Fiamma Nirenstein Blog

Alla prova del Medioriente

giovedì 6 novembre 2008 Panorama 1 commento
Panorama, 6 novembre 2008, p. 52

Non c’è zona del mondo più immediatamente investita del Medio Oriente dalla svolta fatale che Obama potrebbe portare: qui, un cambiamento della politica degli Stati Uniti potrebbe implicare, in primis, la revisione del mitico, intimo rapporto fra i popoli e i governi di Israele e degli USA. Il mondo arabo spera che venga a cadere il sentimento di un’indispensabile Israele, unico Paese democratico, Paese modello nell’area, promosso a bandiera e baluardo degli USA nella sua larga, criticatissima guerra contro il terrorismo e per la democrazia. Bush ha promosso l’affermazione americana del diritto alla difesa di Israele al tempo dell’Intifada del terrorismo suicida. Gli USA hanno anche rovesciato l’idea che il teorema “land for peace” significhi rinuncia territoriale con conseguente, e magari eventuale, impegno palestinese; visti i risultati dello sgombero di Gaza, ha statuito che ritirarsi per Israele non significa pace e sicurezza, ma che per arrivarci occorra una “road map”come quella di Annapolis. Obama potrebbe tornare a Annapolis, e si sa che Condi Rice ha già cercato di convincerlo, ma Obama ha una linea di politica internazionale che innanzitutto vorrà porsi in antagonismo con quella di Bush, svoltare rispetto alle caratteristiche del suo predecessore, fare qualcosa di spettacolare che potrebbe essere, dato che l’Afghanistan e l’Iraq non sono terreni in cui si possano fare passi avventati, l’apertura di un tavolo di discussione con un Iran solo  avido di guadagnare tempo per le sue strutture atomiche in costruzione. Inoltre Obama che non ha speso molte parole sul rischio terrorista potrebbe spingere di nuovo Israele a concessioni territoriali senza contropartita, a rimettere in primo piano la questione dei check point e degli insediamenti. Obama potrebbe puntare il suo rinnovamento sull’esaltazione del dialogo sena confini, consentendo così a interlocutori senza scrupoli di avvantaggiarsene ai danni di Israele e del mondo occidentale in generale. Due uomini di punta della politica estera di Obama, probabilmente destinati a ruoli governativi, hanno fatto visita nei giorni scorsi, a Khaled Mashaal, il capo di Hamas. E sembra che già Obama spinga anche i negoziati di Israele con la Siria, ritenendoli un campo dove ottenere più rapidi risultati rispetto al conflitto coi palestinesi. Obama per inesperienza e per impostazione cultural-politica, ritiene che diversi dialoghi politici pieni di buone intenzioni possano ricomporre la pace a un mosaico mediorientale in realtà frantumato e ricompostosi sull’asse Iran, Siria, Hezbollah e Hamas in un disegno strategico molto imponente che finisce nelle centrali del terrorismo internazionale. Obama sembra convinto che offrire condizioni favorevoli all’interlocutore, uno a uno, sia la chiave di volta per una nuova prospettiva di pace  e quindi anche per una nuova, amabile immagine degli USA nel mondo. Probabilmente gli sfugge ciò che non sfuggiva a McCain: che la ragione sociale dell’integralismo islamico è la vittoria.

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jochanan , otalia
 venerdì 7 novembre 2008  23:35:11

se Obama credesse che cedendo il Golan la Siria immediatamente riconosca Israele nei sui confini attuali e faccia la pace, e come corollario blocchi i rafforzamenti armati di Hezbollah sarebbe uno sprovveduto. Lui certamente sprovveduto non è, è solamente poco esperto di problemi internazionali. Dubito che voglia e possa discostarsi significativamente dalla linea seguita dagli USA verso Israele fin qui. Al massimo indirà qualche megaconferenza per la pace, manderà emissari, ecc. Il punto secondo me è un altro: Il governo futuro di Israele. Se in una esaltazione di ottimismo pacifista il futuro governo seguisse la strada che Olmert ha imboccato ultimamente, trattative con la conclusione di concedere il Golan a fronte di promesse vaghe, magari non verificabili, allora le cose andrebbero veramente male per Israele. Altro che Sderot... Sderot moltiplicato per dieci, con tutta la Galilea magnifico bersaglio a vista, dall'alto..



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