Assalti a scuola e violenze diffuse. Siamo ai pogrom

Il Giornale, 18 settembre 2025
L’atmosfera è marcia, ormai siamo a espulsioni dal Politecnico di Torino, botte a Pisa, assalti ai turisti, chiusura di spazi sportivi e artistici, scioperi, mentre l’Unione Europea sanziona Israele sul copione virtuoso del pacifismo e modella la difesa di Hamas nei panni dell’innocente “popolo palestinese”; e l’ONU scodella di nuovo la sua migliore invenzione nella serqua infinita delle condanne a Israele, quella della parola “genocida”, la peggiore del mondo. Attenzione, l’incitamento a colpire gli ebrei è chiaro: siamo al limite del pogrom. Il proscenio innocente è fatto di carta e schermi, di giornalisti colti che si spostano in massa quasi senza accorgersene da essere consapevoli testimoni di una storia in cui per 75 anni Israele è stata oggetto di una jihad spietata, con la seconda Intifada, seguita agli accordi Oslo, con più di mille morti sugli autobus e in pizzeria, le mille profferte rifiutate, il terrorismo enorme dopo la liberazione di Gaza.
Sfuggono a menti educate due concetti piani: il primo, Hamas non può restare al dominio di Gaza, perché ne va della vita; e non può essere battuta se non con una guerra in cui un esercito senza divisa è mescolato con le case, con le camere dei bambini e gli ospedali. Solo sul terreno si può batterlo, o morire. Vedere il popolo spostarsi in frotte è dura, ma serve a dividerlo da Hamas, che deve essere cacciato, strada obbligata per raggiungere l’obiettivo che perfino la Lega Araba ha indicato. È lunga, costa già 1000 soldati uccisi, 20mila feriti! Ma solo così si può combattere e vincere. Ma il punto è qui: in anni di lavoro e con miliardi di dollari Iran e Hamas hanno costruito gallerie e missili, ma l’idea che la vittoria di Israele vada ostacolata dalla gente perbene. Israele con la campagna sulla fame, i morti, i bambini, gli ospedali colpiti è diventata un paria, un ebreo errante.
L’antisemitismo classico, blood libel, dominio, e quella di “fascismo” riferite a un governo certo non più a destra di quello Italiano o di molti altri governi europei si accompagnano a bestialità storiche come colonialismo, illegalità, razzismo, occupazione. Il messaggio basilare: Israele è indegno di vivere. Venga, invece, lo Stato palestinese, che importa se opprime, con la sharia, gay, donne, bambini, democrazia. Se compie stragi orribili, stupri, rapimenti. Importante che sia il contrario di Israele dove arabi, drusi, circassi, beduini, tutti hanno gli stessi diritti degli ebrei. E si combatte per la sopravvivenza, non per la jihad islamica. È facile, è vero: negarlo è un suicidio morale e anche fisico dell’Europa intera.