Fiamma Nirenstein Blog

BOMBARDATI DALLA PROPAGANDA DI HAMAS E JIHAD IN COMPETIZIONE TRA LORO PER DIVENTARE STRAGISTI Quei ragazzi che conoscono solo la morte

lunedì 13 agosto 2001 La Stampa 0 commenti
Fiamma Nirenstein QUEL giovane che avanza verso la porta di un ristorante, quel ragazzo bruno con la giacca troppo larga, con la maglia troppo gonfia, o quel ragazzo con la valigia in mano che si avvicina alla porta del supermarket, del cinema, dell'autobus, della scuola, dell'ufficio, potrebbe essere lui: il terrorista dell'Intifada. Potrebbero essere dappertutto, ormai. Al Nord, a Gerusalemme, a Tel Aviv. Ormai i terroristi per strada non si contano più a decine, ma a centinaia. Il loro identikit è cambiato, da settembre scorso l'acqua in cui nuotano è molto più profonda, la gente e i gruppi palestinesi li aiutano, le organizzazioni islamiche internazionali li finanziano, le autorità , da Arafat al muftì , li considerano martiri della lotta palestinese. « Soprattutto - dice Yoram Schweitzer, uno dei più importanti esperti del Centro interdisciplinare per gli studi contro il terrorismo - i ragazzi che si fanno saltare per aria sono di livello culturale molto più alto. Non credo che abbiano più in mente la credenza religiosa delle 70 vergini che li aspettano in Paradiso con cui partivano verso il loro obiettivo i primi terroristi. Molto di più pensano al martirio politico e al grande onore che la loro famiglia riceverà per il loro sacrificio. La condizione sociale e anche economica della famiglia ne risulterà molto migliorata, e questo in un mondo povero, in cui l'onore ha un ruolo fondamentale nella scala dei valori, è fondamentale» . È un'orda terrorista quella che si muove adesso per le strade d'Israele. Il ventottenne che ieri si è fatto saltare per aria facendo ventuno feriti (solo un miracolo ha evitato i morti, nel cumulo di detriti insanguinati del caffè Wall Street, identici a quelli della pizzeria Sbarro) viene dalla Jihad Islamica (secondo le prime rivendicazioni) e dalla zona di Jenin. Invece la maggior parte degli attentati suicidi, che secondo Schweitzer sono ventuno dall'inizio dell'Intifada, sono stati compiuti con successo soprattutto da Hamas. Si può parlare di una gara fra le due organizzazioni: gli attentati riusciti suscitano feste e canti nelle strade, conquistano consenso, spingono Arafat a respingere le liste israeliane dei terroristi da imprigionare, e attirano finanziamenti: alla Jihad islamica da parte soprattutto dell'Iran con un passaggio siriano, a Hamas un po' da tutti i paesi arabi in cui ci sono propaggini integraliste. Hamas è l'organizzazione forte, quella con le radici popolari, quella che mantiene vedove, malati, bambini, famiglie in difficoltà . La Jihad è molto più piccola: non vive per tirare a sé le folle e creare uno stato islamico integralista ma, come spiega Schweitzer, soprattutto per compiere le sue azioni terroristiche, che sono la sua ragione di vita. Hamas è più ideologica. Ma i ragazzi, li prendono nella stessa rete. La rete viene tesa fuori dell'università al-Qods, o a Bir Zeit, oppure nei luoghi di ritrovo dei giovani (sport, preghiera...) soprattutto al nord, a Nablus, a Jenin, nei campi profughi. Il ragazzo viene avvicinato, ma non gli si parla più in termini soprattutto mistici, come nel passato: non lo si indottrina lungamente dal punto di vista del Corano. Neppure lo si sottopone a un lungo training militare. Basta un'infarinatura dottrinaria, che spiega l'importanza della jihad (la guerra santa) e del martire (lo shahid) nella storia islamica. Una promessa di redenzione per lui e la sua famiglia. Il ragazzo viene affidato a un maestro, in genere un personaggio che è noto e rispettato in tutto il paese, con il quale è un onore per un giovane parlare a tu per tu. Piove sul bagnato: il ragazzo è già intriso dalla continua propaganda d'odio antisraeliano dei media, e considera gli ebrei malvagi invasori senza scrupoli, gente da « uccidere ovunque si trovino» come spesso ripete il sermone del venerdì . Non c'è nessuna difficoltà , in queste settimane, a reclutarne a volontà : dai dodici ai trent'anni, ci sono migliaia di ragazzi che vogliono trasformarsi in martiri. Il reclutato era già alla ricerca del suo martirio. Il suo training militare è brevissimo: e qui viene un'altra novità importante. Il terrorista, una volta completata la preparazione, non viene spedito verso un obiettivo troppo specifico. Fa il video di rivendicazione, armi e Corano in pugno, scrive una lettera alla mamma, passa una notte in compagnia dei suoi compagni, e la mattina si avvia verso una zona prefissata, ma non in un determinato ristorante, o supermarket. Con la sua cintura di tritolo, è in genere lui a decidere all'ultimo momento, a seconda delle circostanze, dove farsi saltare per aria. Questo perché la sorveglianza è molto serrata, ed è quindi solo lui che individua dove può entrare senza dover superare barriere della sicurezza israeliana e dove sono addensate abbastanza vittime. Tutte le testimonianze riportano con agghiacciante sicurezza notizie sullo sguardo del terrorista suicida: si guarda bene intorno, vede da vicino i volti dei bambini e della ragazze che sta per trascinare nell'abisso della morte. Vede la mamma che taglia la pizza al suo piccolo, una vecchia coppia, un paio di innamorati, li guarda tutti fissi con aria di scherno e si fa saltare per aria. Dall'Autonomia palestinese è arrivata nei giorni scorsi la notizia che erano stati arrestai alcuni personaggi pericolosi, membri attivi e dirigenti delle organizzazioni terroriste. Una parte, secondo le cronache, è già stata rilasciata. Schweitzer spiega: « I personaggi rimasti in carcere sono minori, due o tre che oltretutto appartengo non a Hamas, che è il gruppo di gran lunga leader e quello con cui Arafat ha più interesse a mantenere rapporti, ma alla Jihad. Arafat non fa un bel nulla per fermare questa ondata, e invece ciò è nelle sue mani. Basterebbe intanto fermare alcuni uomini chiave. Ma l'opinione pubblica della sua gente, che in queste ore vede Hamas e la Jihad come organizzazioni eroiche, non lo seguirebbe. E lui vuole il consenso sopra ogni cosa» .

 Lascia il tuo commento

Per offrirti un servizio migliore fiammanirenstein.com utilizza cookies. Continuando la navigazione nel sito autorizzi l'uso dei cookies.