Cecchino palestinese uccide una bimba Dieci mesi, giocava in un asilo di coloni a Hebron
martedì 27 marzo 2001 La Stampa 0 commenti
Fiamma Nirenstein
GERUSALEMME
La vita di Shalhevet (Fiamma) Paz, dieci mesi, è andata perduta alla
vigilia
dell'inizio del Summit Arabo di Amman, un tributo tragico
dell'Intifada
all'appuntamento che Arafat vede come fatale per il destino della sua
lotta.
Shalhevet stava giocando nella sabbia del piccolo recinto per i
bambini del
quartiere ebraico di Hebron, Avraham Avinu, dove vivono secondo gli
accordi
di Oslo circa 400 ebrei. Shalhevet giocava i suoi primi giochi nel
riquadro
di sabbia ornato da un paio di altalene e di scivoli di plastica
colorata,
sorvegliata dal padre Yzchik, unica figlia. La pallottola del
cecchino è
entrata da una parte della sua testa, ed è uscita dall'altra. Il
padre si è
gettato verso di lei per proteggerla ed è stato ferite a tutte e due
le
gambe. I cecchini hanno sparato dal quartiere di Abu Sneina, che è
sulla
collina. Dall'inizio dell'Intifada la posizione a fondo valle del
quartiere
Avraham Avinu ne ha fatto un bersaglio continuo degli spari dei
tanzim, di
hamas e di Forza 17.
Il fatto che ieri sia stata espressamente presa di mira una bambina
così
piccola, sembra confermare che esiste in queste ore un forte disegno
strategico di surriscaldamento dell'area nella prospettiva
dell'apertura
odierna del summit arabo di Amman, che ha all'ordine del giorno
l'atteggiamento del Medio Oriente nei confronti dei palestinesi, la
dimensione e la forza dell'aiuto da fornire ad Arafat, e anche
l'impegno a
fianco di Saddam Hussein per la sua reintegrazione nella comunità
delle
nazioni. Arafat ha avvisato i suoi uomini di prepararsi a cento
giorni di
scontro intensivo, il capo dei tanzim Marwan Barghuti ha enunciato
una
strategia di mobilitazione della folla molto maggiore di quella dei
giorni
scorsi, senza per questo rinunciare alla lotta armata.
E di fatto negli ultimi giorni gli attacchi armati si sono
intensificati e
gli scontri hanno ripreso la forza di qualche settimana fa. Lo scopo
è
quello di suscitare una reazione straordinaria da parte del nuovo
governo
Sharon; il primo ministro appena eletto potrebbe reagire
all'assassinio
della neonata in maniera particolarmente dura, usando carri armati ,
entrando nei territori restituiti ai palestinesi, facendo morti e
feriti:
questo si aspetta Arafat alla vigilia di un summit molto diviso, ma
il cui
prossimo presidente, il prestigioso ex ministro degli Esteri egiziano
Amr
Mussa, ha già fatto dichiarazioni molto pesanti contro Sharon. Anche
al
Fatah, il partito di Arafat, in un suo lungo documento lo chiama
« criminale
di guerra» e torna a una terminologia ormai dimenticata nei confronti
dell'« entità sionista» . Arafat ambisce disperatamente all'aiuto dei
Paesi
Arabi, per altro a loro volta spaccati fra un fronte intransigente
che
vorrebbe rompere tutti i rapporti diplomatici ed economici
ripristinando
l'embargo, e un fronte invece moderato, di cui fa parte (nonostante
le
dichiarazioni di Amr Mussa) Hosni Mubarak e il re Abdullah di
Giordania.
Sharon ha reagito alla morte di Shalhevet convocando una riunione
urgente, e
lasciando intendere che la reazione non tarderà . Per ora tuttavia
solo i
coloni di Hebron, provati da molte incursioni, discutono azioni di
vendetta.
Il governo li ha già chiamati ad astenersene. Oltretutto è
all'orizzonte,
per venerdì il « giorno della terra» proclamato dagli arabi
israeliani: anche
quella scadenza, dopo gli scontri di ottobre che lasciarono sul campo
tredici morti, è molto sensibile e delicata. Intanto, i sei
giornalisti
israeliani che erano andati ad Amman a seguire il summit, sono stati
messi
alla porta: la polizia di Amman ha fatto sapere che non è in grado di
garantire la loro protezione. E sono tornati in Israele.