ATTESO ANCHE IL RIMPATRIO DELLE SPOGLIE DI TRE SOLDATI UCCISI Israele scende a patti con Hezbollah Libera 400 prigionieri in cambio di un civile rap ito
lunedì 10 novembre 2003 La Stampa 0 commenti
Fiamma Nirenstein
GERUSALEMME
Gli attori della tragedia greca che ieri si è svolta alla Knesset, il
parlamento israeliano, sono molte famiglie disperate e un gruppo di
politici
incerti. L'affare, più di quattrocento prigionieri contro un civile
vivo e
tre soldati uccisi. Sullo sfondo, un famoso pilota rapito. Il
burattinaio
non era a Gerusalemme, ma in Libano: si tratta di Hassan Nasrallah,
il capo
degli Hezbollah, la milizia terrorista sciita che ha costretto il
governo
Sharon a votare per la liberazione di una folla di prigionieri
palestinesi,
libanesi, sudanesi, marocchini, giordani, libici, in cambio non di
eroi
vivi, rapiti durante una missione, ma di un personaggio addirittura
in odore
di loschi affari, e di tre soldati, essi sì in missione, ma di cui
probabilmente restano solo le spoglie.
Il voto del governo ha riflettuto l'angoscia della decisione: 12 sì
contro
11 no, alcuni dei sì strappati all'ultimo momento, come quello di
Bibi
Netanyahu, altri estratti a forza (« altrimenti te ne vai dal
governo» ) come
quello del ministro della Difesa Shaul Mofaz. « Ogni cosa deve avere
un suo
giusto prezzo» , ha dichiarato il ministro Nathan Sharansky per
spiegare il
suo « no» : « Quando ero in carcere in Unione Sovietica mi dissero che
se
avessi dichiarato di essere una spia ebrea della Cia avrei ottenuto
la
libertà : preferii restare in carcere per nove anni» . « Sharon sa
benissimo -
dice la commentatrice politica del “ Jerusalem Post” Caroline Glick -
che da
ora in avanti Nasrallah risplenderà più ancora come esempio di utile
uso
della violenza presso tutto il mondo arabo. Gli sciiti Hezbollah, al
soldo
dell'Iran e della Siria, sono responsabili dei più atroci atti di
terrorismo, non hanno mai pagato, adesso Nasrallah sarà un Saladino.
In
secondo luogo, l'arma del rapimento diventerà molto popolare: se un
uomo
d’ affari di dubbia fama e tre morti si pagano con quattrocento
prigionieri,
cosa si può chiedere se si rapisce una coppia in viaggio di nozze in
Italia,
o un bambino al giardino?» .
Sharon, che ha incontrato ripetutamente tutti i protagonisti e ha
seguito
personalmente tutti i movimenti dei mediatori tedeschi, si è attenuto
al
principio di salvaguardia della vita dei cittadini in mano nemica
sfidando
anche un'opinione pubblica incredula e divisa. Per soddisfare le
aspettative
di chi vuole rivedere a casa il suo caro e riavere i propri figli
vivi o
morti, è passato anche sopra il grande mito nazionale di Ron Arad, il
pilota
catturato dagli Hezbollah diciassette anni fa e poi venduto agli
iraniani.
Nello scambio infatti sono compresi anche Mustafa Dirani e Mustafa
Obeid,
due leader profondamente implicati nella vicenda di Ron Arad, e di
fatto
l'unica moneta di scambio nell'esile speranza di vederlo tornare
dalla
moglie e da una bambina che aveva un anno quando il padre sparì , e
che oggi
dice: « Adesso che Dirani e Obeid vengono ceduti, non c'è nessuna
ragione che
gli iraniani lascino libero mio padre, che io non ho mai visto. Siamo
stati
abbandonati» .
La storia è carica di tutte le tragedie di Israele, che
improvvisamente si
sono messe a cozzare fra di loro fra fiumi di lacrime e di
discriminazioni:
da una parte ieri mattina mentre i ministri entravano in riunione, al
freddo
stazionavano con magliette di cotone bianche su cui campeggiavano
scritte
blu, due gruppi di persone straziate, l'uno contro l'altro. Da una
parte il
gruppo che alla fine è risultato vincente, quello della famiglia di
Elhanan
Tannenbaum, il cinquantenne uomo d'affari rapito tre anni fa. Bella
presenza, foto che lo mostrano sempre con gli occhiali scuri e in
atteggiamento troppo disinvolto, non è popolare in Israele, ma è
l'unica
persona viva in mano degli Hezbollah. Dei tre soldati Adi Avitan,
Benny
Avraham, Omar Suwad, di nemmeno vent'anni catturati dagli uomini di
Nasrallah sul confine del Libano nell'ottobre del 2000, si aspettano
solo i
corpi. Ma Sharon vuole mettere fine all'agonia delle madri, dei padri
e dei
fratelli. « Felici? Come si può esserlo? Adesso comincia un'altra
tragica
attesa» , ha detto il padre di Benny Avraham.
Sia Meir Dagan, il capo del Mossad, che Avi Dichter, capo dello
Shabbach, i
servizi dell'interno, hanno dato parere contrario all'accordo; però ,
per
consolazione di Sharon, il capo di Stato maggiore Moshe Yaalon è
favorevole.
E' sorto tuttavia un ostacolo che può distruggere tutto: Nasrallah ha
aggiunto alla lista il nome di Samir Al Kuntar, autore di una strage
che nel
1979 lasciò sul terreno due bambine e il padre della famiglia Aran a
Naharia: il suo commando uccise marito e un bambina di fronte agli
occhi
della madre. L'altra creatura era soffocata, fra le braccia della
mamma che
cercava di tenerla zitta, in un nascondiglio mentre gli Hezbollah li
cercavano. Sharon ha detto che Al Kuntar non verrà liberato, ma in un
tripudio di gloria, ieri la televisione degli Hezbollah « Al Manar» ne
intervistava il fratello, e ne dava per sicura la restituzione.