Bibi incriminato per corruzione. "Un tentato golpe contro di me"
venerdì 22 novembre 2019 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 22 novembre 2019"Ho preso questa decisione col cuore pesante, ma è doverosa" ha detto Avichai Mandelblit, l'Avvocato dello Stato, prima di una lunga disamina legale. E ha annunciato l'incriminazione di Benyamin Netanyahu in tutti e tre i casi in cui è accusato. Due ore più tardi Netanyahu pallidissimo, con le lacrime agli occhi come non si era mai visto gli ha risposto in sostanza occupando il suo stesso terreno, quello dell'accusa senza remissione: "Io vado fiero del nostro giudiziario, famoso in tutto il mondo. Ma qui una tendenza malata nutrita da inquisitori spinti da pregiudizio hanno preso il sopravvento, sospinti dall'odio contro la mia parte politica e contro di me. E sono stati compiuti dei crimini durante l'istruttoria: nessuno è sopra la legge, né gli investigatori né i giudici, e violazioni di ogni criterio di giustizia sono state compiute durante la fase inquisitoria".
Qui Netanyahu ha fornito una lunga lista degli inganni con cui sostiene siano state estorte confessioni false dai testimoni di giustizia per arrivare a quella che ha definito un "ribaltamento del potere" antidemocratico. Bibi di nuovo propone la sua strada e la sostanza è questa: "Io ho dato la vita per questo Paese, ho combattuto, sono stato ferito, ho condotto il Paese a risultati meravigliosi, adesso combatterò per ristabilire la verità. Il giudiziario e la polizia sono indispensabili, ma nessuno dei loro membri sono al di sopra della giustizia stessa". Insomma, Netanyahu non intende arrendersi anche se lo Stato d'Israele si erge oggi a accusatore contro il suo Primo Ministro,per la prima volta nella storia.
E'una svolta molto drammatica per lo statista che ha trasformato Israele da potere regionale a un protagonista della rivoluzione tecnologica e scientifica mondiale, ne ha fatto crescere in verticale l'economia e la democrazia, lo ha condotto a rapporti internazionali mai sognati. Dopo più di un anno di studi Mandelblit è arrivato a conclusioni proprio quando, la mattina, Reuven Rivlin, il presidente d'Israele, avendo ricevuto da Benny Gantz la rinuncia ufficiale a formare il governo, e aveva avvertito della confusione della gente di Israele nella prospettiva che a marzo si possa votare per la terza volta. Questo avverrà se un qualunque membro della Knesset (120 deputati) non raccoglierà 61 voti per formare un governo. Difficile specialmente adesso: i due protagonisti hanno ambedue promesso di continuare nello sforzo di raggiungere l'obiettivo di un governo di coalizione, ma le già enormi difficoltà si accumulano.
"Blu e Bianco" di Gantz adesso che Netanyahu è indiziato, ha tutti gli argomenti per rifiutarlo come partner. Netanyahu può chiedere entro 30 giorni come parlamentare l'immunità, ma a causa della crisi non esiste la commissione preposta come richiede la legge, alla decisione. Quindi occorre che si formi, e si può immaginare le difficoltà, oggi, su questa strada.. Un'occhiata sommaria alle tre accuse della magistratura mostra un sistema certamente molto accurato e anche pericolosamente giustizialista, e stavolta trasformato in un coltello acuminato dalla febbre politica: il caso 4000, quello che suppone che il PM sia corrotto, nasce sull'ipotesi che Bibi abbia cercato una copertura di stampa positiva dal sito Walla promettendo un accordo fra due giganti della comunicazione per cui Walla avrebbe ricevuto vantaggi. Netanyahu ha sempre sostenuto che l'accordo dei colossi era stato firmato molto prima che il caso sorgesse,e che mai ha ricevuto una parola buona da Walla. Degli altri due casi, il caso 2000 è legato al tentativo di convincere Yediot Aharonot (il primo quotidiano d'Israele) a parlare bene di lui in cambio di sacrifici di Israel Hayom, il giornale che lo sostiene, e il numero 1000 ai regali di champagne e sigari ricevuti a lungo e per somme notevoli. Mai tuttavia si è parlato di compravendita, solo di regali esagerati. Adesso tristemente queste accuse si avviano verso il tribunale mentre il Primo Ministro, furioso e depresso, si avvia a una nuova battaglia. Immaginiamo quanto è contento il governo iraniano.