Buone notizie dall’Iraq
Dice il grande mediorientalista Fouad Adjami che la lettura del rapporto Pew corrisponde per i liberal americani ai dieci giorni di autoflagellazione degli sciiti, al suo piacere-dolore. È inutile dire che niente di male è stato fatto dagli Usa alla Turchia, considerata un alleato prezioso, e che l’Egitto riceve dagli Stati Uniti solo ingenti aiuti.
Ma la benzina più efficace dell’antiamericanismo da molti anni è la guerra in Iraq. Il punto è, come afferma il senatore Joe Lieberman, che la guerra in Iraq è ormai una storia di disastri e spargimenti di sangue, errori e prepotenze dell’amministrazione Bush, della sua ambizione smodata di promuovere la democrazia come antidoto al terrore. È senso comune che George W. Bush si sia inventato le armi di distruzione di massa, che abbia spacciato il suo desiderio di vendetta per lotta per la democrazia. In realtà Bush ha agito conformemente alle indicazione dei suoi servizi e l’idea che le armi di distruzione di massa siano state spostate verso la Siria è un’ipotesi mai scartata.
Dire oggi che gli Stati Uniti sbagliarono creando un disastro serve a proibire ogni altro intervento, per esempio contro la futura arma atomica iraniana. Allo stato attuale, tuttavia, il numero di buone notizie che arrivano dall’Iraq (anche se interrotte da eventi come l’attacco terroristico del 24 giugno) supera di gran lunga quello delle cattive, tanto che anche Barack Obama, dopo aver promesso di ritirarsi subito dall’Iraq in caso di vittoria alle elezioni Usa, sembra ripensarci.
Ryan Crocker, l’ambasciatore americano in Iraq, ha affermato: «Come lasceremo e cosa lasceremo è più importante di come siamo venuti». E lavora sodo a un nuovo accordo con il governo di Nuri al-Maliki. Di ritiro si parla meno che di impegni, mentre gli investimenti crescono.
Sono tornati i profughi cacciati o fuggiti da Saddam Hussein. Le scuole, gli ospedali, i giornali, i commerci si sono moltiplicati. Nel mese scorso il numero dei soldati americani caduti in battaglia è stato il più basso dal 2003.
A cambiare le sorti della guerra sono stati, in gran parte, il fatto che i sunniti stessi hanno combattuto contro Al Qaeda (sunnita) e gli errori del movimento di Osama Bin Laden responsabile di stragi indiscriminate. Al-Maliki ha detto a Teheran che lo sciismo rivoluzionario a lui, sciita, non piace. Sadr City è stata presa, Al Qaeda viene combattuta con energia.
I sunniti dopo il passaggio di una serie di provvedimenti trattano l’entrata nel governo. Il numero due di Al Qaeda, Ayman al-Zawahiri, ha definito l’Iraq «la più importante arena contro le forze crociate e sioniste insieme». Ma non ha tenuto conto della strategia del generale David Petraeus: ridare fiducia alle tribù e alle hamule (clan) sunnite avrebbe provocato la crisi dei seguaci di Bin Laden.
Ce n’è voluto, ma dal primo momento la costante è stata quel dito intinto nell’inchiostro e sollevato come una bandiera a ogni votazione. Gli iracheni, durante il loro difficilissimo cammino, hanno seguitato a proclamare la scelta per la democrazia. Ogni essere umano vuole la libertà, come dice Bush, e l’opinione pubblica liberal ha sacrificato all’antiamericanismo questa verità e la pazienza che occorre per vederla fiorire.Caro Umberto, sono...approssimativamente(sic) d'accordo con te. Non mi sbilancerei troppo su Obama, per il quale anch'io non faccio certo i salti mortali, ma nel caso vinca sarà lui sotto amministrazione controllata. Trovo però delle incongruenze quando parli di Kennedy come colui che non ha accettato di combattere con fermezza il comunismo dilagante e poi contesti il braccio di ferro sui missili sovietici a Cuba; ritieni l'amministrazione democratica debole e constati tu stesso che è stata interventista. Sai benissimo che negli USA sono economia (alta tecnologìa, comunicazione) ed esercito a comandare. Fortunatamente. E anche i Kennedy sono potenti pedine, ma comunque pedine consapevoli, di quelle due entità. Quindi non darei per spacciato il nostro alleato. Senza essere filo democratico devo però ricordare che è stato Kennedy a essere eliminato, non i suoi avversari. Per quanto non condivisibile e irresponsabile ha avuto un progetto politico. E ne ha pagato le conseguenze. Prezzo che tanti altri statisti non hanno pagato e sono vivi e vegeti: Kissinger, certo grande statista, al quale hanno dato anche il premio nobel per la pace. Già, il premio nobel che daranno anche alla Betancourt? Premio nobel dato anche ad Arafat... Dato ad Al Gore... Dato a troppi... (sic)Siamo certi che porta bene avere il premio nobel per la pace? Ma questa, scusate, è una divagazione...
umberto ingrosso , italia
JFK non è stato solo l'iniziatore della guerra del Vietnam:lo è stato anche dell'immoralita' alla Casa Bianca,delle presidenze vendute come fustini di detersivo attraverso campagne mediatiche che tradivano l'intelligenza del pubblico:infine è stato l'iniziatore di un modo di fare politica che tuttora genera cloni come Osama.JFK èstato anche il piu' pericoloso tra i Presidenti Americani,a causa della sua superficialita' e della sua imprudenza,che produssero il fallimento della baia dei Porci,spinsero i Sovietici all'avventura dei missili e condussero il mondo a due passi dal conflitto nucleare.Per tutte queste ragioni,pericoloso lo è ancora,e lo sara' fino a quando riuscira' a far credere,pur morto, di essere stato un esempio da seguire.Suo principale epigono è quel Ted Kennedy che qualcuno ricorda per l'incidente di Chapaquiddick e la morte di Mary Jo Kopechne.I Kennedy sono,insomma,un esempio cinico ma istruttivo di cosa sia effettivamente il Partito Democratico.
Barbieri Stefano , Modena , Italy
Il Viet nam del sud era una democrazia quanto il Vietnam del nord.
cossunicola , siena italia
Non si diventa presidenti degli Stati Uniti come in Italia si diventa professori universitari. Non c'è la graduatoria a punteggio. C'è la selezione per affidabilità. Gli USA è un grande sistema di azioni concrete che recepiscono tutto quello che avviene. Obama se verrà eletto resterà in Iraq e continuerà la nuova strategia di Petreus. Ha pagato e sta pagando positivamente e anche se sarà Mc Cain a vincere farà lo stesso. Tanto è vero che lo stesso Obama ha già dichiarato di inserire nel suo staff esperti che hanno lavorato nell'amministrazione Bush nell'ultimo anno. Gli USA hanno due partiti...fortunatamente.. ma una testa sola.
Francesca , Concordia Sagittaria
Basta ascoltare gli stessi iracheni che ci dicono di non abbandonarli ora perché è ancora troppo presto e fregarsene di tutta questa sinistra che sta ancora una volta dalla parte sbagliata della storia.Queste buone notizie mi riempiono di speranza e mi convincono sempre più che questa "war on terror", a me piace ancora chiamarla così, si possa vincere.Unico neo: la poca diffusione di queste notizie sui media, specie, quelli europei.Saluti
cossunicola , siena italia
Concordo con il revisionismo di Umberto sugli errori USA di abbandonare il Vietnam ad una dittatura. Quello che scrive deve però sopportare un allegato. La guerra del Vietnam ha tra gli altri il copyright di un autore famoso: JFK. Democratico. E come democratico è stato il presidente Clinton che con la sua amministrazione ha sottovalutato, ed alcuni suoi uomini hanno coscientemente insabbiato la crescita e lo sviluppo del fondamentalismo islamico in Oriente e Medioriente.Starei qundi attento a leggere in una sola ottica la politica estera americana. Gli USA hanno due partiti ma quando devono decidere pensano e agiscono per i loro interessi, con una testa sola.
umberto ingrosso , italia
La Sinistra americana è una banda di farabutti:nel 1973 Franck Church e la sua cosca abbandonarono il Sud Vietnam nelle mani dei Vietcong(il Presidente era impossibilitato ad intervenire)e ne segui' una enorme espansione del Comunismo in tutto il mondo,culminata con l'invasione dell'Afghanistan:la loro indecente proposta di abbandonare ora l'Irak avrebbe un forte effetto propagandistico,ed incoraggerebbe migliaia di estremisti ad unirsi a Bin Laden e tentare di rovesciare Egitto,Arabia Saudita e lo stesso Irak.A costoro,privi di intelligenza e dignita',pare non importare nulla,e c'è da sperare che Obama(che mi sembra la riedezione di Jimmy Carter)non ascolti quelle sirene.La loro esistenza è purtroppo la prova della decadenza dell'Occidente,il fronte interno nel quale speravano i Comunisti ieri,gli estremisti islamici oggi.