ANALISI Tre leader in Terrasanta sotto una stella maligna
domenica 13 dicembre 1998 La Stampa 0 commenti
GERUSALEMME
IL destino combina i suoi appuntamenti più importanti senza
chiedere il permesso a nessuno. A volte, quando i convitati sono in
vestaglia, o hanno un forte mal di testa, oppure peggio. Questa
volta è andata proprio così : in Medio Oriente si incontrano a
partire da oggi tre leader - Clinton, Yasser Arafat e Benyamin
Netanyahu - che stanno attraversando, ciascuno nel suo mondo, guai
seri, anzi serissimi, che potrebbero risultare fatali alla loro
stessa sopravvivenza politica. Devono riuscire a scardinare un
brutto clima di violenza per mettere in piedi il processo di pace,
ma i loro occhi non possono che guardare strabicamente agli
appuntamenti fatali che hanno di fronte mentre si susseguono
spasmodicamente le loro peripezie interne.
Osserviamo prima di tutto i due protagonisti locali, Netanyahu e
Arafat. Il primo ministro israeliano ha passato un periodo
infernale. Il voto della Camera è quasi arrivato a decretargli le
elezioni anticipate. I suoi ministri sono in totale rivolta. Ha
fatto arrabbiare proprio tutti. Sembra svanita quell'abilità da
giocoliere che da una parte l'ha portato a firmare l'accordo di
pace di Wye Plantation, e dall'altra gli ha suggerito infiniti modi
per blandire i partiti nazionalisti, che, pure infuriati, sono
ancora dentro il governo. A destra, negli ultimi giorni, ha proprio
promesso di non sgomberare; a sinistra, invece, ha promesso di
sgomberare subito e in fretta: il risultato è stato che con uno
sferzante ghigno, la sinistra ha abolito la promessa "rete di
sicurezza" parlamentare, mentre la destra gli ha giurato vendetta.
Anche la visita di Clinton, che Netanyahu al suo ritorno dagli Usa
aveva presentato come una vittoria, Bibi l'ha poi ripudiata in
pubblico, quando l'ha immaginata come un trionfo di Arafat.
Netanyahu rischia adesso anche di portare a casa una solenne
sconfitta rispetto alla Carta palestinese. Infatti Arafat non
intende farla votare domani, ma solo sancirne il cambiamento per
acclamazione. Cade così uno dei pilastri che legittimavano la
concessione di terre agli occhi della destra. Se non porta a casa
almeno la Carta emendata col voto, Netanyahu fa una figura
meschina. E se la visita di Clinton non ripristina un clima
migliore, la sua politica interna ne risulta ferita a morte.
Anche Arafat, benché la visita del Presidente americano gli
conferisca enorme prestigio e riconoscimento di fronte al mondo, a
casa sua non se la passa bene. Il fatto che i prigionieri
cosiddetti "di sicurezza" non siano tornati liberi dopo Wye
Plantation lo ha indebolito enormemente di fronte alla sua gente.
Le manifestazioni infuocate di questi giorni non sono soltanto un
segno di totale sfiducia nei confronti di Israele, ma gli slogan
gridano accuse di tradimento anche nei confronti del raiss. Le
direttive ai dimostranti escono dalle carceri, e le manifestazioni
raggiungono persino le case di Abu Mazen, di Abu Allah, i più
importanti ministri di Arafat. Intanto Hamas, la Jihad Islamica e
con loro i leader estremisti Hawatmeh, Jibril e Habbash, sono tutti
riuniti a Damasco per riaffermare quant'è buona la Carta che
chiede la cancellazione di Israele, e quanto Arafat invece è un
traditore. Dunque, il raiss ha bisogno di un buon successo per
uscire dalla violenza e dalla sfiducia di queste ore.
Comunque il più ferito è Bill Clinton. Questo Presidente, la cui
vita politica è sull'orlo dell'abisso, certo desidera a sua volta
portare a casa una rimessa in moto del processo di pace; è
tuttavia chiarissimo che il suo eventuale impeachment è una
variabile del tutto indipendente. Clinton quindi è venuto perché
vuole finire il lavoro, perché gli sta a cuore, perché pensa che
il fatto che il capo dell'Occidente parli direttamente al
Parlamento palestinese darà una mano a trovare un po' di reciproco
rispetto tra il mondo giudaico-cristiano e il mondo musulmano.
Clinton compie una mossa storica comunque, e lo sa. Se dovesse
concludere sul campo mediorientale la sua avventura di Presidente,
avrebbe scelto una zona e un tema cruciali.
Fiamma Nirenstein