ALLA TV EGIZIANA UNA FICTION ISPIRATA AI PROTOCOLLI DEI SAVI DI SION Il ritorno dell’ ebreo cattivo
domenica 3 novembre 2002 La Stampa 0 commenti
                
BALCXXXX Fiamma Nirenstein 
ERA certo già abbastanza ripugnante trovare da anni nella traduzione 
araba 
in Giordania, in Egitto, presso i palestinesi, in Siria e un po' 
ovunque 
negli Stati del Medio Oriente I Protocolli dei savi di Sion, il 
libello dei 
tempi zaristi che descrive gli ebrei come un odioso gruppo devoto 
alla 
congiura per la conquista del mondo. Come è noto fu usato dal nazismo 
e da 
tutte le ideologie di estrema destra per giustificare l'antisemitismo 
liquidazionista: il libretto in arabo era ripugnante e stupefacente - 
ma nel 
mondo arabo pubblicisti, giornalisti, intellettuali in genere (al 
contrario 
che in Occidente, dove hanno sempre annoverato nelle loro file 
coraggiosi 
pacifisti) sono i più eccitati anti-israeliani e antisemiti. Adesso 
dalla 
pagina stampata siamo giunti alla fiction: un canale della tv 
egiziana, 
trasmetterà durante i giorni di Ramadan, quindi a partire dalla 
seconda 
settimana di novembre, 41 puntate di questo pilastro dell'odio, uno 
per 
sera, nelle ore in cui la gente torna a casa, digiuna e si raggruppa 
davanti 
al televisore. 
Il serial narra come una cospirazione intessuta di sangue innocente 
spillato 
dagli ebrei, la storia mediorentale fra il 1855 e il 1917. Il canale 
« Dream 
TV» è una delle due reti non statali, ma il portavoce del governo 
Nail Osman 
dice che Cavaliere senza cavallo, questo è il titolo, non viola le 
leggi 
egiziane che proibiscono i programmi porno o offendono la religione. 
Gli 
Stati Uniti hanno compiuto passi diplomatici per fermare lo scempio, 
noi 
europei, che abbiamo sull'anima la Shoah, niente: e sì che ha 
funzionato con 
l'Arabia, quando nel marzo di quest'anno un quotidiano saudita 
pubblicò una 
storia in cui si spiegava come sia abitudine ebraica usare il sangue 
dei 
gentili per confezionare le azzime di Pasqua. Il direttore, dopo le 
pressioni americane, si rimangiò le accuse. Ma la verità è che la 
diga si è 
ormai spalancata: il maggiore argomento delle cronache della Fiera 
Internazionale del Libro di Damasco è il libro del ministro della 
Difesa 
Siriano Mustafa Tlas, otto edizioni, un successone. Il titolo:
L'azzima di 
Sion. Il tema: un'altra versione araba del mito medievale antisemita. 
Nelle prediche del venerdì , nelle moschee, gli ebrei vengono 
regolarmente 
definiti « figli di cani e di scimmie» : la loro immagine viene 
disumanizzata, 
l'incitamento a ucciderli « ovunque si trovino» motivato 
ontologicamente: 
l'ebreo secondo la vulgata, come si è visto nella vicenda 
israelo-palestinese, è cattivo; trama per impossessarsi prima del 
Medio 
Oriente, poi del mondo; deve essere estirpato. L'intrigo ebraico, le 
organizzazioni segrete, fra cui anche il Rotary Club e la massoneria 
sono 
visti, per esempio nella propaganda di Hamas, come strumenti di 
penetrazione 
« per distruggere la cultura e impossessarsi dei media» così da 
« diffondere 
la malvagità ebraica» . 
La negazione dell'Olocausto, molto praticata con convegni e scritti, 
e la 
convinzione che gli ebrei se lo siano inventato come cinico strumento 
di 
potere, sono ormai senso comune. E qui dovremmo purtroppo affrontare 
anche 
il capitolo dell'Europa, in cui l'interpretazione irrazionale e 
unilaterale 
del conflitto mediorientale suggerisce un'idea di colpevolezza 
intrinseca a 
Israele, che si contagia all'idea di ebreo, e viceversa: tutti gli 
stilemi 
classici dell'antisemitismo sono ormai patrimonio del 21 per cento 
della 
popolazione europea, che « alberga vedute fortemente antisemite» , 
secondo una 
recentissima ricerca dell'Anti Diffamation League. 
L'Italia occupa un posto ragguardevole, anzi supera di un punto la 
media 
europea; nelle varie convinzioni classicamente antisemite è quasi 
sempre 
seconda in classifica dopo la Spagna. Per esempio gli italiani sono 
per il 
58 per cento certi che gli ebrei italiani siano fedeli a Israele più 
che al 
loro paese, e per il 27 per cento pensano che questo si accompagni al 
fatto 
che siano disposti all'uso di pratiche segrete per ottenere quello 
che 
vogliono. Per il 43 per cento, poi, ritengono che gli ebrei parlino 
troppo 
dell'Olocausto. 
Tutto è già avvenuto, ed è come se non lo fosse. Autocrazie alla 
ricerca di 
un capro espiatorio, gli ebrei, e intorno democrazie spaventate, che 
invece 
di reagire a questa politica la circondarono con il velo pietoso 
dell’ appeasement. Nelle settimane scorse, a Milano, durante la festa 
delle 
capanne, un corteo che avrebbe dovuto soltanto sostenere la causa 
palestinese ha attraversato una piazza dove era eretta una Succà , la 
capanna 
tradizionale: le autorità hanno chiesto agli ebrei di rimuoverla e 
togliersi 
la kippà . L'irrazionalità e il cinismo si incontrano a uno dei loro 
consueti 
appuntamenti, nell'imminenza dell'eventuale guerra americana contro 
Saddam 
Hussein: la Finlandia si è rifiutata di vendere a Israele quelli che 
sono 
considerati i migliori kit per l'individuazione di gas e materiali 
venefici. 
Erkki Tuominioija, il ministro degli Esteri finlandese, lo ha 
spiegato 
dicendosi « affranto per la politica di oppressione, subordinazione, 
impoverimento inflitta da Israele ai palestinesi» . Di conseguenza, 
punisce 
Israele negandogli i kit di difesa contro le armi chimico-biologiche 
di 
Saddam Hussein, e dopo che nell'esperienza di Israele non mancano i 
missili 
iracheni. Una logica che sostituisce la critica politica con il 
cinismo e 
l'odio esteso a un intero popolo. Si chiama punizione collettiva. 
            