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Ambasciatori convocati e nuovi insediamenti. Netanyahu non si piega

martedì 27 dicembre 2016 Il Giornale 0 commenti
Il Giornale, 27 dicembre 2016

Benjamin Netanyahu non ha inghiottito la decisione dell'ONU, e si batte come Callimaco a Maratona: ha convocato di Natale l'ambasciatore americano, ha cancellato l'incontro con la signora May fissato a Davos nelle prossime settimane e anche la visita del Primo Ministro ucraino Volodomyr Groysman. Ha richiamato gli ambasciatori in Senegal e in Nuova Zelanda, e interrotto le relazioni con Venezuela e Malesia, con cui non ci sono relazioni diplomatiche: sono i Paesi che hanno rappresentato la Risoluzione 2334 di condanna di Israele. L'ambasciatore Ron Dermer, che ne ha le prove, ha spiegato che la Risoluzione è stata promossa da Obama stesso. Sono state ridotti i contatti come Paesi importanti come la Russia e la Cina. Netanyahu ha ragione? Nel Paese ferve lo scontro, naturalmente, anche se tutti sono feriti dal gesto di Obama.

Questi infatti ha scelto di colpire dal luogo più nemico, le Nazioni Unite, che solo quest'anno hanno adottato nell'Assemblea Generale 18 risoluzioni contro Israele e 12 nel Consiglio di Sicurezza, più di quelle,insieme, sulla Corea del Nord, la Siria, il Sudan. Netanyahu ha una sua analisi molto definita della situazione, ed è ottimista. Innanzitutto occorre alzare le difesa di fronte alla possibilità che nei prossimi giorni gli USA che fino al 20 gennaio sono sotto Obama, di nuovo promuovano una Risoluzione anti-israeliana sulla base del prossimo discorso di John Kerry: essa potrebbe imporre col voto le linee della pace statunitense in Medio Oriente. Tutta filo-palestinese, naturalmente. Inoltre, si prepara a Parigi un altro agguato dell'UE con una Conferenza cosiddetta "di pace" che ha già consegnato tutte le carte ai palestinesi.

 Netanyahu pensa che"questo è il canto del cigno della vecchia ideologia anti-israeliana". Ritiene che Trump non vorrà cancellare la Risoluzione 242 del '67 che parla di "territori" e non di "i territori" conquistati nel ‘67 come appannaggio dello Stato palestinese, e che non si sogna di assegnare Gerusalemme est, il Muro del Pianto e altri luoghi basilari per l'identità e la sicurezza ai palestinesi senza trattativa. Dunque, la menzogna della necessaria consegna di tutto quello che è oltre la Linea Verde, viene rifiutato, e chi l'ha accettata, pensa Netanyahu, non fa altro che negare la possibilità di qualsiasi trattativa e quindi della pace. In secondo luogo, Israele vuole gestire questa crisi senza chinare il capo,non ne ha bisogno: non si tratta di un "rogue state" senza amici, senza scienza, senza denaro, bisognosa.. al contrario può aiutare e aiuta tanti Paesi del mondo. La visione israeliana è quella della conclusione naturale delle colpevoli sciocchezze dettate dal senso comune e dal narcisismo. La scelta di Obama di gettare Israele in pasto all'ONU per quello che riguarda il processo di pace, anche se viene da un leader importante, non ha nessun futuro.

Obama ha violato la democrazia e il buon senso ergendosi contro l'evidente parere del popolo americano, che Trump, il vincitore ha espresso affermando che porterà l'ambasciata a Gerusalemme. Gli americani la vedono così, e molti dei Paesi arabi moderati, come l'Egitto, non capiscono come gli americani possano sottovalutare il terrorismo islamico e incoraggiarlo con la risoluzione ONU. In questi giorni è in corso in Israele una magnifica campagna che ha già portato 3000 feriti siriani negli ospedali israeliani. Lo si fa in silenzio, per pura generosità; Israele è un Paese che promuove la convivenza e manda i suoi ragazzi a combattere perché viene regolarmente aggredita. Questo sarà mai capito dal mondo? Netanyahu pensa che la strada sia aperta, senza piegare il capo. Gli USA adesso probabilmente si sentono ancora più motivati a un'amicizia profonda con un Paese che è stato ferito da una leadership ripudiata.

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