME Scei cco dei kamikaze, ora della pace Ha gestito il passaggio dall’ Intifada al t errorismo suicida
sabato 28 giugno 2003 La Stampa 0 commenti
GERUSALEMME
DUNQUE per primo, con la sua vocina che dice in genere cose
terribili e
commina condanne a morte per ebrei e americani, lo sceicco Ahmed
Yassin si è
preso, certo in seguito a complicatissime trattative con le varie
parti di
Hamas, l'onore e l'onere di far balenare se non proprio la Hudna,
ovvero la
tregua di cui ormai si parla da settimane, una temporanea
interruzione degli
attentati terroristici. Yassin si è preso la parte informale perché
lo ha
dichiarato in un'intervista, ma anche basilare, perché la sua è la
prima
uscita pubblica della leadership integralista islamica.
Seguiranno probabilmente le dichiarazioni provenienti dal Cairo, e
anche da
Damasco, che è stata trascinata nel gioco dagli egiziani, spaventati
dall'idea che le organizzazioni terroriste palestinesi dicessero no
alla
tregua, facendo infuriare Bush e eccitando gli animi di tutti gli
integralisti della zona. Al Cairo aspettano il momento di parlare,
probabilmente domani quando Condoleezza Rice sarà in zona (arriva già
oggi)
Khaled Meshal, il capo esterno più importante, e Ramadan Abdullah
Shallah,
leader della Jihad islamica. Il fatto che Yassin, che è per così dire
un
uomo di fede e di dottrina, abbia dato per primo l'annuncio,
significa anche
che Hamas e la Jihad intendono evitare quella che è la maggiore
contestazione della loro base alla tregua, ovvero l'obiezione
religiosa che
ha un contenuto ben pratico: la carta di Hamas all'articolo 27
stabilisce la
non identità degli obiettivi di Fatah e di Hamas; e la base infatti,
anche
per bocca di Rantisi, dice che a Hamas le strategie dell'Olp
risulteranno
confacenti quando Fatah decida di seguire ufficialmente il sentiero
dell'Islam, che vuole la Terra Santa all'Islam.
Ma il discorso di Bush, per cui Hamas nel suo insieme è
un'organizzazione
terroristica, senza il cui disarmo non è possible nessuna pace, ha
preoccupato la leadership dei gruppi integralisti. Yassin è l'uomo
cui i
militanti di Hamas non si ribelleranno, o almeno si ribelleranno meno
che ad
altri, anche se li invita a fermarsi da uno stillicidio di vite
israeliane
che dura da tre anni: il 67enne sceicco biancovestito, malatissimo
alle
gambe, agli occhi, alla trachea, che vive quasi in miseria in una
stradina
di Gaza, circondato dai suoi uomini che lo proteggono dalla folla
adorante,
è diventato un simbolo per tutto il popolo palestinese negli anni in
cui
l'Intifada è diventata l’ Intifada di Al Aqsa, gli anni nei quali si
sono
fusi scontro territoriale e guerra di religione.
Lo sceicco ha benedetto mille volte i terroristi suicidi, prima
ancora di
Arafat ha fatto degli shahid il simbolo della nuova guerra
palestinese, ha
condotto sulle sue orme l'epica palestinese, che era costituita di
una
ideologia completamente diversa, misto di progressismo e
terzomondismo,
sapore della lotta di liberazione nazionale che ha costituito il
cemento
dell'Olp di Arafat e dell'Intifada degli anni '80. Solo più avanti,
sotto la
forte influenza di Yassin, l’ ideologia si è traformata in immagini di
martiri suicidi in volo verso il paradiso fra le rovine fumanti del
mondo
ebraico. Lo sceicco, arrestato varie volte e condannato all'ergastolo
nel
1989 per rapimenti e omicidi di soldati israliani, uscì di carcere al
tempo
della gestione di Netanyahu nel settembre del ‘ 97, in pieno processo
di
pace, con i buoni uffici del re Hussein di Giordania. Israele pensò
allora
che il paraplegico uscito dalla detenzione non avrebbe rappresentato
un
terribile pericolo, e comunque che la pace fosse avviata: l'errore fu
letale. Immediatamente lo sceicco si avventurò in un energetico
viaggio in
tutto il mondo arabo, raccogliendo fondi e consensi deliranti,
osannato da
una folla che gli dette, e dette ad Arafat, il segno di quanto il
mondo
arabo tenesse poco al processo di pace, e molto all'identità islamica.
Al ritorno di Yassin, dopo che negli anni precedenti Arafat aveva
tentato di
indebolire Hamas fino a farlo morire, mettendone anche molti
militanti in
prigione, il raí ss ricostruì con Yassin un'amicizia testimoniata da
molte
prese di posizioni pubbliche. Il risultato fu la legittimazione
dell'organizzazione, che aumentò le sue risorse economiche e
incrementò la
sua strategia terroristica, e la progressiva saldatura dei suoi
legami con
l'Autonomia palestinese con autentici patti di unità nazionale.
Adesso
questa unità nazionale è stata ancora una volta offerta a Hamas nel
corso
delle complesse trattative di cessate il fuoco: di nuovo l’ Autorità ,
attravero il primo ministro Abu Mazen, ma con l'appoggio consistente
di
Arafat, ha offerto a Hamas potere e protezione, facendole anche
intravedere
il rischio che gli americani diano mano completamente libera a
Israele. E
Israele, che nella Hudna crede poco e nello sceicco Yassin ancora
meno, da
tempo aveva a sua volta fatto sapere che l'eliminazione di Yassin
dipende
solo dai suoi progetti.
Se progetta di mandare altre schiere di terroristi suicidi, Israele
potrebbe
colpirlo. Ma Yassin è colui che adesso per primo illustra
l'interruzione
degli attacchi. Se non è una finta per armarsi ancor meglio e in
fretta,
come potrebbe risultare in breve, può restare tranquillo nella sua
casa di
Gaza coi suoi dieci figli e preparare l'unità nazionale.