Armare i ribelli è una follia
Il Giornale, 29 giugno 2013
Ancora non si sa con certezza se le vittime dell’esecuzione mostruosa cui ci tocca assistere su YouTube siano frati francescani oppure no. Pare che la notizia, smentita dal Custode di Terra Santa Pierbattista Pizzaballa nasca da una sovrapposizione con un’altra brutta notizia: Halim Noujaim, ministro regionale della Chiesa, aveva infatti comunicato che il giorno prima un gruppo di ribelli era entrato nel convento di Ghassaniye che avevano distrutto dopo averlo razziato, e dopo, secondo il comunicato, aver ucciso un eremita cattolico, padre Francois. Come consolazione ci dicono che il corpo di padre Francois è integro, e degli altri non si sa. Se siano frati non è dunque certo, di sicuro ipotesi della Custodia di Terra Franca che il video sia fatto per terrorizzare i cristiani non è peregrina: certo, di nuovo gente innocente macellata in nome di Allah, stavolta perché erano al “ soldo del regime”, nell’agenda di uno di loro compariva il numero di un militare dell’esercito siriano. I tre erano anche accusati, dice il comunicato, di avere fornito armi a Bashar Assad. Per nove minuti abbiamo modo, guardando l’inguardabile, di prendere nota del fatto che: il miliziano “ribelle”, l’assassino, parla con accento ceceno. I ribelli fanno ormai parte di brigate internazionali, proprio come la parte avversa che conta iraniani e Hezbollah.
Di video mostruosi ne abbiamo visti già parecchi. Gli assassini sono di origini, dialetti, sfumature di credo diversi ma l’abisso sussiste fra sunniti e sciiti. Le imprese jihadiste che realizzano, le stragi sono fanatiche e crudeli, anche se Assad ha di gran lunga battuto il nemico facendo centomila morti. Ma tagliare le teste è una grande sciccheria jihadista anche sunnita, una specie di citazione dei testi sacri (stiamo parlando dell’interpretazione delle forze estreme naturalmente): Daniel Pearl nel 2002 è forse il caso più famoso, con Nick Berg decapitato personalmente da Al Zarqawi, con il tunisino apostata del 2012, il polacco del 2009... e tanti altri, purtroppo. L’esecuzione jihadista è sempre legata all’identità primaria, vera o presunta. Pearl, era ebreo, come Berg, altri sono infedeli, apostati, cristiani, o imperialisti... Cioè, un cuscinetto di innocenti disgraziati che per religione di religione o origine geografica si trovano sballottati fra le due larghe fazioni che adesso ci stanno abituando alla nuova fase mediorientale. In Siria e nel resto del Medio Oriente contaminato dalla sua guerra (prima di tutto il Libano, ormai straziato) lo si vede bene: sono i sunniti (maggiori in numero e in potere economico,in parte affascinati dalla sirena di Al Qaeda) e gli sciiti (in parte molto poveri, miseri del mondo musulmano, guidati dall’Iran e armati dagli Hezbollah).
Ma la parte estrema della rivolta siriana è stata come offuscata, obliterata, dalla fantasia mal risolta di Obama e anche dell’Europa di porre fine alla crudeltà di Assad con le nostre armi. Ma è quasi impossibile, e oggi un po’ più di ieri: fa retrocedere la corsa alle armi la crescita di al Nusra, organizzazione che probabilmente ha anche compiuto questo eccidio bestiale, la sua influenza sui gruppi moderati (contro il generale Albtaish, defezionato dall’esercito alawita, impegnato a convertire al Nusra e a catturare il consenso di Obama con le sue armi) con questo ultimo episodio e con un attacco suicida a Damasco. Chi può aiutare ragionevolmente dei tagliatori di teste? Se si guarda all’appello del famoso sceicco sunnita Yussef al Qaradawi, si legge nelle sue parole un accanimento che fa da pendant a quello degli hezbollah dall’altra parte. Anche i sunniti vogliono il loro esercito internazionale. Ha detto al Qaradawi: ogni mussulmano che sa combattere deve andare a sostenere i ribelli siriani. I leader del partito di Satana (stavolta l’Iran e gli hezbollah, non la solita America) sono in Siria per combattere i sunniti, ma li batteremo. I preferiti di Qaradawi sono certamente il fronte Jabat al Nusra, il più estremo dei gruppi anti Assad, e chi viene a combattere con loro trova un tappeto rosso. Di sangue, ma rosso: benvenuti alla mattanza, con armi, training, studi alla moschea da campo. Il povero esercito siriano libero (ESL) condanna le decapitazioni dicendo che quei gruppi estremisti non hanno niente a che fare con la religione musulmana e col popolo siriano. Ma anche Obama e perfino gli europei che si muovono solo per linee e ideologiche sanno che la parte più violenta dei ribelli in seguito ai bestiali stermini di Assad, è diventati sempre più forte.
La scommessa sui sunniti riserva sorprese: pensiamo al minuscolo villaggio sciita egiziano di Zawiyat Abu Muslim. Gli sciiti sono meno dell’uno per cento della popolazione egiziana. Non danno noia a nessuno. Eppure una folla di 3000 sunniti ha attaccato in paesani riuniti, cinque case di sciiti sono state date alle fiamme, sono state esplode bombe al petrolio, quattro persone sono state uccise, tanti feriti gravi. Ricorda gli attacchi alle chiese copte, ma stavolta l’accusa era di aver insultato Maometto. Ogni giorno fazioni avverse in tutto il Medio Oriente, ci mostreranno spettacoli di crudeltà inaudita. Ma primi, vengono gli occidentali: cristiani, ebrei, imperialisti.. Niente armi dunque, per favore. Piuttosto, fermiamoli. Tutti e due.