Fiamma Nirenstein Blog

Audio del convegno su "Durban 2" promosso dall'Associazione Parlamentare di Amicizia Italia-Israele

venerdì 13 marzo 2009 Attivita parlamentari 3 commenti



INTERVENTI:

Enrico Pianetta
presidente Associazione Parlamentare di Amicizia Italia-Israele

Ghideon Meir
ambasciatore Israeliano in Italia

Franco Frattini
ministro degli Affari Esteri

Gerald Steinberg
professore Università di Bar-Ilan, Israele, Centro di monitoraggio delle Ong per i diritti umani (Ngo-monitor.com)

Piero Ostellino
editorialista "Corriere della Sera"

Fiamma Nirenstein
vicepresidente Commissione Affari Esteri della Camera

Gianni Vernetti
vicepresidente Associazione Parlamentare di Amicizia Italia-Israele

Interventi dalla sala

Domenica 15 marzo all'1:00 di notte andrà in onda, all'interno del programma "Sorgente di Vita" (Rai 2), un servizio dedicato a "Durban 2" e al convegno dell'Associazione parlamentare di Amicizia Italia-Israele.
Repliche: lunedì 16 marzo sempre all'1:00 di notte e lunedì 23 marzo alle 9:30 del mattino.


La Conferenza sul razzismo Caso Israele
Frattini su Durban: no a tolleranza silenziosa

Sì di Vernetti e Colombo (Pd). Steinberg: invitate Ong antisemite

di Maurizio Caprara, Corriere della Sera, 12 marzo 2009, p. 15

ROMA - Nelle commissioni Esteri di Camera e Senato Franco Frattini non ha trovato ostacoli alla decisione di far ritirare l' Italia dai lavori preparatori della conferenza dell' Onu sul razzismo (dal 20 al 24 aprile a Ginevra), al momento imperniata su una bozza di documento-base con punti giudicati antisemiti. «Non possiamo condividere una silente tolleranza verso una strada che porta al baratro», ha sostenuto il ministro degli Esteri. «Se si potrà azzerare tutto, torneremo», ha aggiunto. Assente il principale promotore della seduta, Piero Fassino, ieri a Praga per l' Unione europea, il Pd ha riservato al ritiro alcuni appoggi e alcune riserve di metodo. I primi sono arrivati da Gianni Vernetti e Furio Colombo. Pietro Marcenaro ha chiesto che «l' Italia si muova con l' Europa». Critiche al ritiro, condiviso in tutto il Pdl, dal dipietrista Fabio Evangelisti. Oggi, in piazza della Minerva 38 a Roma, se ne discuterà in un dibattito. Oltre a Frattini, Pierluigi Battista, Fiamma Nirenstein, Piero Ostellino, ci sarà l' israeliano Gerald Steinberg, direttore del centro NgoMonitor che studia le organizzazioni non governative (Ong). La sua tesi è che molte Ong potrebbero riportare la conferenza ai livelli di antisemitismo di quella a Durban nel 2001. «La "Nord-Sud21", pagata da Gheddafi, promuoverà a Ginevra un forum di Ong per affermare che in Israele ci sarebbe l' apartheid», dice Steinberg. «In generale, esistono gruppi come l' "Associazione comunità Papa Giovanni XXIII" che sono parte del processo di deumanizzazione di Israele. Si definiscono per la pace, in realtà sono solo pro-palestinesi», accusa. Senza risparmiare Amnesty International: «È una superpotenza. Ma su Israele fa rapporti grossolani e tutti pro-palestinesi».


A Durban un altro pericolo, dopo l'equiparazione di sionismo e razzismo, il reato di islamofobia

di Dimitri Buffa, L'Opinione, 13 marzo 2009, p. 6

Prendersi 30 anni di carcere per una bestemmia o per avere disegnato vignette su Maometto vi sembra una cosa logica o la solita follia politically correct made in Onu? Ebbene sappiate che a Ginevra a metà aprile nel meeting sul razzismo e la discriminazione religiosa che sarà l´ideale continuazione di quello di Durban del 2001 (da cui il nick name "Durban II") oltre a doversela
vedere con tutti i paesi arabo-islamici e con le loro ong teleguidate perché non si tenti il bis di equiparare il sionismo al razzismo e lo stato di Israele alla Germania di Hitler, il mondo intero dovrà guardarsi da qualcosa se possibile ancora più pericoloso: l´equiparazione dell´islamofobia e del dileggio delle religioni a un crimine contro l´umanità. Insomma chi bestemmia un qualunque dio, non sia mai allah, verrà equiparato a Milosevich o a Bashir del Sudan. E magari trovate anche una Carla del Ponte che vi fa arrestare appena mettete piede fuori dall´Italia o dal vostro paese europeo. Queste ennesime idiozie politically correct sono tutte contenute, in maniera esplicita o implicita, nella bozza di risoluzione distribuita ieri l´altro dai rappresentanti del Pakistan a Ginevra in vista di Durban II.
E se l´Onu adottasse un simile testo di riferimento e costringesse gli stati membri a limitare di conseguenza la libertà di stampa e di espressione dei cittadini che ne fanno parte, un eroe civile come Salman Rushdie, che ha passato la vita a nascondersi dai sicari di Khomeini, in futuro potrebbe farsi venti anni di carcere. Non parliamo dei disegnatori danesi delle famose vignette su Maometto. Ecco quindi cosa ci attende a Ginevra al convegno cosiddetto "Durban II": tra le altre insidie questa non è affatto da sottovalutare. Naturalmente tutte queste minacce si nascondono dietro l´apparente scopo di non seminare, anzi predicare, l´odio in relazione alle religioni. E uno sprovveduto potrebbe anche ingenuamente credere che i pakistani volessero
intendere "tutte le religioni". Guarda caso però nella risoluzione del Pakistan non c´è neanche un piccolo riferimento ai veri predicatori d´odio, in genere anti ebraico, che ha diritto di entrata persino nei libri di scuola, in Siria, come in Egitto, nei territori palestinesi come in Arabia Saudita. Per tacere dell´Iran. Niente di tutto ciò: i riferimenti in materia sono tutti dedicati all´Islam e al tentativo diffamatorio di accostarla al terrorismo dopo l´11 settembre. Insomma censura e vittimismo si tengono. Perciò guai a chi oserà usare d´ora in poi l´espressione "terrorismo islamico".
Esistono quindi per la conferenza Durban II anche altri motivi per boicottarla. E di questo si è parlato ieri in un'aula del Senato in cui si è tenuto un convegno in materia, alla presenza del ministro degli Esteri Frattini, il primo e sinora l´unico ad accodarsi agli Usa di Obama nel boicottare la conferenza in questione, sotto il coordinamento della deputata del Pdl Fiamma Nirenstein, una delle più grandi amiche di Israele a sedere nel Parlamento italiano. Per il Pd, nello stesso intergruppo di "amici di Israele", c´era invece l´ex sottosegretario agli Esteri Gianni Vernetti, un ex Margherita.
Ieri però, l´incontro diplomatico più importante, in vista di Durban II dove parteciperanno il Vaticano e la Francia ma non l´Italia o gli Usa, è stata la visita dei rabbini più rappresentativi dello stato ebraico a Papa Benedetto XVI.
In vista di Durban II hanno chiesto che il Vaticano, visto che non può fare a meno di partecipare, almeno tenga gli occhi aperti e contrasti tutte queste iniziative assurde dei paesi arabo-islamici che tendono a metter in difficoltà diplomatiche Israele, censurando al contempo qualsivoglia critica ai regimi dittatoriali del Medio Oriente e dell´Africa del Nord, con il pretesto dell´
"islamofobia".
A guidare la delegazione ricevuta in Vaticano il rabbino capo di Haifa, Shear-Yashuv Cohen, il quale ha dichiarato: "Permettetemi di ricordare la profonda preoccupazione per il carattere chiaramente antisemita del testo proposto per la United Nations Durban Review Conference, che oltre ad ignorare completamente il significato e la lezione della Shoah, punta il dito contro lo Stato d'Israele con critiche pregiudiziali, ignorando volontariamente allo stesso tempo i veri colpevoli di discriminazione istituzionalizzata di religioni come l´ebraismo e di violazione dei diritti umani''.
Chi, nei paesi arabo-islamici, ha orecchie per intendere e per rompere questo tragico conformismo lo faccia prima che sia troppo tardi: l´islamofobia non esiste, o è veramente poca cosa rispetto all´antisemitismo dei testi scolastici di hamas o di hezbollah per non parlare degli "statement" di capi di stato come Mahmoud Ahmadinejad. Se ciò si fa finta di non capirlo sarà molto meglio che Durban resti conosciuto ai più come una marca di dentifricio.


Durban 2 - Il Ministro Frattini: “Non si può negoziare su tutto”

di Lucilla Efrati, www.moked.it

“Ero andata per seguire una conferenza contro il razzismo nel mondo, e invece ho sentito parlare di Israele come di un orribile disgustoso Stato di apartheid, violatore di tutti i diritti umani, ho visto inseguire ragazzi con la kippà e gli ebrei incapaci di prendere la parola. Ho visto Mugabe e Fidel Castro prendere la parola in difesa dei diritti umani”.
A parlare è Fiamma Nirenstein, vicepresidente Commissione Affari Esteri della Camera, giornalista e scrittrice, mentre ricorda gli eventi accaduti a Durban nel 2001, a margine del convegno “Durban 2: una conferenza antisemita contro la democrazia” che si è svolto nella sala Capitolare del Senato della Repubblica in piazza della Minerva a Roma organizzato all’Associazione parlamentare di amicizia Italia-Israele e in particolar modo dall’onorevole Fiamma Nirenstein.

Onorevole Nirenstein, l’abbiamo vista nel corso degli anni battersi per lo Stato di Israele come giornalista, quanto è cambiata la situazione ora che può farlo come parlamentare?
Seguito a scrivere, ci tengo immensamente, la parola scritta è la mia vita. Alla Camera porto tutte le mie passioni, i miei interessi. Ho un’autentica passione soprattutto per la questione dei diritti umani, perché ho visto un rovesciamento fra aggressore e aggredito. Quindi essendo vicepresidente della Commissione esteri alla Camera dei Deputati ho uno spazio per occuparmi di tante cose, dal Tibet al Darfur. C’è tutto un ambito di cose che penso che debbano essere rimesse sulle gambe. Magari le ONG (Organizzazioni non governative) potessero davvero difendere i diritti umani…

Che cosa si aspetta che accada in seguito al gesto italiano di non partecipare alla conferenza di Ginevra?
Mi aspetto che l’ONU prenda una posizione decisa. L’Italia non è la sola ad aver ritirato la propria adesione, lo hanno fatto anche gli USA, il Canada e Israele e vi sono molti altri Stati che hanno espresso il proprio dissenso per il documento in 251 punti dove si parla in termini espliciti solo del Medio Oriente e in termini terribili dello Stato di Israele.

Per quale motivo l’ONU non ha finora preso una posizione contro di ciò?
Perché nel suo ambito vi è un forte numero di Paesi islamici e di Paesi non allineati che costituiscono un forte blocco.
Il conflitto israelo-palestinese è sfociato ancora una volta nell’antisemitismo, siamo ad un punto tale che dobbiamo rimettere le cose a posto.

Fra i relatori intervenuti in sala oltre a Fiamma Nirenstein, il ministro degli Affari esteri Franco Frattini, Piero Ostellino, editorialista del Corriere della Sera, il professor Gerald Steinberg, del Centro di monitoraggio delle Ong per i diritti umani (www.ngo-monitor.com) dell’Università di Bar-Ilan e l’onorevole Gianni Vernetti, vicepresidente dell’Associazione parlamentare di amicizia Italia-Israele.
L’onorevole Enrico Pianetta, presidente dell’Associazione parlamentare di amicizia Italia-Israele ha fatto gli onori di casa sottolineando che questa è la quarta iniziativa di questa associazione, che ha già organizzato nel passato recente un viaggio in terra israeliana con 24 parlamentari e una manifestazione di fronte a Montecitorio in difesa dello Stato di Israele alla fine di gennaio.
“Mille volte grazie per la linea adottata su Durban II: spero che l’Europa segua la strada aperta da Roma” ha detto l’ambasciatore israeliano a Roma Gideon Meir seduto fra il pubblico in sala e chiamato a intervenire. “In questo modo - ha aggiunto il diplomatico israeliano rivolgendosi al ministro Frattini - l’Italia ha rinnovato la sua tradizione democratica” in un occidente dove purtroppo sono ancora “in molti” a negare allo Stato di Israele il suo diritto all’esistenza”.
“Non si può negoziare su tutto, non sui diritti fondamentali” ha detto in uno dei passaggi del suo discorso il ministro Frattini che, nel ricostruire temporalmente gli atti preparatori del documento in 251 punti che verrà presentato a Ginevra, ha anche spiegato per quale motivo l’Italia ha deciso di non aderire. “Io sono il capo della diplomazia italiana, ha affermato, ma la diplomazia a volte si deve arrestare” e riferendosi al documento che verrà presentato a Ginevra ha spiegato “lo riteniamo inemendabile: può essere solo sostituito con un testo più snello, 15 o 20 paragrafi, che contenga principi chiari per la lotta al razzismo”. Il titolare della Farnesina ha osservato che quelle “frasi inaccettabili e antisemite” contenute nella bozza attuale “getterebbero discredito anche sulla credibilità dell’Onu”.
“Questa battaglia di libertà - ha detto Frattini ribadendo la decisione dell’Italia di boicottare la conferenza - la facciamo condividendo anche le speranze del popolo israeliano, ma la facciamo in primo luogo in nome di diritti assoluti: se cediamo oggi su questo, domani negozieremo ad esempio sui diritti delle donne violentate e dopodomani sul traffico dei bambini…”. “L’Italia non partecipa a questo gioco. Noi - ha concluso il ministro degli Esteri - non ci siamo adeguati a questa tolleranza silenziosa”
Il punto di vista del Ministro Franco Frattini è stato condiviso da tutti i relatori intervenuti alla conferenza e in particolar modo dall’editorialista del Corriere della Sera Piero Ostellino che nel riprendere alcuni passi dal discorso del Ministro Frattini ha posto questa domanda: perché i nostri principi non sono negoziabili?
Ostellino ritiene che ci siano due aspetti del problema: una questione di merito e una questione di metodo. “Sotto il profilo del merito, ha detto Ostellino, quando compare l’antisemitismo, è l’anticamera del totalitarismo e un pericolo per l’umanità intera”.
Quale possibilità c’era di fronte al documento che si preparava di cedere a un compromesso? Si è domandato “Quando una religione diventa un programma politico come nel caso dell’islam il compromesso è ancora più difficile”, ha osservato amaramente Ostellino, che ha poi rilevato come sotto il profilo del metodo l’Italia ha fatto bene a decidere di non andare a Ginevra perché è in discussione la nostra libertà e la nostra stessa vita. “Noi non possiamo andare, ha concluso Ostellino, perché siamo eredi della nostra tradizione. Nei nostri Paesi ci sono democrazie che non mettono in discussione i diritti fondamentali. Le mie ragioni sono quelle di un filosofo politico che fra coloro i quali mettono in discussione i nostri diritti e non solo il diritto dello Stato di Israele a esistere noi rispondiamo che non ci andiamo”.
Di razzismo alla rovescia hanno parlato Gianni Vernetti e Fiamma Nirenstein che, oltre a ricordare i clamorosi eventi accaduti durante la Conferenza di Durban 1, ha espresso alcune considerazioni su quanto sia difficile difendere lo Stato di Israele e sul fatto che gli episodi antisemiti sono aumentati del 300%. “Vi è un enorme riacutizzarsi dell’antisemitismo, ha osservato la Nirenstein, al Consiglio d’Europa i miei colleghi hanno espresso opinioni terribili su Israele. Israele è al centro di un errore colossale. L’Italia ha alzato una bandiera universale nel difendere Israele… Quando diciamo "Never Again" ci riferiamo soprattutto a questo”.

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bernd , la spezia
 mercoledì 25 marzo 2009  20:18:40

grazie fiamma,io come tedesco mi sento fiero di una ersona come lei.durban 2 una vergogna... ma non c'è abbastanza spazio x dire tutto ch evorrei dire



Ester , Morbio Superiore - Svizzera
 lunedì 23 marzo 2009  20:24:16

Non avevo mai capito veramente mio padre Gigi che era così fiero di essere italiano. Oggi l'ho capito e sono grata di fare parte di questa Nazione che ama con sincerità, e lealtà, Israele. Come Mediterranei è più che naturale... Toda Raba ve Shalom, Ester.



matteodigiovanni , Gerusalemme
 sabato 14 marzo 2009  18:22:45

OTTIMO! FIAMMA 6 SEMPRE GRANDE!



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