Beirut, Hezbollah show in tv Il leader trionfante: così abbiamo cat turato il colonnello Tannenbaum, spia del Mossad
martedì 17 ottobre 2000 La Stampa 0 commenti
                
Fiamma Nirenstein 
GERUSALEMME 
Altro che convitato di pietra: Hassan Nasrallah, il capo degli 
Hezbollah, 
felice come un gatto che abbia preso il topo, non pago di essersi 
guadagnato 
la sua sedia virtuale ai colloqui di Sharm el-Sheikh con il rapimento 
di 
Elhanan Tannenbaum, ieri, mentre i leader del mondo faticavano non 
poco a 
trovare una parola di pace, ha rilanciato ancora il modello della 
libanizzazione del conflitto: come avere a che fare con Israele senza 
bisogno di un tavolo delle trattative. In una conferenza stampa ha 
rilanciato, dicendo che l'israeliano non è stato rapito, ma 
legittimamente 
fermato dopo che aveva superato il confine libanese alla ricerca di 
un 
incontro con un leader degli Hezbollah. Avrebbe lavorato da tempo, 
secondo 
Nasrallah,per conto del Mossad (cosa che Gerusalemme continua a 
smentire) 
allo scopo di infiltrarsi nelle file del gruppo estremista islamico 
libanese, autore fin dall'82 di molti attentati terroristici, ma 
anche 
inventore della guerriglia dura che avrebbe (gli israeliani lo 
negano) 
spinto lo Stato ebraico alla ritirata dal Libano, e ormai stella 
polare dei 
palestinesi che pensano che le trattative siano una perdita di tempo. 
Tannenbaum, un ex colonnello dell'esercito ora nel servizio di 
riserva 
(tutti gli israeliani lo sono), è stato presentato come una preda 
succulenta, un alto grado dell'esercito, una pedina di scambio contro 
prigionieri libanesi e anche terra (evidentemente le decisione 
dell'Onu che 
considera chiusa la disputa territoriale fra Israele e Libano è per 
gli 
Hezbollah pertinente solo quando fa loro gioco). Tannenbaum si va ad 
aggiungere ai tre soldati israeliani rapiti qualche giorno fa: « E che 
le 
loro mamme sappiano che il governo israeliano non ha ancora fatto 
niente per 
liberarli» , ha detto Nasrallah, che appariva ilare. Ha anche ribadito 
che 
gli Hezbollah sono comunque in guerra con gli ebrei, o con il nemico 
sionista che dir si voglia, e che quindi non costituisce nessuna 
violazione 
della legalità internazionale ciò che loro fanno. 
L'immagine vincente e sprezzante che gli Hezbollah proprio in questi 
giorni 
riescono a dare esercita una grande influenza sia sulla popolazione 
palestinese, che preferisce seguitare a guerreggiare contro Israele, 
sia sul 
mondo arabo in generale. Gli israeliani non credono affatto alle 
parole di 
Nasrallah. Seguitano a pensare che quest'ultimo rapimento, sia stato 
compiuto sul territorio europeo con l' aiuto molto fattivo, e non 
solo 
economico, dell'Iran, che con la Siria soffia sul fuoco, e ha 
condannato 
l'incontro di Sharm el-Sheikh. « Non ho nessuna intenzione - dice 
Olivier 
Rafovich, comandante del fronte Nord dell'Esercito Israeliano - di 
commentare le parole di Nasrallah: gli Hezbollah amano molto parlare, 
amano 
il proscenio della stampa internazionale, adorano fare gli sbruffoni. 
Sanno 
benissimo che se giungessimo alla decisione, che certo non può essere 
dell'esercito ma del governo, di dare un colpo serio alla loro 
organizzazione, non avremmo molte difficoltà . Ma Israele preferisce 
scegliere i suoi tempi e i suoi modi per reagire. Abbiamo già detto 
chiaramente che riteniamo responsabili di ogni atto di aggressione il 
Libano 
e la Siria, e le nostre scelte saranno conseguenti a questo punto di 
vista. 
Ma solo quando lo vorremo noi, senza farci attirare nelle loro 
trappole» . 
E tuttavia non si può fare a meno di osservare che dal maggio scorso, 
quando 
Israele, come primo atto della sfortunata pace che Barak perseguiva, 
lasciò 
unilateralmente il Libano, Nasrallah non ha smesso un giorno le sue 
aggressioni fisiche e verbali. « Non è importante - dice Rafovic - a 
noi gli 
Hezbollah importano relativamente: sono il Libano e la Siria i nostri 
interlocutori, per i bene e per il male» . Ma nelle manifestazione di 
ieri, a 
Gaza, i palestinesi sventolavano le bandiere degli Hezbollah insieme 
con 
quelle di Hamas e dell'Olp. 
            