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Bombe d’ Israele, quattro morti a Betlemme Rappresaglia ai kamikaze palestinesi

mercoledì 18 luglio 2001 La Stampa 0 commenti
Fiamma Nirenstein GERUSALEMME Tira aria di seria escalation in Medio Oriente. A fronte di un’ ondata di attacchi terroristici riusciti e falliti, ma comunque scoperti, Israele ieri ha lanciato un duro contrattacco. Due elicotteri hanno sparato su Betlemme contro quelli che Israele chiama « obiettivi puntuali» , ovvero gli uomini di Hamas responsabili di attentati, o di altre organizzazioni ad essi connesse. Ieri i missili di Tzahal hanno cercato in particolare un obiettivo, e l’ hanno colpito e ucciso nella generale disperazione dei suoi amici di Betlemme: Omar Saadi, dal 1990 personaggio di spicco di Hamas, in carcere dal ‘ 92 al ‘ 94, uno dei responsabili fino al ‘ 96 di quella serie di attentati agli autobus che poi portò Arafat ad accettare gli accordi con Israele che portarono nelle carceri palestinesi tanti estremisti islamici. Una volta finita la tregua, Saadi è tornato attivo, e i servizi segreti israeliani, a quanto affermano, lo hanno ucciso mentre preparava un grande attentato per la serata conclusiva delle Maccabiadi, i giochi sportivi a cui partecipano tremila atleti ebrei da tutto il mondo. Shimon Peres e Omri Sharon avevano visitato nei giorni scorsi Arafat per chiedergli di trattenere i suoi uomini nei giorni del grande evento sportivo, cui Israele attribuisce immenso significato simbolico. Gli altri tre uccisi sono il fratello di Saadi, che sembra fosse invece una persona mite, addirittura un attivista pacifista, che si trovava per caso presso il fratello, e altri due militanti di Hamas. Marwan Barghuti, uno dei capi dei Tanzim, l’ organizzazione di base di Fatah, ha detto dopo l’ eliminazione che si tratta di « un massacro di civili cui verrà presto una risposta da parte palestinese» . Nella scala di importanza degli eventi di ieri è molto significativo il fatto che per la prima volta da Betlemme sono stati sparati colpi di mortaio sulle case del quartiere gerusalemitano di Ghilò , confinante con la stessa Betlemme. Si tratta di una risposta al raid israeliano che costituisce, da un punto di vista militare, una decisa escalation nel conflitto. Il ministro della difesa israeliano « Fuad» Ben Eliezer alla fine della giornata ha annunciato drammaticamente alla stampa di aver telefonato a Colin Powell mentre era sulla strada di Genova, e di avergli detto: « Signor ministro, adesso la situazione è nelle sue mani. Se lei non convince gli europei a dire ad Arafat di osservare il cessate il fuoco, di trattenere i terroristi e i colpi di mortaio, la china su cui scivoliamo è molto pericolosa» . Ieri Israele ha seppellito i due giovani che il terrorista suicida di Benyamina ha ucciso lunedì . Altri due feriti dell’ attentato sono in pericolo di vita, mentre altri nove migliorano. A Hebron, dopo che l’ esercito israeliano aveva sparato contro le case in cui erano situati nidi di armi da fuoco, è risultata ferita anche una bambina palestinese di nove anni. La destra israeliana chiede con insistenza come mai anche dopo alcune giornate in cui si sono susseguiti i tentativi in parte riusciti di condurre attacchi terroristici dentro la linea verde, le risposte dell’ esercito seguitano ad essere mirate a obiettivi specifici, di fatto poco effettivi nel convincere le organizzazioni terroristiche a fermarsi. Arafat, invece , dice che l’ attacco di Israele a Betlemme è una mossa unilaterale e ingiustificata, un’ aggressione. Se ci saranno altre bombe umane la situazione può veramente degenerare. Non c’ è che sperare che la pressione internazionale convinca Sharon nella politica di « restraint» , e Arafat a decidersi ad arrestare i terroristi, cosa di cui finora non vi è segno.

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