ANCORA UN GIORNO DI COMBATTIMENTI NEL CAMPO PROFUGHI DI JABALIYA La guerra dei razzi minaccia il ritiro da Gaza L’ esercito a caccia dei rudimental i ma micidiali missili che colpiscono le città israeliane in una fascia di sette chilometri
sabato 2 ottobre 2004 La Stampa 0 commenti
GERUSALEMME
NELLA guerra fra Israele e i palestinesi è in corso una rivoluzione
strategica. Fino a qualche giorno fa, l’ Intifada aveva subito un grosso
rallentamento, gli attentati terroristi suicidi sono diminuiti
verticalmente, Hamas è stato decimato. Sharon aveva come principale ostacolo
rispetto al programmato sgombero degli insediamenti sopratutto l’ opinione
pubblica di destra. Ma nella ultime settimane quella che era una strategia
di attacco palestinese che non destava soverchia preoccupazione, è diventata
la via principale, da parte di Hamas e delle altre organizzazioni, di
mostrare la loro combattività e anche di competere per la supremazia post
sgombero: si tratta della pioggia dei missili Kassam da Gaza, che si è
intensificata fino a provocare il panico in porzioni della popolazione
israeliana dentro e fuori la Linea Verde, e fino a disegnare una guerra
nuova, quella che viene non più a piedi con la cintura di dinamite, ma dal
cielo con una carica esplosiva.
Non fa altrettanti morti, ma è sudola perchè entra dal tetto nelle case
della gente che guarda la tv seduta sul divano (così è stata uccisa una
ragazza una settimana fa), sfascia e uccide, non richiede molta spesa nè
organizzazione, è quasi introvabile a chi non conosce i nascondigli fra i
vicoli dei campi profughi e dei villaggi palestinesi. Ieri la tv ha mostrato
un gruppo di palestinesi che trasportava dei Kassam dentro un auto che sul
tetto aveva la scritta « Onu» . E’ un’ arma vecchia e arruginita che crea
ferite capaci di cambiare lo stato d’ animo e il ritmo dello scontro.
Nove chilometri sono la massima profondità di lancio di un missile Kassam,
almeno del tipo più diffuso, quello in uso nel nord di Gaza, nel campo
profughi di Jabaliya e altri agglomerati palestinesi come Beit Hanuna. E
proprio nove chilometri è larga, da ieri sera, l’ occupazione israeliana nel
tratto fra Jabaliya e il confine segnato dalla Linea Verde a Nord di Gaza in
direzione Sderot. Nove chilometri conquistati con una lunga scia di sangue e
di disperazione, con decine di morti fra i palestinesi che avevano preparato
la zona con cariche esplosive e popolazione all’ erta casa dopo casa.
Se i Kassam arretreranno, si può immaginare che l’ occupazione si allargherà .
Per ora ne sono state scoperte 12 postazioni; sono nascosti nei
retrobottega, nei giardini, sotto un letto, nel campo, perchè la rampa del
missile Kassam, che non consente una mira accurata, ha il migliore
vantaggio: quello della leggerezza; e poi quella della semplicità che ne
consente la riproduzione in loco; dell’ immediata messa in opera con
sparizione successiva. Un Kassam può cadere dappertutto, può portare morte
dappertutto, può suscitare, come i palestinesi hanno imparato bene dagli
Hezbollah che usano le Katiushe da dentro il Libano sul nord d’ Israele,
panico e depressione pari a quello degli attacchi terroristi, anche se fanno
meno morti. La gente guarda il cielo in continuazione, come per un tic,
racconta un cittadino di Sderot, e anche in casa si è in pericolo. Sharon
sente che se non riesce a battere questo fenomeno, corre un rischio
strategico anche il piano di fuoriuscita da Gaza. Se infatti Hamas, che usa
i Kassam, riesce a creare una situazione di panico fra gli israeliani dentro
e fuori la Striscia, per il Primo Ministro, già sotto tiro da destra,
diventa quasi impossibile giustificare un’ uscita da Gaza e lo sgombero dei
coloni che dicono: « Vedi, da Gaza si può bombardare non solo i nostri
insediamenti, ma anche Sderot, e domani, quando noi e l’ esercito non saremo
più qui, anche Ashdod e Ashkelon» .
Dal momento dell’ attacco di giovedì a Sderot, dopo l’ uccisione dei piccoli
Dorit Aniso e Yval Abebeh, due cugini di due e quattro anni color cioccolata
che giocavano con altri bimbi feriti a decine alla vigilia della festa delle
Capanne, e dopo che erano stati uccisi a Gaza cinque soldati e una ragazza
che faceva il jogging, è scattata l’ operazione che secondo il governo
israliano è destinata a recuperare la dimensione strategica precedente
all’ offensiva delle bombe dal cielo, « Giorni del pentimento» . E’
un’ offensiva molto dura, i morti palestinesi si contano a più di trenta, i
soldati hanno l’ ordine di frugare bene e di trovare i Kassam e gli addetti
ai Kassam, e come al solito la popolazione civile che è retrovia e
avanguardia delle organizzazioni palestinesi, ci va di mezzo.
E’ difficile prevedere quale effetto possa fare sull’ opinione pubblica
internazionale la richiesta di Arafat all’ Onu e all’ Europa di intervenire;
l’ esercito cercherà di uscire dalla palude di Gaza, e forse l’ operazione
sarà quindi più superficiale e di breve durate di Muro di Difesa, che scattò
dopo la strage di Natania nel marzo 2002 e riportò l’ esercito in
Cisgiordania. Inoltre, può darsi che i risultati siano più rapidi perchè la
popolazione palestinese dà segni di ribellione contro i padroni del
kassam:per esempio, a Beit Hanuna, luogo preferienzale per i lanci, oggi
sembra che la popolazione abbia in parte bloccato Hamas.
GAZA. Almeno sei palestinesi sono morti ieri negli scontri con i soldati
israeliani penetrati per nove chilometri coi loro mezzi corazzati nella
Striscia di Gaza. Un elicottero poi in serata ha sparato tre missili contro
una casa a Gaza. L'edificio era utilizzato come carrozzeria e autolavaggio.
Quattro persone sono rimaste ferite (due gravemente) nel raid. L'esercito
israeliano sgancia spesso missili contro gli stabili che sospetta vengano
utilizzati dai militanti per assemblare missili artigianali e armi.
L'attacco missilistico ha fatto seguito al posizionamento di centinaia di
militari israeliani lungo i confini di Gaza. Fonti militari israeliane, che
hanno richiesto l'anonimato, hanno annunciato che saranno intensificati gli
omicidi mirati di leader militanti nell'ambito dell'operazione, denominata
in codice « Giorni della penitenza» . La rappresaglia è stata lanciata in
seguito all'omicidio nella città di confine di Sderot di due bambini
israeliani, uccisi da un missile palestinese. Giovedì nella zona dei
combattimenti erano stati uccisi 32 palestinesi, fra cui anche molti
civili.\