Arrestati gli assassini del giovane palestinese
Il Giornale, 07 luglio 2014
"Non è possibile": queste parole stupefatte sono state da ieri pomeriggio il leitmotiv del senso comune israeliano. La peggiore delle ipotesi si è avverata. Il diciassettenne palestinese rapito e ucciso, Mohammed Abu Khdeir, sembra sia stato veramente ucciso da un gruppo di estremisti criminali israeliani. Si tratta di sei persone di varia età arrestate ieri di cui cinque confermati, forse in parte appartenenti alla stessa famiglia nella zona di Gerusalemme, nè coloni nè religiosi, si dice, ma semplicemente un gruppo di esaltati ignoranti e razzisti, con precedenti criminali.
Nessun rabbino nè organizzazione cahanista (quella del rabbino Cahane,che fu espulso col suo partito razzista dal parlamento israeliano) sembra aver organizzato la spedizione assassina. Il gruppo che è stato scoperto soprattutto tramite le macchine da presa che da Shuafat- Beit Hanina, cinque minuti di macchina da Gerusalemme, hanno identificato l'auto sulla quale era salito Mohammed. Sembrerebbe (ma ancora le notizie sono incerte) che si tratti di un gruppetto autonomo, che quando sono stati ritrovati i tre ragazzi israeliani uccisi, dopo ore di urla "morte agli arabi" in una manifestazione in Piazza Sion, ha deciso di fare la sua disgustosa bravata.
E' andata a Shuafat, ha caricato il primo che gli è capitato e ha infierito fino a bruciarlo vivo. E' stato facile alla fine trovarli, perchè non hanno fatto nessuna delle cose che gli assassini normalmente fanno, tipo lasciare a casa i telefono, o evitare di farsi notare.La polizia israeliana li ha cercati strenuamente, li ha trovati e portati (se sono loro) in prigione. I giudici adesso faranno il loro lavoro, l'opinione pubblica è orripilata e incredula: questo non ha a che fare con l'ebraismo nè con Israele, ripetono tutti. Ma l'Italia ha avuto le sue Brigate Rosse, la Germania la sua Rote Arme Fraction, gli USA il Ku Klux Klan e questo non ha cambiato il carattere nazionale:minoranze criminali da chiudere in galera.
Ma niente del genere è avvenuto nell'Autonomia Palestinese: gli assassini dei tre teenagers sono ancora liberi e osannati da molti,e appartengono a Hamas, un'organizzazione parte del governo, armata, sovrana, che da Gaza lancia missili a catena. L'assassinio di Mohammad ha rovesciato il moto di simpatia per Israele dopo il rapimento e l'uccisione dei suoi ragazzi. Adesso, Abu Mazen sembra dire: siamo pari, e alimenta l'idea errata del "ciclo della violenza", una consumata chiave della propaganda palestinese. Ieri Abu Mazen ha inviato una lettera a Ban Ki-Moon che sostiene che gli assassini sono un gruppo di "coloni estremisti" sollevando così fra le righe il tema dei territori, ha chiesto di chiamarli "organizzazioni terroristiche" chiedendo che "si indaghi contro i crimini e le violazioni contro il popolo palestinese".
Abu Mazen si riferisce alle operazioni di ricerca dei tre rapiti nella zona di Hevron in cui hanno avuto luogo scontri e ci sono stati anche quattro morti. Incidenti involontario, ma Abu Mazen ha l'opportunità di paragonare Hamas ai "coloni". Si è anche indotta una enorme confusione fra le operazioni di ricerca, chiamate senza ragione di rappresaglia, e l'eliminazione a Gaza dei lanciamissili di Hamas. Due cose diverse. I missili seguitano a piovere sul sud d'Israele rendendo impossibile la vita dei cittadini e l'esercito cerca di fermarli.Il governo al momento, compie il minimo (Netanyahu è deciso a tenere una linea moderata finchè sia possibile) delle azioni di contenimento.
Ma l'eco di Gaza e quello delle vicende di Gerusalemme si sommano nelle strade in cui i giovani palestinesi gridano "Intifada Intifada".lanciano pietre e bottiglie molotov. L''impressione della vicenda è così forte da oscurare l'arresto, sempre ieri, del guidatore di taxi arabo Hussein Khalifa, sospettato di un terribile delitto antisraeliano, quellodella 19enne Shelly Dadon, colpevole di aver preso due mesi fa il taxi per andare a un colloquio di lavoro. Khalifa l'ha pugnalata a morte.
Cara Fiamma, è certamente molto triste scoprire che anche nel proprio popolo esistono terroristi delinquenti (diabolici, come scritto in altro commento), con propensione a vendette feroci e assurde (come se le atroci sofferenze inflitte ad un malcapitato ragazzo arabo potessero compensare quelle subite dai tre ragazzi): purtroppo gli esseri umani di tutti i Paesi del mondo possono essere tentati a fare il male, e quindi.....Oltre al dolore per questi morti, c'è in più la preoccupazione per una "escalation" di vendette incrociate, ed il già paventato sentore di una nuova "intifada".Temo che nemmeno l'intervento delle "grandi potenze" nell'area riuscirebbe a neutralizzare i seminatori di odio e violenza, e che continuerà, fra alti e bassi, questa infelice situazione che dura da decenni.Che Dio aiuti Israele e gli uomini di buona volontà di ogni Paese.
filippo fiorentini , siena/italia
Shalom Fiamma, sappi che mio figlio quattordicenne si trova adesso in isaele nel neghev con un programma che si intitola I Speak Israel,vedi cosa scrive,forse un giorno diventerà bravo come te!http://ispeakisrael.blogspot.it/2014/06/il-problema-dimmagine-dello-stato.html