Arrivederci a Peres presidente di pace. Inizia l'era di Rivlin
Il Giornale, 25 luglio 2014
Arrivederci Shimon Peres, grande propulsore della pace sempre in tempo di guerra, ragazzo e anche monumento di 91 anni, che ieri è uscito dal modesto palazzo gerusalemitano del Presidente della Repubblica concludendo il settennato. Il discorso di addio alla Knesset, aulico, alto, era pieno di echi della guerra che assedia le mura della Knesset, tutto il contrario di ciò che egli avrebbe voluto. Perchè mai, ha chiesto quasi costretto, mentre disegnava in modo elegante, classico, la sua vita e la sua visione del mondo di sionista socialista, perchè, ha detto come un bambino che d'improvviso veda crollare la sua torre di dadi colorati, ci sparano da Gaza, quando l'abbiamo sgomberata fino all'ultimo israeliano, fino all'ultimo soldato, perchè ci odiano? Con tanto lavoro, pure a questo Peres non ha trovato risposta.
Alla Knesset, durante la cerimonia quieta mentre fuori tuonano i cannoni, Peres ha dato il suo benvenuto a Reuven Rivlin, il nuovo presidente. Ha riempito la sala dei suoi ricordi di ragazzino bielorusso di 11 anni, quando nel kibbitz socialista Alumot era un pastore. Là si formò la sua fedeltà a quella terra arida, a farla fiorire, a difenderla dall'aggressione araba. Peres ha parlato del miracolo di costruire la forza, la cultura, la tradizione di un Paese nuovo dopo la Shoah uno sforzo sovrumano.
Peres ha vissuto tutte le avventure possibili di Israele, diventando un simbolo universale di pace. Ma è anche l'uomo che ha organizzato per Ben Gurion la costruzione dell'impianto di Dimona, che ha diretto il ministero della Difesa, che ha promosso le migliori tecnologie; l'uomo che ieri ha attaccato il Consiglio per i diritti umani chiedendogli come si fa a sostenere i "diritti degli assassini" contro quelli "di noi che vogliamo soltanto sopravvivere". Peres ha coperto tutti i compiti possibili, ministro, primo ministro, presidente. Il suo sforzo di promuovere il processo di pace a tutti i costi, il suo Nobel per la Pace insieme a Rabin ma anche a Arafat sono sembrati a volte uno sberleffo della storia.
Ma Peres, spesso in contrasto col suo Primo Ministro Netanyahu, gli ha fornito un magnifico ambasciatore di Israele da vero patriota. Ieri ha detto che adesso resta un "semplice cittadino" "innamorato di Israele". Alla seconda definizione possiamo credere, la prima non è vera. Sentiremo ancora parlare di lui, persino a questa età.
grande Peres!!!
Silvio Riva , MILANO - ITALIA
Cara Fiamma, Peres è certamente una BELLA persona, prima ancora di essere una GRANDE persona. Fatiche e travagli, comuni a molti ebrei (come tuo padre) lo hanno forgiato.Una volta tanto, un premio Nobel per la pace pienamente meritato.Quanto ad Arafat......Forse il premio era di "incoraggiamento", come per Obama.....